I Comuni ricevono soldi ed erogano soldi: la contabilità di un Comune dovrebbe essere solo e soltanto un rendiconto finanziario: quanto entra e quanto esce. Purtroppo il risultato dei bilanci comunali non è mai così semplice da misurare. Nel caso del Comune di Napoli, dice la relazione tecnica degli amministratori al rendiconto consuntivo del 2010, rilasciata dalla giunta Jervolino, che al primo gennaio del 2010 c’erano in cassa 140 milioni di euro. Il Comune, nel corso dell’anno, ne ha riscossi, per competenza, 1818, che sommati ai 140, ne fanno 1958 ed, avendone pagato per ragioni varie e diverse, 1823, in cassa a fine anno aveva 125 milioni di euro. Ma questa interpretazione deve tenere conto che il giro dei fondi, entrati ed usciti per competenza, cioè per ragioni connesse ad eventi collocati nel corso del 2010, deve fare in conti con due grandi stok: i residui attivi e quelli passivi. Il primo vale 3346 milioni di euro ed il secondo 3379. Ai primi dovete aggiungere la cassa di 125 milioni ed avrete il totale delle attività. Se togliete il totale delle passività, purtroppo, rimangono 92 milioni, meno della cassa che, comunque, era inferiore ai 140 milioni di inizio anno. Senza la cassa, ereditata dall’anno precedente, quel 92 sarebbe diventato negativo.
Nella loro relazione al bilancio, i revisori dei conti, aggiungono una notizia pericolosa a questo stato delle cose. Scrivono i revisori che “Il Collegio ritiene assolutamente carente il valore del fondo svalutazione crediti, ritenendo lo stesso del tutto inadeguato, sia in considerazione del monte residui attivi accertato, sia in considerazione del basso indice di copertura del rischio”.
Ed aggiungono un prospetto dove si vede che i residui attivi erano 3616 milioni di euro nel 2008, ed il fondo rischi era pari al 4,88% del totale. Ora, nel 2010, sono 3346 milioni di lire ed il fondo rischi è diminuito in valore assoluto ed è pari solo al 2,53% del totale dei residui attivi. La fragilità finanziaria è evidente: il 6% dei residui attivi, meno il 2,5% del fondo, sarebbe già uguale al 3,5% dei 3346 milioni e non ci sarebbe più neanche l’avanzo di 92 milioni costruito con i soldi dell’anno precedente. Hanno ragione i revisori a giudicare carente quel fondo rischi. Anche perché i revisori segnalano anche che i debiti fuori bilancio, generati da forniture di servizi non onorate e non riconosciute, sarebbero, dal 2007 al 2010, la seguente serie, in milioni: 48,90,76,50. Diminuiscono ma ci sono ancora nella dimensione del 2007 e, nel durante dei quattro anni, sono saliti e scesi ma sono sempre lì. Altra fragilità finanziaria è quella che riguarda le tasse ed i tributi: nel 2010 la Tassa sui rifiuti urbani, la tarsu, valeva 145 milioni di prelievo, è stata pagata per 14! L’Ici arretrata, dal 1998 al 2008 arriva a 37,6 milioni; ne sono stati riscossi 2,5. Di 612 milioni di contravvenzioni, sempre al 2010, erano stati incassati 45 milioni.
Certo, il Comune dispone di immobili e terreni per 2347 milioni di euro ma sono disponibili per la vendita solo meno di 200 milioni mentre i debiti, verso le banche e verso fornitori, complessivamente potrebbero sforare i 4 miliardi di euro, compresi i fondi per coprire investimenti e spese in conto capitale. Oltre 800 milioni sarebbe la somma annua per le spese del personale e per le perdite delle società partecipate, nel corso del 2010. Il Comune non è in condizioni di dissesto secondo le norme vigenti ma oggi è prossimo a superare la soglia che lo dichiarerebbe tale. Ma il dissesto, con le nuove norme che regolano gli enti locali, genera uno tsumani sui cittadini: per l’aumento delle tasse e delle tariffe, sui dipendenti e sui fornitori ed anche sulla operatività futura. Perché bloccherebbe anche le assunzioni. Il Comune potrebbe auto dichiarare il dissesto ma sarebbe una catastrofe per la città: un gesto suicida. C’è anche una pillola avvelenata sul tavolo del nuovo sindaco. Il bilancio preventivo per il 2011 andava approvato entro il 1 gennaio 2011. Si potevano avere due proroghe di tre mesi ed il Governo le ha concesse. Se, al 30 di giugno del 2011, non fosse approvato il bilancio preventivo al 2011 la mancata approvazione nei termini previsti sarebbe una causa di scioglimento del Consiglio Comunale alla quale seguirebbe la nomina di un commissario ad acta, dopo la formale diffida da parte del Prefetto. Il Governo, insomma, aspetta al varco il nuovo Sindaco.