Il Centro studi di Confindustria ha rivisto al ribasso la stima di crescita per il 2011 allo 0,9% (dall’1,1% di dicembre) e avverte che, in mancanza riforme strutturali, nel 2012 il Pil accuserà un’ulteriore frenata, portandosi a +0,6% rispetto alla stima dell’1,1%. Per coniugare un incremento del Pil solo di poco superiore all’1% – dice il direttore del CsC Luca Paolazzi – e il rispetto degli impegni assunti in sede europea sui conti pubblici, sono indispensabili subito riforme capaci di rafforzare la fiducia di famiglie e imprese e innalzare le rispettive propensioni a consumare e investire”. Partendo da: semplificazione e sburocratizzazione, accelerazione delle realizzazione di opere pubbliche, liberalizzazioni e apertura del mercato in molti servizi, formazione, efficienza della pubblica amministrazione, contrasto all’evasione, riforma fiscale che abbassi il carico sui redditi da lavoro e impresa e lo sposti su altri guadagni e consumi. L’alternativa non è difficile da immaginare: sarebbero necessarie manovre aggiuntive che il Governo stesso – ha ricordato Paolazzi – calcola cumulativamente nell’1% del Pil al 2014, cioè altri 18 miliardi oltre ai 39 scritti nei documenti ufficiali.
Confindustria abbassa le stime di crescita per il 2011 (0,9%). Paolazzi: “Riforme indispensabili”
Secondo il Centro studi c’è il rischio di un’ulteriore frenata nel 2012 (+0,6%). Servono opere pubbliche, liberalizzazioni, formazione, efficienza della pubblica amministrazione, contrasto all’evasione e riforma fiscale.