“Il primo disegno di legge sulla concorrenza non ha mai visto la luce. Questo ritardo è grave: rallenta il processo di ammodernamento del Paese, fa perdere fiducia agli imprenditori che vogliono sfidare i monopolisti e agli stessi controllori. Deve essere recuperato il tempo perduto”. E’ un messaggio politico forte quello lanciato stamane dal presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, nel corso della sua relazione annuale a Montecitorio. Dopo quasi sette anni, la sua esperienza alla guida dell’Authority è in dirittura d’arrivo. Nonostante la scadenza naturale del suo mandato sia a marzo 2012, sono in molti a credere che il passaggio di consegne avverrà già in agosto, quando Catricalà potrebbe trasferirsi all’Autorità per i lavori pubblici.
Ma prima del commiato definitivo, il Presidente ha voluto rivolgersi in modo chiaro a chi governa il Paese, sottolineando che “nell’ultimo periodo il processo riformatore si è arrestato e le liberalizzazioni sono scivolate via dalle priorità dell’agenda politica”. I settori in cui è prioritario introdurre assetti di mercato sono “ferrovie, gestioni autostradali e aeroportuali, governance bancaria e assicurativa”. Compito dell’Antitrust è “affermare a chiare lettere che senza concorrenza è a rischio la vitalità, già compromessa, del sistema economico. Troppo spesso le nostre richieste di intervento legislativo vengono ignorate, come è accaduto in sei anni di applicazione della legge sul conflitto di interessi”.
Catricalà si è poi concentrato sulla liberalizzazione dei servizi pubblici locali, “l’unica riforma pro mercato della legislatura”, che è stata negata dal referendum sulla privatizzazione del servizio idrico. Una bocciatura che “non può interpretarsi come una legittimazione del potere politico locale a occupare definitivamente con le aziende municipalizzate tutte le aree economiche: i principi di buon andamento ed efficacia dell’azione amministrativa non sono stati messi in discussione. A quelle regole si devono attenere le aziende pubbliche. In caso di inefficienze e sprechi la via obbligata resta il ricorso al mercato e vigono ancora le norme del Trattato europeo sulle gare per la scelta del miglior affidatario”.
La relazione di oggi è stata anche l’occasione per tracciare un bilancio dell’attività svolta dall’Authority sotto la presidenza Catricalà. Sono state le 91 istruttorie concluse per intese e abuso di posizione dominante, oltre 1.500 i procedimenti chiusi in materia di tutela del consumatore e 419 le segnalazioni e i pareri alle istituzioni nazionali e locali. Il valore totale delle sanzioni definitive, passate cioè in giudicato, supera i 680 milioni di euro. Dal primo gennaio 2010 al 15 giugno 2011, l’ammontare delle multe per la tutela della concorrenza è stato di 200 milioni, mentre le sanzioni a difesa del consumatore sono state pari a 25 milioni.
Ecco gli altri punti fondamentali toccati dal Presidente dell’Antitrust nella sua relazione annuale.
Prodotti risparmi per oltre un miliardo di euro fra 2006 e 2010.
“Nei soli anni 2006-2010 i nostri interventi in quattro specifici settori hanno generato risparmi per oltre un miliardo di euro: 73 milioni sono riconducibili alle nostre indagini sulla vendita di farmaci da banco; 130 milioni al procedimento sulla pasta; 280 milioni derivano dalle istruttorie sul latte in polvere per l’infanzia; 530 milioni di risparmio sono imputabili all’inchiesta sul gasdotto tunisino”.
Banche: l’Antitrust indaga su mutui subordinati alla sottoscrizione di polizze vita.
“È doveroso riferire che stiamo indagando su istituti bancari sospettati di subordinare nei fatti la concessione dei mutui alla sottoscrizione di polizze vita particolarmente costose”.
Banche: fra 2007 e 2010 minori oneri per 500 milioni. Avviata indagine per valutare la riduzione sui prezzi allo sportello.
“L’Autorità ha accettato gli impegni di Abi e Consorzio Bancomat che hanno reso possibili riduzioni per le commissioni interbancarie fino al 36%. Il sistema creditizio è stato vincolato a un percorso che deve condurre a ulteriori ribassi grazie all’applicazione di analisi di efficienza economica. I minori oneri nel quadriennio 2007-2010 ammontano a 500 milioni di euro. Per valutare gli effetti della riduzione sui prezzi allo sportello abbiamo avviato una seconda indagine conoscitiva sui costi dei conti correnti”.
Polizze r.c. auto troppo care: serve una riforma.
“I primi dati dell’analisi sull’assicurazione per la r.c.a. evidenziano una grande differenziazione tra le aree geografiche del Paese: gli assicurati del Sud si trovano a dover corrispondere premi nettamente maggiori rispetto a tutti gli altri, fino al 20%. Emergono su scala nazionale consistenti aumenti dei premi nel 2010, anche del 25% per assicurare un autoveicolo e di oltre il 35% nel caso di un motociclo. È un nostro problema. Nella zona euro, soprattutto in Francia, gli aumenti sono contenuti. È vero che in Italia è aumentato anche il costo medio dei risarcimenti ma il quadro che risulta è di un mercato in cui le compagnie riversano sui consumatori le maggiori spese derivanti dall’inefficienza. L’amara sintesi è che il meccanismo dell’indennizzo diretto non ha funzionato e che occorre intervenire con una riforma di sistema che rilanci la competizione tra le imprese”.
Rimane il problema delle reti: i monopolisti hanno una grave responsabilità.
“Ancora attuale è il tema delle reti. Su chi le possiede in esclusiva grava una speciale responsabilità ma i monopolisti danno l’impressione di volerla eludere: un presunto abuso di posizione dominante è stato contestato al Gruppo Ferrovie, due a Telecom, due a Poste”.
Continua la lotta ai cartelli.
“Sono state scoperte e sanzionate tre intese segrete tra grandi aziende multinazionali: quella sui prezzi di listino del Gpl in bombole, un cartello tra le più importanti imprese di cosmetica a livello internazionale e un accordo illecito tra i principali spedizionieri italiani. Nel caso della carta di credito Mastercard è stato rilevato un insieme di intese restrittive della concorrenza, finalizzato ad applicare una più alta commissione interbancaria traslata sugli esercenti e in definitiva sugli acquirenti”.
Testo completo della relazione annuale del presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà.