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Generali e la sorpresa Orcel: il suo voto pro Caltagirone più influenzato dal Golden power che da logiche di mercato

La scelta di campo di Andrea Orcel, pur non avendo influito sul risultato dell’assemblea di Generali, ha sorpreso tutti e diffuso il convincimento che sia in connessione con il tentativo di addolcire il Governo sul Golden power

Generali e la sorpresa Orcel: il suo voto pro Caltagirone più influenzato dal Golden power che da logiche di mercato

Se la vittoria di Philippe Donnet nell’attesissima assemblea delle Generali era largamente prevedibile per il favorevole orientamento dei fondi internazionali, la vera sorpresa dell’assise di Trieste è stata un’altra: l’appoggio di Unicredit alla lista di Francesco Gaetano Caltagirone. Una scelta, quella dell’amministratore delegato della banca milanese, Andrea Orcel, divergente dai consigli dei proxy advisor Iss e Glass Lewis e dalla stessa filosofia di Orcel, che si è sempre presentato come banchiere di mercato non ha mancato di reagire alle ingerenze della politica nelle operazioni di risiko in corso.

Dal Dll Capitali all’endorsement per l’Ops di Mps, Caltagirone, Delfin e Mef su Mediobanca, il Governo non ha mai nascosto la propria vicinanza alle azioni e alle ambizioni del costruttore romano, il cui obiettivo ultimo è sempre stato non solo la conquista di Mediobanca, ma soprattutto quella delle Generali.

I possibili motivi della scelta di Orcel

Se si considera che ancora una volta i fondi internazionali sono stati determinanti per la vittoria di Donnet in Generali, spinti sia dai risultati ottenuti e dai dividendi distribuiti, che dall’assenza di conflitti d’interesse, cosa può aver indotto Orcel al colpo di scena che lo ha portato ad appoggiare Caltagirone, malgrado in precedenza avesse espresso apprezzamento per Donnet? È realistico pensare che la mossa dell’Ad di Unicredit sia finalizzata ad intavolare un confronto con il Governo e ad addolcire le prescrizioni contenute nel Golden power sull’Ops lanciata da Piazza Gae Aulenti su Banco Bpm. Se così fosse, si tratterebbe di una scelta dettata più dall’astuzia tattica che da una logica di mercato che ha il sapore di un frutto avvelenato della politica che quando interviene a gamba tesa può solo provocare danni.

Vedremo nei prossimi giorni se Orcel otterrà qualche sconto dal Governo sull’operazione su Banco Bpm, ma non si possono non rilevare due aspetti: il primo è che l’immagine del banchiere di mercato finora considerato il Cristiano Ronaldo del M&a ne esce comunque offuscata. Il secondo è che le ripetute ingerenze dell’Esecutivo nelle operazione di mercato indeboliscono la democrazia liberale che il nostro Paese è stato fin qui abituato a conoscere.

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