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Borsa chiusura 28 aprile: Europa in rialzo, a Milano brilla Banca Generali e sale Mps. Scendono Generali e Mediobanca

L’Ops di Mediobanca su Banca Generali anima la seduta di Borsa che ovviamente premia la società preda (+5,1% di Banca Generali) ma anche Mps mentre, come prevedibile, scende il titolo di Mediobanca e soprattutto del Leone

Borsa chiusura 28 aprile: Europa in rialzo, a Milano brilla Banca Generali e sale Mps. Scendono Generali e Mediobanca

Il blackout che ha colpito la penisola iberica non ha spento oggi l’appetito per il rischio sulla gran parte dei listini europei, che hanno inaugurato la settimana con una seduta cautamente positiva – che si chiude sotto i massimi di giornata – dopo i guadagni della scorsa ottava. Wall Street appare invece incerta nella mattina americana. A tenere banco su entrambe le sponde dell’Atlantico sono le numerose trimestrali, mentre si continua a ragionare di dazi e di tregua in Ucraina, dopo il faccia a faccia Trump-Zelenski in San Pietro sabato, a margine dei funerali di Papa Francesco.

Piazza Affari guadagna lo 0,31% e raggiunge 37.465 punti base, attenta ai temi globali, ma soprattutto scossa dalla febbre del risiko bancario che oggi ha toccato un nuovo picco con la mossa a sorpresa di Mediobanca (-0,8%) su Banca Generali (+5,17%). Si tratta di un’offerta pubblica di scambio dal valore di 6,3 miliardi lanciata da Piazzetta Cuccia sulla totalità delle azioni della società di risparmio gestito, da pagare interamente – e qui sta il bello – con la quota di Mediobanca in Generali (-1,13%). Una mossa “offensiva” secondo l’ad Alberto Nagel, ma che molti osservatori leggono come abilmente difensiva rispetto agli appetiti di Mps (+2,08%) sulla stessa Mediobanca, perché sottrae al predatore il boccone più prelibato. Le puntate di questa partita saranno ancora molte, intanto, guardando agli altri listini europei, si sottolinea che i progressi del giorno sono frazionali a Francoforte +0,18%, Parigi +0,5% e Madrid +0,65%, Amsterdam e Londra sono piatte, mentre perde quota Lisbona -1,01%. 

Wall Street in calo

Oltreoceano Wall Street si muove debole dopo le prime ore di scambi, in avvio di una settimana importante per le magnifiche sette, quattro delle quali – Microsoft, Apple, Meta e Amazon –  presenteranno i loro conti tra mercoledì e giovedì. In particolare il focus sarà su Apple (-0,65%) per vedere come la politica dei dazi portata avanti dalla Casa Bianca sta impattando sulle prospettive di vendita di iPhone e sulle catene di approvvigionamento. Intanto Nvidia cede il 3,45%.

La guerra commerciale dichiarata dal presidente Donald Trump, in particolare alla Cina, continua ad essere una spina nel fianco dei mercati finanziari, che dopo quasi 100 giorni della nuova amministrazione Usa fanno un bilancio decisamente negativo. In particolare a New York lo S&P 500 perde circa l’8% dal giorno dell’insediamento di Trump ed è il peggior ribasso nei primi 100 giorni di un presidente statunitense da quelli di Gerald Ford nel 1974, dopo le dimissioni di Richard Nixon.

La confusione è stato un tratto caratteristico di questa politica dei dazi. Anche oggi il segretario al Tesoro statunitense, Scott Bessent, ha detto che il rapporto con la Cina “è complicato” e che “sta a loro ridimensionare lo scontro”, mentre la Cina ha ribadito che non sono in corso dei colloqui con gli Stati Uniti e non ci sono stati contatti telefonici negli ultimi giorni, contrariamente a quanto affermato da Trump.

Mentre è in corso la tregua di 90 giorni con la maggior parte degli Stati, proseguono i colloqui per trovare vari accordi. Uno dei primi, – secondo Bessent – sarà quello con l’India.

Dollaro in lieve calo

La poca chiarezza sui dazi continua a pesare sul dollaro che, nonostante il recente recupero, oggi si muove in lieve calo contro le principali valute. L’euro tratta in timido progresso a 1,138, mentre è più decisa la perdita del biglietto verde contro lo yen (-0,5%) per un cross a 142,81.

