Come in una bobina che si riavvolge, i mercati, che erano precipitati nelle scorse sedute, fanno retromarcia dopo le ultime dichiarazioni più accomodanti di Trump. Ascoltando il presidente Trump ieri, è come se tutto il sarcasmo nei confronti del capo della Fed Jay Powell – le minacce, gli insulti – fosse frutto di un folle malinteso. Trump ora afferma di “non aver alcuna intenzione di licenziarlo” e di aver solo cercato “con cautela” di ottenere un taglio dei tassi o due. Inoltre nella stessa conferenza stampa, Trump ha affermato che le esorbitanti imposte sui prodotti cinesi, in seguito alla rapida escalation della guerra commerciale “occhio per occhio” son diventate così elevate che saranno presto “sostanzialmente” ridotte. A ciò occorre aggiungere i resoconti trimestrali Usa risultati per lo più positivi, Elon Musk che si defila dal Doge, per dedicarsi invece di più alle sue aziende e anche un clima che sembrerebbe più disteso sul fronte ucraino.
La reazione del mercato è stata immediata, mettendo anche in secondo piano i tagli alla crescita da parte del Fondo monetario Internazionale. Gli investitori che sono tornati a investire nel dollaro dopo giorni di forti vendite, soprannominate “sell America”, che avevano spinto la valuta ai minimi pluriennali rispetto a valute come l’euro e il franco svizzero. I titoli del Tesoro a lunga scadenza si sono ripresi, poiché il cambio di rotta di Trump su Powell sembra aver attenuato la minaccia alla credibilità monetaria e fiscale degli Stati Uniti. Anche le azioni di Wall Street hanno ripreso quota, il che ha risollevato i mercati azionari in Asia e sembra destinato a sostenere anche l’Europa.
È Bessent la voce della ragione di Trump. Ma i grattacapi restano
A solo una settimana dal completamento del simbolico centesimo giorno del secondo mandato di Trump nello Studio Ovale, si potrebbe pensare che gli operatori di mercato si siano ormai abituati ai suoi repentini cambiamenti di rotta e voltafaccia. Invece, ci sono molti grattacapi e molteplici teorie su cosa stia succedendo a porte chiuse. Molti analisti ipotizzano che, con il dollaro in caduta libera, il Segretario al Tesoro Scott Bessent sia intervenuto nuovamente come la voce della ragione, spiegando quanto sarebbe stata destabilizzante per i mercati qualsiasi interferenza con una banca centrale indipendente. Si ritiene che lo abbia fatto anche durante il crollo del mercato del Tesoro all’inizio del mese, che ha imposto una sospensione dei dazi del “Giorno della Liberazione”.
In ogni caso, molti analisti insistono sul fatto che è necessario raggiungere accordi commerciali concreti prima che sui mercati si possa tornare a una vera stabilità. L’amministrazione Trump ha citato il suo vecchio alleato, il Giappone, per il primo round di negoziati, il che potrebbe creare un precedente che altri partner commerciali potrebbero seguire. Una fonte ha riferito a Reuters che le due parti si stanno avvicinando a un accordo provvisorio, ma che le questioni più spinose vengono rimandate. Bessent ha appoggiato l’affermazione di Trump secondo cui è probabile una de-escalation con la Cina, ma ha descritto i futuri negoziati con Pechino come “una faticaccia” e le due parti non hanno ancora concordato nemmeno di iniziare a parlarne.
Wall Street esulta e continua a crescere anche dopo la chiusura
Le azioni statunitensi hanno registrato un rimbalzo ieri, grazie a una serie di resoconti sugli utili trimestrali e agli indizi di una riduzione delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina che hanno attirato gli acquirenti dall’esterno. Poi sono ulteriormente aumentate nell’after hours conn le dichiarazioni di Trump su Powell. Durante la seduta, un ampio rally ha fatto salire tutti e tre i principali indici statunitensi di oltre il 2,5%.
La stagione degli utili del primo trimestre è entrata nel vivo. Finora, 82 delle società dell’S&P 500 hanno pubblicato i risultati. Di queste, il 73% ha superato le aspettative, secondo LSEG. Gli analisti prevedono ora una crescita degli utili aggregati dell’indice S&P 500 pari all’8,1% per il periodo gennaio-marzo, in calo rispetto alla crescita del 12,2% prevista all’inizio del trimestre, secondo LSEG. Le azioni del conglomerato industriale 3M è balzato dell’8,1% dopo che la società ha pubblicato previsioni di utili per il primo trimestre migliori del previsto, sebbene abbia segnalato un probabile impatto negativo sugli utili del 2025 dovuto ai dazi. Northrop Grumman è crollato del 12,7% dopo aver segnalato un forte calo degli utili. L’azienda aerospaziale e di difesa RTX è crollata del 9,8% dopo aver segnalato un potenziale calo di 850 milioni di dollari nei suoi profitti annuali dovuto ai dazi.
In chiusura il Dow Jones Industrial Average ha mostrato un rialzo del 2,66%, a 39.186,98, l’S&P 500 ha guadagnato il 2,51%, a 5.287,76 e il Nasdaq Composite ha guadagnato il 2,71%, a 16.300,42. Tutti gli 11 principali settori dell’S&P 500 sono avanzati, con la finanza e i beni di consumo che hanno goduto dei maggiori guadagni percentuali.
