“Siamo in grado di far fronte a questa carenza, ma solo a questa. Non possiamo fronteggiare altre difficolta. Possiamo digerire un problema non due”. L’amministratore delegato dell’Eni Paolo Scaroni è tornato sulla questione libica e sull’interruzione delle forniture di gas in arrivo in Italia attraverso il gasdotto Greenstream, sottolineando che un’ulteriore chiusura di altri “rubinetti” potrebbe rappresentare un rischio per l’Italia. Scaroni ha spiegato che nei termini attuali il problema può essere fronteggiato ma si è augurato “che non ne sorgano tra Russia e Ucraina o sul Ttpc”, ovvero il gasdotto che trasporta il gas algerino attraverso la Tunisia. “Se non riparte il Greenstream – ha aggiunto Scaroni – i nostri margini di libertà sono minori”, ricordando che il nostro paese non sta ricevendo da Tripoli dieci miliardi di metri cubi di gas, pari al 13-14% dei consumi italiani. Parlando della cessione alla Cassa Depositi e Prestiti della quota detenuta nel gasdotto Tag (Trans Austria Gas), Scaroni ha detto che “la trattativa è conclusa. Non so se formalizzeremo l’accordo domani, dopodomani o la prossima settimana”, sottolineando come consideri il passaggio di mano come “una cosa già dietro di noi”.
Scaroni avverte: “Possiamo fronteggiare l’emergenza libica, ma a patto che non scoppino altre crisi”
L’amministratore delegato dell’Eni spiega che l’Italia si troverebbe in difficoltà se sorgessero problemi in Russia, Ucraina o sulla rotta della Trans Tunisian Pipeline. Cosa fatta il passaggio della quota in Trans Austria Gas alla Cassa depositi e prestiti.