Tra le materie prime l’oro, dopo una mattina opaca, ritrova smalto e tratta oltre i 3300 dollari. In particolare lo spot gold sale dello 0,19% a 3324.58 dollari, mentre il future giugno 2025 è a 3335 dollari (+1,11%).

Arretra invece il petrolio, per l’incertezza sulle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina che gettano un’ombra sulle prospettive di crescita globale e sulla richiesta di carburante, mentre sullo sfondo resta la prospettiva di un aumento dell’offerta da parte dell’Opec+. Così Brent e Wti, consegna giugno, cedono circa l’1,5% e trattano rispettivamente a 64,81 dollari e 62,12 dollari.

Piazza Affari: bene Interpump e Saipem, in Pirelli decade il controllo di Sinochem 

Sul principale listino milanese svettano oggi Interpump +2,85% e Saipem +1,74%. In particolare la oil service festeggia l’aggiudicazione da Eni (-0,31%) di un contratto nel Regno Unito per il progetto Liverpool Bay Ccs e per un valore stimato di circa 520 milioni di euro nell’arco dei tre anni. 

I titoli finanziari fanno però la parte del leone nella top ten del giorno. Mps guida i rialzi, nonostante la contromossa di Mediobanca e sono vivaci anche Bper +1,68% e Banca Popolare di Sondrio +1,42%, in una prospettiva di aggregazione che sarebbe ben vista dall’azionista di entrambe, Unipol +1,08%.

Sono in luce Unicredit, +1,71% e Banco Bpm +1,46%, ricordando che oggi è partita l’offerta pubblica di scambio lanciata dalla banca guidata da Andrea Orcel su Piazza Meda.

Fuori da questo perimetro si sono visti spunti su Campari +1,29% e Azimut +1,38%.

Nella parte opposta del paniere ci sono invece Leonardo -1,73%, Stm -1,37%, Nexi -0,96%.

Pirelli è in leggero ribasso(-0,48%), mentre a fine seduta giunge notizia che sul gruppo decade il controllo da parte del socio cinese Sinochem. Oggi si è riunito infatti il cda della Bicocca per il bilancio, ma il board ha approvato anche la proposta dell’amministratore delegato Andrea Casaluci, secondo cui, a seguito dell’emanazione del dpcm Golden Power, “è venuto meno il controllo di Mpi Italy (e, per l’effetto, di Sinochem) su Pirelli ai sensi dell’IFRS 10”. Al contempo, si legge in una nota, “Pirelli non risulta, ai sensi del predetto principio contabile, sottoposta al controllo di alcun soggetto”. La verifica della sussistenza del controllo in capo al gruppo Sinochem attraverso Marco Polo Italy (MPI Italy) era stata sollevata dal collegio sindacale e dal management a seguito dell’emanazione del dpcm Golden Power del giugno 2023. Il management evidenzia che la decisione in ordine all’assenza del controllo da parte del socio Sinochem “rappresenta un primo passo, ma non risolutivo, nel percorso di necessario adeguamento della governance societaria ai vincoli normativi negli Usa, mercato chiave nel segmento dei pneumatici High Value e di sviluppo e diffusione della tecnologia Cyber Tyre”. Pertanto, il management ha ribadito che “continuera’ nel dialogo con i principali soci per allineare la governance di Pirelli alle normative americane, in particolare quella legata ai veicoli connessi, nell’interesse della societa’ e di tutti i suoi stakeholders”.

Spread in calo

Chiude positiva la carta italiana, con lo spread tra Btp 10 anni e Bund di durata uguale che si ferma a 109 punti base. Sono poco mossi i rendimenti dei due titoli: il Btp è indicato al 3,61% e il Bund al 2,51%. Intanto dal mondo Bce arrivano notizie si registra una posizione assai accomodante del falco Olli Rehn, governatore della banca centrale finlandese, secondo il quale 

la Banca centrale europea potrebbe tagliare i tassi di interesse al di sotto della soglia di neutralità e mantenere la massima flessibilità.

All’origine di questa possibile scelta c’è il fatto che le pressioni sottostanti sui prezzi si stanno allentando e che i dazi commerciali statunitensi stanno per lo più aumentando i rischi negativi per l’inflazione.

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