La storia si ripete a ogni crisi: i titoli obbligazionari italiani, all’interno della zona euro, sono quelli che soffrono di più nel confronto con il bund, che invece torna ad essere considerato l’asset obbligazionario più sicuro e lo spread si allarga più che negli altri Paesi.
Così, mentre il benchmark decennale tedesco stamane mostra un rendimento in calo sotto il 2,5%, la stessa scadenza del Btp rende il 3,8%, in rialzo di 10 punti base questa mattina: di conseguenza il differenziale Btp-Bund si è allargato fino a 127,4 punti base in apertura da 119,7 della chiusura di venerdì, per poi arretrare in area 125 punti base. L’anno scorso ad agosto era salito in area 158 punti base.
Un grattacapo in più per il governo Meloni
Un bel grattacapo in più per l’esecutivo italiano che invece per mesi si era vantato della discesa dello spread. Cosa vera, perché anche con l’ampliamento di oggi, lo spread risulta comunque in calo del 4,69% sull’orizzonte dei sei mesi e dell’9,96% sui 12 mesi. Ma le cose sono decisamente peggiorate nell’ultimo mese quando ha registrato un aumento del 16,78%.
Ma ciò che ancora più conta per il bilancio delle stato, già gravato da uno stock monstre del debito, è l’aumento del suo costo per interessi, visto che il rendimento del decennale ha visto un’impennata del 7%. Complessivamente, la spesa per interessi, che era a 96 miliardi nel 2023, è stimata a quasi 98 miliardi nel 2024, pari rispettivamente al 4,8% e 4,7% del Pil dei due anni, secondo alcuni analisti. Nella rilevazione di Bankitalia relativa al mese di novembre 2024 il debito pubblico era salito a 3.005,2 miliardi di euro rispetto ai 2.981,3 miliardi di inizio mese.
In serata il Tesoro comunicherà i dettagli relativi all’asta del Bot annuale in programma giovedì. L’8 aprile è, invece, atteso l’annuncio sul collocamento dei Btp a medio-lungo di venerdì 11 aprile. Complessivamente, per il primario europeo si apre una settimana in cui l’offerta è calcolata da Ifr intorno ai 22 miliardi di euro dopo i 27,2 miliardi della scorsa.
Meloni vorrebbe trattare direttamente con Trump sui dazi
“Come governo dobbiamo cercare di mantenere il sangue freddo, valutare gli impatti ed evitare di partire con una politica di contro-dazi che potrebbe essere semplicemente dannosa per tutti e specialmente per noi”, ha detto ieri il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti intervenendo al Forum Ambrosetti di Cernobbio. “Il messaggio a mio giudizio è che non bisogna pigiare il pulsante, il bottone del panico – ha aggiunto – Questo approccio pragmatico e razionale lo porteremo a livello europeo. Le Borse agiscono in modo razionale e talvolta irrazionale, seguendo altri tipi di istinti”. Posizione che si uniforma a quanto detto nei giorni scorsi dalla premier Giorgia Meloni che per altro starebbe valutando un viaggio in Usa per discutere del tema dazi la settimana prossima mentre al momento Ue non ha ancora deciso come reagire ai dazi.
Gli altri spread europei: Oat/Bund e Bonos/Bund
Si comportano diversamente i rendimenti degli altri principali Paesi della zona euro e di conseguenza anche il loro spread rispetto al Bund tedesco.
In particolare il rapporto tra decennale francese (Oat) e quello tedesco si sta restringendo stamattina: dopo un’apertura a 79,8 punti base dai 76,3 punti base di venerdì, in tarda mattinata è a 75 punti base, con il rendimento dell’Oat al 3,27%.
Poco variato è il differenziale tra il decennale spagnolo (Bonos) e il bund, stamane a 72 punti base da 70,3 pb di venerdì.