La crisi del del debito che sta attraversando l’Europa non risparmierà i Paesi emergenti, si diffonderà ed è una minaccia per la stabilità finanziaria internazionale. L’allarme viene da uno studio della Banca di Compensazione Internazionale (Bis), coordinato da Fabio Panetta della Banca d’Italia. Secondo l’istituto il problema maggiore riguarda il rischio paese che sarà il protagonista dello scenario finanziario globale nei prossimi anni.
La Bis ritiene che la crisi non sia limitata all’Europa e agli Stati Uniti e che anche le economie emergenti ne risentiranno. In questi Paesi “la vulnerabilità agli shock esterni e l’instabilità politica possono avere effetti notevoli sul rischio sovrano”. La Bis riconosce che l’area colpita più gravemente dalla crisi è la zona euro e che i livelli nei Paesi emergenti sono meno allarmanti, “ma in generale, il rischio sul debito di questi Paesi nei prossimi anni sarà maggiore e più volatile”.
La crisi si sta già diffondendo dalla periferia al centro dell’Europa, avvicinandosi all’Italia e al Belgio. Lo studio lascia intendere che gli Stati uniti, il Regno Unito e Giappone possono essere le nuovi grandi minacce, dati gli elevati deficit fiscali. Alcuni di questi Paesi possono perdere lo status di AAA conferitogli dalle agenzie di rating. Infatti oltre i riscatti miliardiari alle banche, queste economie devono affrontare l’invecchiamento della popolazione, aziende indebitate e famiglie con alti tassi di insolvenza. “A partire da ora, l’elevato rischio paese deve essere l’oggetto su cui concentrarsi “.
Il report, intotolato “L’impatto del rischio di credito sovrano sulle condizioni dei fondi bancari” esamina il modo in cui le banche possono convivere con un clima di elevato rischio del debito, come possono affrontare il problema del finanziamento e quali sono le implicazione per i policymakers. Si chiede alle autorità di trovare rapidamente una soluzione al buco nei conti dei Governi se non si vogliono vedere le banche e tutto il sistema finanziario colpiti dalla nuova crisi. Secondo la Bis, l’economia mondiale ne è minacciata. “La stabilità finanziaria globale dipende dalle condizioni fiscali di ogni Paese”, avverte.
Il collasso dell’economia mondiale nel 2008 ha obbligato i Paesi ricchi a promuovere il riscatto di interi settori delle sue economie. Tre anni dopo, il risultato è stato l’esplosione dei debiti dei Governi. Tra il 2007 e il 2010, la media dei deficit di bilancio è passata dall’1% all’8% del Pil e il debito medio è saltato dal 73% al 97% medio del Pil.
Chi uscirà più colpito da questa crisi sono le banche. In Europa, gli istituti creditizi hanno un’esposizione di circa 1.000 miliardi di dollari nelle economie che soffrono con alti debiti. I dati della Bis suggeriscono che ben il 75% del capitale (tier1) delle banche italiane, ma anche di quelle americane e tedesche, è esposto al settore pubblico di tutti i paesi stranieri. Mentre per le banche svizzere, belghe e canadesi la percentuale supera il 200%. La crisi del debito può portare a una maggiore dificoltà di liquidità per le banche, oltre l’erosione dei profitti e della stabilità. Ne sono un esempio eclatante le banche di Portogallo e Grecia.
Per maggiori informazioni: Bis, Estadao.com.br