Nexi ha annunciato una crescita dei ricavi pari al +3,7% su base annua nel primo trimestre del 2025, in linea con le attese espresse nella guidance comunicata lo scorso 28 febbraio. Il dato emerge dai risultati consolidati preliminari resi noti martedì, in vista della pubblicazione ufficiale dei conti prevista per giovedì 8 maggio 2025, quando si terrà la presentazione completa della trimestrale.
La crescita, definita “solida” dalla stessa società, conferma la resilienza del modello di business anche in un contesto macroeconomico complesso. Nexi continua a beneficiare della digitalizzazione dei pagamenti, elemento trainante della sua performance anche in fasi di volatilità dei consumi.
Nexi vola a Piazza Affari
Alla luce della comunicazione preliminare, il titolo Nexi guadagna a Piazza Affari il 4,77%, portandosi a quota 5,21 euro per azione, risultando tra i migliori performer del Ftse Mib.
Gli analisti di Intermonte avevano previsto un incremento dei ricavi del 3,5%, per cui il dato preliminare ha sorpreso positivamente. La performance viene interpretata come segnale di resilienza operativa, nonostante uno scenario competitivo e macroeconomico non privo di ostacoli.
Outlook 2025: margini in espansione e cash flow in crescita
Le previsioni per il resto dell’anno restano positive. Intermonte stima un ebitda margin in crescita al 47% (+78 punti base rispetto al 2024), con una prospettiva di rafforzamento nel secondo trimestre, anche grazie a un confronto favorevole con il 2024, quando le festività pasquali avevano penalizzato i primi tre mesi dell’anno.
Equita, da parte sua, prevede una crescita organica dell’ebitda intorno al +5% e una generazione di free cash flow superiore a 200 milioni di euro per il trimestre. A livello annuale, le attese sono per un free cash flow oltre gli 800 milioni, un’espansione dei margini di almeno 50 punti base e una distribuzione di dividendi per 300 milioni di euro (con uno yield atteso del 5%).
Sempre a maggio, e subordinatamente all’approvazione dell’assemblea del 30 aprile, potrebbe essere avviato un programma di buyback da ulteriori 300 milioni, a conferma della solidità patrimoniale e della volontà del management di remunerare gli azionisti.