Il capo di Tesla, X e SpaceX, Elon Musk, ha detto agli analisti che ridurrà significativamente il suo lavoro con la motosega presso Doge per concentrarsi sulla gestione delle sue aziende. Le azioni Tesla sono aumentate del 5,5% dopo la chiusura degli scambi, anche se questo rappresenta una modesta consolazione rispetto al calo di quasi il 50% registrato dal titolo rispetto al picco di dicembre. Tesla ha chiuso il primo trimestre del 2025 con un crollo dell’utile netto del 71%.
A indicare che gli operatori si aspettano un rialzo di Wall Street mercoledì, i futures S&P 500 sono balzati di quasi il 2% in seguito ai commenti di Trump, mentre Amazon.com e Nvidia sono saliti del 3% ciascuno e Apple è salito del 2% nelle contrattazioni after-hours.
L’entusiasmo sui mercati, mette in secondo piano persino il Fondo monetario internazionale che ieri sera ha tagliato le sue previsioni di crescita per gli Stati Uniti, la Cina e la maggior parte dei paesi, citando l’impatto dei dazi statunitensi, ora ai massimi degli ultimi 100 anni, e avvertendo che le crescenti tensioni commerciali rallenteranno ulteriormente la crescita: la rapida escalation delle tensioni commerciali e i “livelli estremamente elevati” di incertezza sulle politiche future avranno un impatto significativo sull’attività economica globale, ha detto. Il Fmi ha ridotto le sue previsioni di crescita globale di 0,5 punti percentuali al 2,8% per il 2025 e di 0,3 punti percentuali al 3% rispetto alle previsioni di gennaio, secondo cui la crescita avrebbe raggiunto il 3,3% in entrambi gli anni. Ha poi aggiunto che si prevede che l’inflazione diminuirà più lentamente del previsto a gennaio, dato l’impatto dei dazi, raggiungendo il 4,3% nel 2025 e il 3,6% nel 2026, con revisioni al rialzo “notevoli” per gli Stati Uniti e altre economie avanzate. Per gli Stati Uniti il FMI ha rivisto al ribasso le sue previsioni di crescita di 0,9 punti percentuali all’1,8% nel 2025 (un punto percentuale in meno rispetto alla crescita del 2,8% del 2024) e di 0,4 punti percentuali all’1,7% nel 2026, citando l’incertezza politica e le tensioni commerciali.
Ucraina: qualche schiarita?
Sul fonte ucraino sembrano vedersi alcune schiarite. Il presidente Volodymyr Zelensky ha detto che l’Ucraina sarà pronta a tenere colloqui con la Russia in qualsiasi formato una volta in vigore il cessate il fuoco, ma ha avvertito che sarebbe impossibile concordare rapidamente tutti i termini di un accordo di pace. Durante un briefing a Kiev, il presidente ucraino ha detto ai giornalisti che una delegazione ucraina che incontrerà alti funzionari dei Paesi occidentali a Londra avrà il mandato di discutere un cessate il fuoco totale o parziale. Zelenskiy si è poi detto pronto a incontrare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump durante la sua visita in Vaticano.
L’Asia trae beneficio dalla distensione sui dazi
Le dichiarazioni più accomodanti di Trump riguardo la guerra commerciale ha dato sollievo anche alle borse asiatiche. Anche il dollaro ha recuperato in parte le forti perdite subite di recente, salendo dello 0,8% sullo yen giapponese a 142,72 e allontanandosi dal minimo di sette mesi di 139,89. Il biglietto verde è salito dello 0,8% sul franco svizzero, attestandosi a 0,8262, mentre l’euro è sceso dello 0,6%, attestandosi a 1,1348 dollari.
Il Nikkei giapponese è balzato del 2,3% nelle prime contrattazioni, nonostante i dati contrastanti degli indici dei responsabili degli acquisti (PMI), che hanno mostrato forza nei servizi e un prolungato calo nel settore manifatturiero ad aprile. L’indice principale della Corea del Sud è cresciuto dell’1,4%. L‘indice MSCI più ampio delle azioni dell’Asia-Pacifico al di fuori del Giappone è in rialzo dello 0,3%. L’indice Hang Seng di Hong Kong sale del +2,4%. Sensex di Mumbay +0,3%.
Borse europee
Anche le borse europee sono viste attese positive in apertura, con il future Eurostoxx50 che in dica un +1,67%.
Nexi. Ha comunicato una crescita dei ricavi del 3,7% nel primo trimestre del 2025, in linea con la guidance fornita al mercato.Banca Mediolanum. JPMorgan ha tagliato il target a 16,60 euro.
Unicredit. Il governo ha posto delle prescrizioni alla proposta di offerta di UniCredit su Banco Bpm per evitare “anche il minimo rischio” che i risparmi raccolti da Banco Bpm vadano a beneficio dell’economia russa. UniCredit ha risposto al governo esprimendo i propri dubbi sulle prescrizioni imposte con il Golden Power e fino a un riscontro non potrà prendere alcune decisione sul proseguimento dell’Ops su Banco Bpm.
Eni. Redburn taglia il giudizio a Neutral, target 13,40 euro.
Fineco. JPMorgan ha tagliato il target a 19,40 euro.
Pirelli. Bernstein ha promosso il titolo a Market Perform, target 5,20 euro.
Poste. Citi ha alzato il target a 18,50 euro.
Saipem. Redburn Atlantic ha ridotto il target da 3,2 a 2,8 euro.
Wiit. Equita ha promosso il giudizio da Hold a Buy, target 22 euro.