Condividi

Riforma dell’Iva, l’Ance chiede aliquote ridotte e neutrali

Per l’associazione dei costruttori, sull’attuale livello di aliquote si basa la sopravvivenza del settore – Principio di neutralità della tassazione per non penalizzare l’industria dell’edilizia

Riforma dell’Iva, l’Ance chiede aliquote ridotte e neutrali

Garantire in edilizia il mantenimento dell’attuale sistema di aliquote Iva ridotte e fare in modo che sia fissato il ‘principio di neutralità’ dell’Iva stessa: queste le due principali richieste avanzate dall’Ance – Associazione nazionale costruttori edili – in tema di revisione delle direttive comunitarie sull’imposta sul valore aggiunto. In occasione dell’audizione informale sul Libro verde sul futuro dell’Iva, il presidente dell’associazione, Paolo Buzzetti, in commissione Finanze della Camera ‘detta’ le regole per il settore. In primo luogo, sottolinea, “bisogna mantenere l’attuale sistema di aliquote ridotte” (nel nostro paese attualmente fissate al 10% per l’Iva ridotta e al 4% per l’aliquota superminima). Un intervento in senso confermativo reso necessario dal fatto che “in Italia il mantenimento di tali aliquote rappresenta il presupposto per la sopravvivenza del mercato”. Dunque, puntualizza Buzzetti, “non si tratta di agevolazioni fiscali né di elementi di disturbo per il mercato unico e per la concorrenza”, quanto di condizioni “necessarie” per l’edilizia nazionale.

In secondo luogo, spiega ancora il presidente dell’Ance, per gli operatori del settore “va fissata la neutralità dell’Iva in fase di costruzione”. Che vuol dire? Che “occorre riconoscere l’imponibilità ad Iva per la cessione di fabbricati nuovi da parte di imprese che costruiscono immobili per la vendita”. Una misura da mettere nero su bianco in modo chiaro, puntualizza il direttore dell’area fiscale dell’Ance, Marco Zandonà, poiché in Italia in fase di recepimento della normativa comunitaria “non si è operata la distinzione tra operatori che esercitano ‘industrialmente’ l’attività di costruzione e quelli che solo occasionalmente operano nel settore”. E una simile situazione “penalizza fortemente il primo tipo di soggetti”.

L’Ance suggerisce inoltre “la possibilità di deroga, anche temporanea, per la clausola relativa allo ‘stand-still’”, quel meccanismo che impedisce il ritorno a regimi previgenti. Una deroga, sostiene l’Ance, “consentirebbe, soprattutto in periodi di crisi economica, di ripristinare regimi Iva applicati nel passato, qualora più favorevoli agli operatori economici”.


Allegati: Audizione_ANCE-IVA_LibroVerde_(definitivo)_30giu2011.pdf

Pubblicato in: News

Commenta