La Casa Bianca ha lanciato un ultimatum che, se non risolto velocemente, potrebbe trasformarsi in una “congelazione” permanente della situazione in Ucraina. Durante una visita in India, il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance, ha chiarito la posizione di Washington: “Credo che siamo arrivati a un punto in cui dobbiamo fare, se non l’ultimo, uno degli ultimi passi. A livello generale, dobbiamo fermare le uccisioni e congelare i confini a un livello simile a quello attuale”. La sua proposta è chiara: sia la Russia che l’Ucraina dovranno accettare di sacrificare parte dei loro territori attuali. E se non si troverà un accordo? Gli Stati Uniti “ritireranno” il loro supporto.
Nel frattempo, il presidente ucraino Zelensky ha aperto alla possibilità di negoziati diretti con Mosca, ma solo dopo un cessate il fuoco. “Siamo pronti a sederci a un tavolo con qualunque formato per porre fine alla guerra”, ha affermato, ribadendo che Kiev non si impegnerà finché le ostilità non si fermeranno. La Russia, secondo il Financial Times, ha proposto di congelare l’invasione lungo l’attuale linea del fronte, rinunciando alle rivendicazioni sui territori non ancora occupati, e quindi mantenendo il controllo sulla Crimea. Tuttavia, l’Unione europea è scettica, temendo che la mossa russa sia solo una strategia per guadagnare tempo, “comprare” il supporto di Trump e riorganizzare le truppe.
Il piano segreto degli Stati Uniti
Secondo quanto trapelato da Axios, Washington ha avanzato una proposta all’Ucraina che include una serie di condizioni cruciali per raggiungere un accordo di pace. Tra le principali, c’è il riconoscimento della Crimea come parte della Russia, con il tacito consenso anche al controllo russo su altre aree occupate dal 2022. La proposta, che sarebbe stata presentata ai funzionari ucraini a Parigi la scorsa settimana, è descritta come “l’offerta finale del presidente Trump”. Oltre a questo, il piano prevede che l’Ucraina rinunci a entrare nella Nato, ma sarà libera di aderire all’Unione europea, con la stabilità garantita dalle forze armate europee. Però, niente supporto militare diretto da parte degli Stati Uniti.
Il piano include anche il congelamento delle linee di combattimento al fronte per fermare l’escalation e trovare una soluzione diplomatica. Inoltre, secondo il Washington Post, la proposta potrebbe comportare la rimozione delle sanzioni contro Mosca, ma questo dipenderebbe dall’accordo finale. La Casa Bianca ora attende la risposta di Kiev, con un incontro previsto a Londra tra funzionari statunitensi, ucraini ed europei entro la fine della settimana.
Zelensky: “L’Ucraina non riconoscerà mai la Crimea come parte della Russia”
Forte la reazione di Kiev. Secondo fonti interne citate da Axios, gli ucraini preferirebbero un cessate il fuoco di 30 giorni come prima fase dei negoziati, rinviando la discussione su un accordo definitivo a un momento successivo. Il presidente ucraino è stato chiaro: non c’è possibilità che l’Ucraina riconosca la Crimea come parte della Russia, definendo tale mossa come “contro la nostra Costituzione”. E non è un semplice capriccio: è una posizione di principio. A rincarare la dose, la Commissione europea ha ribadito: “La Crimea è Ucraina“, senza se e senza ma.
Nel frattempo, tra i partner europei, Francia e Regno Unito sembrano avere un’idea più flessibile: sarebbero disposti a considerare l’idea che l’Ucraina ceda qualche territorio occupato dalla Russia, ma solo in cambio di significativi aiuti economici e garanzie di sicurezza. A condizione che questo riconoscimento territoriale avvenga “solo de facto”, cioè senza alcuna formalizzazione da parte di Mosca. Insomma, uno “status quo” un po’ più allentato, ma pur sempre in piedi.
Rinviato vertice a Londra tra ministri
Intanto, gli attesi colloqui di pace a Londra, previsti per oggi, sono stati rinviati, come confermato dal governo britannico. Tuttavia, un incontro con funzionari di livello inferiore si terrà comunque. Il rinvio è stato attribuito all’assenza del segretario di Stato Usa, Marco Rubio, che ha partecipato ai colloqui di Parigi la settimana scorsa. Secondo il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, i colloqui non si sono svolti a Londra perché le parti non sono riuscite a raggiungere un accordo su alcun punto. L’assenza di Rubio ha influito anche sulla decisione dei ministri europei di non partecipare. Rubio, ormai piuttosto irritato dalla lentezza delle trattative, ha commentato in un post su X, che, data la situazione, il team statunitense si concentrerà su incontri tecnici con le controparti ucraine e britanniche. Il segretario di Stato Usa ha accennato a un possibile disimpegno degli Stati Uniti se il processo negoziale non dovesse accelerare.
Il prossimo possibile punto di contatto tra Washington e Kiev sarà a Roma, in occasione dei funerali di Papa Francesco, dove sono attesi sia il leader ucraino che il presidente Usa. I due potrebbero incontrarsi in Vaticano per discutere informalmente dei negoziati. Zelensky ha lasciato intendere l’apertura a un colloquio diretto: “Siamo sempre pronti a incontrare i partner statunitensi. Sempre.”
Attacco russo: 9 morti in un raid su un autobus
Intanto, mentre i diplomatici si danno battaglia, sul campo continua il dolore. Un attacco russo con drone ha ucciso nove persone a Marganec, una città nell’Ucraina sudorientale. L’attacco, che ha colpito un autobus con dipendenti di un’azienda a bordo, ha anche ferito gravemente altre 30 persone. Il governatore della regione di Dnipropetrovsk ha aggiornato sulla tragica situazione. Zelensky, con il consueto tono di chi è ormai abituato alla sofferenza, ha scritto su X: “Fermare le uccisioni è il nostro primo obiettivo”.
Ultimo aggiornamento: mercoledì 23 aprile 2025 alle ore 15:55