Da Parigi non si tirano indietro. Al summit Ue che si aprirà domani la Francia continuerà a sostenere la candidatura di Mario Draghi alla presidenza della Bce. La conferma è arrivata stamattina e non era affatto scontata dopo l’ultima trovata di Lorenzo Bini Smaghi. In cambio dell’appoggio a Super Mario, il Governo italiano aveva promesso che il consigliere italiano del comitato esecutivo Bce (il cui mandato scade nel maggio 2013) si sarebbe dimesso per fare spazio a un rappresentante francese. Ma alla richiesta di farsi da parte, Bini Smaghi non ha risposto. Eppure sono già arrivati tre richiami pubblici direttamente da Silvio Berlusconi.
Nonostante questo, “non ci sono punti interrogativi sul sostegno della Francia a Draghi”, ha confermato il portavoce dell’Esecutivo francese, Francois Baroin. La vicenda però ha messo in imbarazzo il premier italiano, che si era impegnato con il presidente francese Nicolas Sarkozy nel vertice di Roma dello scorso aprile. Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha cercato di abbassare i toni: “La sollecitazione che è stata fatta dal governo italiano non è illegittima. Mi auguro che si troverà una soluzione e che nel rispetto pieno dell’autonomia della banca si tenga conto di questa che è una tradizione consolidata. E’ stata applicata in altri casi, ritengo che si debba applicare anche in questo”.
Ma la questione sembra giocarsi tutta sul campo della contropartita. Bini Smaghi non ha fatto mistero di puntare alla guida di Bankitalia, ma l’Esecutivo, cui spetta la decisione sul nuovo governatore insieme al capo dello Stato, non sembra ritenere il banchiere fiorentino la persona più adatta all’incarico. Per la poltrona da governatore restano in pole position l’attuale vice di Draghi, Fabrizio Saccomanni, e il direttore generale del Tesoro, il favorito di Tremonti, Vittorio Grilli.