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Fiat: vanno bene i conti, ma in Borsa precipita

L’azione ha perso il 4,5% nonostante il Lingotto abbia annunciato di aver archiviato il secondo trimestre con un utile netto di 1.237 milioni rispetto alla perdita di 17 nello stesso trimestre del 2010 – Decisivo il risanamento della controllata Chrysler – Ma gli investitori ormai si stanno spostando sui titoli finanziari, in forte calo negli ultimi tempi

Fiat: vanno bene i conti, ma in Borsa precipita

”Non c’e’ dubbio che nel secondo trimestre il Gruppo Chrysler abbia fatto un grande passo avanti. Aver rifinanziato il debito e ripagato i prestiti dello stato con sei anni di anticipo, rinforza la nostra convinzione che siamo sulla strada giusta per ricostruire la compagnia e ridarle il suo giusto posto nel panorama mondiale dell’automobile”.

Cosi’ Sergio Marchionne, ad di Chrysler, ha commentato nel primo pomeriggio i risultati del secondo trimestre della controllata di Fiat che, a partire dall’ultima settimana di maggio, entrano a far parte del consolidato del Lingotto. Ma nelle Borse, condizionate dal consiglio di advisor del calibro di Nomura e Jp Morgan (è l’ora di uno “switch” dai titoli dell’auto, +12% nei primi sei mesi, ai financials, in calo del 58%), è serpeggiata la delusione per il mancato aumento della “guidance” di Detroit per il resto del 2011. E così su Fiat, nel primo pomeriggio, sono piovuti i realizzi, nonostante che i conti Chrysler segnalino: ricavi pari a 13,7 miliardi di dollari, +30% su base annuale. La perdita netta, 370 milioni rispetto al rosso di 172 milioni del corrispondente trimestre dello scorso anno, tiene però conto degli oneri straordinari pari a 551 milioni di dollari relativi all’estinzione del debito. Al netto dell’ultimo tributo al Tesoro Usa (che in Chrysler ha fatto un buon affare) si registra un utile netto rettificato a 181 milioni di euro. Le vendite globali sono state pari a 486 mila autoveicoli, come dire una crescita del 19% su base annuale. La quota di mercato Usa e’ salita al 10,6% dal 9,4% del corrispondente trimestre dello scorso anno, la quota di mercato in Canada e’ salita dal 12,9% al 14,9%. Il tutto prima dell’arrivo dei primi veri modelli frutto dell’alleanza.

Stesso copione, poche ore dopo: da Belo Horizonte, dove si è riunito il cda del Lingotto, sono arrivati i conti del Gruppo Fiat. Fiat, infatti, ha chiuso il secondo trimestre con un utile netto consolidato pari a 1.237 milioni rispetto alla perdita di 17 milioni del corrispondente trimestre dello scorso anno. I conti includono anche il consolidamento di Chrysler a partire dal 24 maggio 2011. Certo, il balzo dell’utile netto e’ imputabile anche a proventi straordinari che, al netto di svalutazioni e altri oneri non ricorrenti, ammontano a 1.058 milioni. Senza di essi, l’utile netto ricorrente e’ comunque salito a 156 milioni di euro rispetto al rosso di 8 milioni del corrispondente trimestre dello scorso anno. In deciso progresso tutti gli altri numeri grazie anche al consolidamento di Chrysler. Ricavi netti sono stati pari a 13.153 milioni di euro (+40%), utile della gestione ordinaria 525 milioni (+218%), utile operativo a 1.583 milioni (+1.301%). Utile per le azioni ordinarie 1,074 euro dai 0,018 euro del corrispondente trimestre dello scorso anno, per le azioni privegiate sale da 0,018 a 0,963 euro, per le azioni di risparmio da 0,104 a 0,965. La liquidita’ totale consolidata e’ pari a 19,2 miliardi di euro. Fiat, esclusa Chrysler, ha registrato ricavi pari a 10 miliardi (+6,5%), risultato di gestione a 375 milioni (+22,1%), indebitamento netto sotto quota 1 miliardo. Il gruppo, a seguito del consolidamento di Chrysler e del miglioramento dei risultati delle altre attivita’ di Fiat, ha rivisto al rialzo i target per il 2011. Ricavi attesi oltre 58 miliardi di euro, utile gestione ordinaria a circa 2,1 miliardi, utile netto a circa 1,7 miliardi, indebitamento netto industriale tra 5 e 5,5 miliardi. Lo comunica una nota della societa’.
Eppure, nonostante conti per entrambe le società sopra sopra le attese degli analisti, il titolo Fiat ha accusato una perdita superiore al 4,5 percento. Il motivo? Gli operatori sembrano intenzionati a prendere profitto sui comparti che hanno meglio performato da inizio anno come l’auto (+9,5% l’indice europeo di riferimento da gennaio) e tornano a comprare le banche (indice eurostoxx -9%). Ovvero, come recita un antico detto di Borsa, “compra sulle voci, vendi sulla notizia”. Negli ultimi giorni Jp Morgan e Nomura hanno consigliato di vendere i titoli ciclici che hanno sovraperformato il mercato a favore dei finanziari che quotano a sconto del 56% sul patrimonio netto rispetto ai ciclici. Una scelta che trascura le indicazioni in arrivo da diverse investment bank come Goldman Sachs o JP Morgasn che negli ultimi giorni hanno alzato il target price sul Lingotto” nuova fromula” che nella seconda parte dell’anno presenterà i proimi veri conti consolidati. Sotto la guida della squadra dei 25 manager che “nei prossimi giorni”, Marchionne annuncerà annuncerà al mercato.

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