Eni chiude il primo trimestre del 2025 con utili e ricavi in calo. A influire negativamente sui risultati sono stati un contesto economico incerto e il calo dei prezzi del petrolio. In risposta alle difficoltà globali, tra cui le tensioni commerciali derivanti dalla politica di Donald Trump, il gruppo ha ridotto gli investimenti lordi, passando da 9 miliardi a meno di 8,5 miliardi di euro per l’intero anno. L’amministratore delegato Claudio Descalzi ha commentato i risultati come “solidi”, con un utile netto rettificato di 1,41 miliardi di euro, in calo dell’11% rispetto al 2024, ma comunque superiori alle attese del mercato. Per affrontare le difficoltà, Eni ha individuato oltre 2 miliardi di euro in azioni di razionalizzazione della spesa e ha confermato l’aumento del dividendo, insieme a un buyback da 1,5 miliardi.
Nonostante il calo, tutti i principali indicatori si sono rivelati superiori alle attese del mercato. A Piazza Affari, il titolo sale dell’1,64%.
Eni: i conti dei primi tre mesi del 2025
Eni ha chiuso i primi tre mesi del 2025 con un utile netto adjusted di 1,41 miliardi di euro, in calo dell’11% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre l’utile netto complessivo si attesta a 1,17 miliardi di euro, con una flessione del 3%. I ricavi della gestione caratteristica hanno registrato un leggero calo, scendendo a 22,57 miliardi di euro (-2%), mentre la produzione di idrocarburi è diminuita del 5%, raggiungendo 1,64 milioni di barili equivalenti al giorno, principalmente a causa del calo del prezzo del Brent, che è sceso a 75 dollari al barile, rispetto agli 83 dollari del primo trimestre 2024.
Nonostante il calo dei ricavi e della produzione, Eni ha mostrato una ripresa sequenziale rispetto al quarto trimestre del 2024, con un incremento del 36% dell’utile operativo proforma, grazie alla solida performance della divisione E&P, di Gas & GNL, e ai progressi nei settori Enilive e Plenitude. Nel dettaglio, l’E&P ha registrato un utile operativo adjusted di 3,3 miliardi di euro (-2%), mentre Gas & GNL ha visto un incremento del 34%, portando l’utile operativo a 473 milioni di euro. Al contrario, il settore chimico ha registrato una perdita ampliata di 334 milioni di euro, mentre Enilive e Plenitude hanno subito un calo dell’Ebitda del 21%, fermandosi a 336 milioni di euro.
Il flusso di cassa netto da attività operativa è aumentato del 25%, raggiungendo 2,38 miliardi di euro, con i flussi operativi sufficienti a coprire gli investimenti e garantire una solida remunerazione agli azionisti. Sul fronte finanziario, Eni ha completato la vendita del 30% di Enilive a Kkr per 3,6 miliardi di euro, aumentando al contempo la partecipazione di EIP in Plenitude al 10%, con un incasso di 0,2 miliardi di euro. Questi risultati hanno portato il leverage proforma a 0,12.
Dividendo più alto e buyback al via
Eni ha confermato il dividendo annuale di 1,05 euro per azione (+5%) e annunciato un programma di buyback da 1,5 miliardi di euro, che sarà sottoposto all’approvazione dell’assemblea degli azionisti il 14 maggio 2025. La quarta tranche del dividendo 2024, pari a 0,25 euro per azione, sarà distribuita il 21 maggio 2025. Nel primo trimestre 2025, Eni ha distribuito 1,2 miliardi di euro ai suoi azionisti,
Il flusso di cassa operativo del trimestre, pari a 3,4 miliardi di euro con un incremento del 25% del flusso di cassa netto, si è attestato a 2,38 miliardi di euro ed è risultato sufficiente a coprire sia gli investimenti lordi (1,9 miliardi) sia le distribuzioni agli azionisti.
Dazi Usa: Eni rivede i piani di spesa 2025
In risposta alla volatilità dei mercati, Eni ha rivisto i propri piani di spesa per il 2025, riducendo gli investimenti netti sotto i 6 miliardi di euro (rispetto ai 6,5-7 miliardi precedenti). La società ha anche confermato una guidance di flusso di cassa per l’anno pari a 11 miliardi di euro, con un prezzo medio del Brent previsto a 65 dollari al barile, 40 euro/MWh per il prezzo del gas Ttf, un margine di raffinazione a 3,5 dollari al barile e un tasso di cambio euro/dollaro pari a 1,1. Invariate le stime di produzione, attese a 1,7 milioni di barili equivalenti al giorno.
L’ebit atteso per il settore Gas & Power è confermato a 800 milioni di euro, con possibilità di superare il miliardo in presenza di condizioni favorevoli e negoziazioni positive. L’ebitda previsto per Enilive e Plenitude è rispettivamente pari a un miliardo e oltre 1,1 miliardi di euro.
Nuova joint venture in Indonesia. Atteso via libera al progetto HyNet
In parallelo alla pubblicazione dei conti, Eni ha annunciato la creazione di una nuova joint venture nell’oil & gas con Petronas, mirata a valorizzare le risorse di gas in Indonesia. La nuova entità, autofinanziata e con un portafoglio di asset di alta qualità, mira a valorizzare al massimo le risorse di gas in Indonesia.
Tra gli altri sviluppi, sono attesi incassi per 2,7 miliardi di euro grazie al modello dual exploration applicato agli accordi con Vitol per i progetti Baleine e Congo FLNG. È inoltre in fase di definizione un secondo satellite, focalizzato sulla cattura e lo stoccaggio della CO₂. In tale ambito, proprio oggi è atteso l’ok del governo britannico al gasdotto del progetto Hynet North West, che servirà i poli industriali di Liverpool e Manchester. L’annuncio avverrà durante il vertice sulla sicurezza energetica a Londra, con oltre 60 leader internazionali.
HyNet rappresenta un’opportunità straordinaria per la regione, creando 350mila posti di lavoro e generando 17 miliardi di sterline di valore economico nei prossimi 25 anni. Inizialmente, Eni prevede di stoccare 4,5 milioni di tonnellate di CO₂ all’anno, con l’obiettivo di arrivare a 10 milioni entro il 2030, pari alle emissioni di 4 milioni di automobili.
L’ad Descalzi: “Ben posizionati per attraversare l’attuale congiuntura”
“In prospettiva siamo ben posizionati per attraversare l’attuale congiuntura – ha dichiarato l’ad Descalzi -. Grazie a un portafoglio di attivi di elevata qualità, in grado di fornirci ampia flessibilità, e a strutture finanziarie collaudate che assicurano una disciplinata allocazione del capitale e una crescita autofinanziata, siamo in grado di ottimizzare i nostri piani di spesa e la gestione della cassa”. Eni ha individuato oltre 2 miliardi di azioni di razionalizzazione della spesa, equivalenti a circa 15 dollari a barile di effetto prezzo.