L’assonanza funziona, e quanto pare anche il mix di sapori. A Milano ha aperto meno di tre mesi fa il “Giappugliese”, ristorante che come dice il nome stesso propone una cucina fusion giappo-pugliese e che in poco tempo ha già scalato le vette del gradimento su TripAdvisor, posizionandosi al 12esimo posto su 6.619 ristoranti nel capoluogo lombardo.
A quanto pare questa inedita rivisitazione, fatta ad esempio di tartare di salmone e burrata o di yaki udon, i tipici spaghetti orientali, sostituiti dai tradizionali troccoli pugliesi e serviti con gamberi, zucchine, germogli di soia e ricotta dura grattata, piace al pubblico, che inoltre nel locale di viale Papiniano, non lontano dal Cenacolo Vinciano, ha la triplice possibilità di mangiare o sushi classico, o sushi “pugliesizzato” o direttamente cucina pugliese, con le classiche orecchiette alle cime di rapa insieme ad altri primi e secondi, come la pepata di cozze, o dolci come il pasticciotto salentino.
L’idea è stata di Maurizio, un ristoratore con 20 anni di esperienza alle spalle che già aveva lavorato in un locale simile, con soci cinesi: “Il problema è che non tutti gradiscono il sushi. Ho voluto un locale che desse la possibilità di mangiare italiano e che non fosse il classico fusion dove c’è sia cucina cinese che giapponese. Il nostro obiettivo è quello di fare riscoprire i sapori della cucina orientale con ricette rivisitate ed arricchite da preziose contaminazioni della tradizione culinaria pugliese. Poteva sembrare un azzardo l’abbinamento di due culture così distanti tra loro, ma noi abbiamo studiato e perfezionato la nostra proposta in maniera innovativa”.
Così alla fine di ottobre, insieme ad altri quattro soci, Maurizio ha aperto il “Giappugliese”: chef, cuochi e materie prime sono rigorosamente italiani, e la formula scelta è quella dell’All you can eat, sia a pranzo che a cena, per poter provare un po’ di tutto (anche se ovviamente è possibile mangiare anche à la carte). L’incontro con i piatti orientali ha dato origine a nomi curiosi e divertenti: la tartare di salmone con mango, avocado e salsa agrumata diventa Tartare Mamma Miij, mentre la Taranta è composta da tonno, avocado, stracciatella e bergamotto. Attenzione anche agli Uramaki: “U Dragon” con riso, salmone, zucchine grigliate, avocado, stracciatella e pomodori secchi, oppure “U Bastardooon” con riso, salmone piccante, salicornia, pistacchio e arachidi.