Dopo un weekend passato sui campi da golf Trump parlando ieri ai giornalisti a bordo dell’Air Force One ha mostrato di non essere per nulla scalfito dai crolli su tutti i mercati del mondo da quando ha annunciato i suoi dazi, non ha mostrato alcun segno di voler fare marcia indietro, convinto che questa amara medicina aiuterà nel lungo termine. Sembra pensarla diversamente persino uno dei maggiori sostenitori di Trump alla corsa per la presidenza, il gestore di fondi miliardario Bill Ackman, dicendo che i dazi sono un “inverno nucleare economico” per il mondo.
Nei due giorni successivi all’annuncio dei dazi di Trump, i mercati hanno perso 5,4 trilioni di dollari di valore e hanno trascinato l’S&P500 al livello più basso in 11 mesi. Venerdì l’indice S&P500 ha chiuso in calo del -6%, con un calo del 9,1% nella la settimana, mentre i future di Wall Street anticipano stamane un altro calo del 4%.
Il freddo si è fatto sentire di nuovo stanotte in Asia dove il Nikkei ha perso un altro 6% e le blue chip cinesi quasi il 7%, nonostante le voci secondo cui Pechino sarebbe intervenuta in soccorso con misure di stimolo, mentre Taiwan è tornata da una pausa con perdite di quasi il 10%. Il rame guadagna dopo un calo iniziale. Scende sui minimi degli ultimi tre anni il petrolio e tratta a 77.500 dollari il bitcoin, prezzo che non si vedeva da novembre.
JPMorgan ora vede una probabilità del 60% di una recessione negli Stati Uniti e di tagli dei tassi della Fed da giugno al prossimo gennaio, lasciando il tasso dei fondi intorno al 3%. I mercati stimano addirittura una probabilità del 50% che la Fed possa allentare la politica monetaria già a maggio, nonostante il presidente Powell abbia ribadito la scorsa settimana che la banca centrale non ha fretta di agire. I rendimenti dei titoli del Tesoro a due anni, i titoli più sensibili alla politica monetaria, sono scesi fino a 22 punti base, mentre lo yen giapponese e il franco svizzero sono aumentati.
L’Unione Europea riunirà oggi più tardi i suoi ministri del commercio per decidere con che tipo di rappresaglie agire. Da mercoledì, il blocco dei 27 paesi dovrà far fronte a tariffe di importazione del 25% su acciaio, alluminio e automobili, e a tariffe “reciproche” del 20% su quasi tutti gli altri beni. In un’intervista al Financial Times stamane il governatore della banca centrale greca Yannis Stournaras ha detto che le misure tariffarie del presidente degli Stati Uniti Donald Trump potrebbero rallentare la crescita economica dell’area dell’euro tra 0,5 e 1 punto percentuale. Più tardi oggi interverranno il membro del consiglio direttivo della Bce Piero Cipollone e il governatore della Fed Kugler
La Cina progetta di svalutare lo yuan. Taiwan obbedisce a Trump
I mercati dell’area Asia-Pacifico sono in difficoltà lunedì, con l’ indice MSCI Asia Pacific ai minimi di oltre 16 anni. Le azioni cinesi hanno guidato un’ampia e profonda svendita a causa delle preoccupazioni sull’impatto della guerra commerciale sull’economia globale. La borsa di Hong Kong ha riaperto con un tonfo dopo la chiusura di venerdì: l’indice Hang Seng perde il -10%, la peggior variazione giornaliera dal 2008. L’Hang Seng Tech è in calo del 14%. Indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen -6%. L’inasprimento della guerra commerciale potrebbe spingere le autorità cinesi a svalutare aggressivamente lo yuan: di questa ipotesi si parla in queste ore, dopo che Pechino ha avvertito di voler rispondere in modo “risoluto”. La mossa, in teoria, renderebbe le esportazioni cinesi più economiche ma rischierebbe di innescare una fuga di capitali. L’amministrazione del presidente Xi Jinping ha già annunciato una tariffa del 34% su tutte le importazioni dagli Stati Uniti a partire dal 10 aprile. Wells Fargo vede il rischio di un graduale deprezzamento, fino al 15%, della valuta, in un periodo di due mesi. Secondo Jefferies, la Cina potrebbe anche “fare le cose in grande”, arrivando anche fino al 30%. Mizuho è invece prudente e ritiene possibile un indebolimento solo del 3%, in quanto le autorità, in questi ultimi mesi, hanno sempre lasciato intendere di voler proteggere la valuta. In ogni caso, ”la Cina può giocare duro con gli Stati Uniti sulle ritorsioni”, dice Aroop Chatterjee, strategist di Wells Fargo “Una mossa valutaria affronta direttamente qualsiasi perdita di competitività”.
La borsa di Taiwan, per lo più composta da titoli tech, è scivolata fino al 9,8%, il massimo mai registrato poiché le imposte alle stelle di Trump minacciano le catene di fornitura su cui gran parte del business mondiale ha finito per fare affidamento. Taiwan non cercherà tariffe di ritorsione contro i dazi al 32% di Donald Trump e si impegnerà per rimuovere le barriere commerciali con gli Usa. In un messaggio video, il presidente William Lai ha elencato cinque misure, tra cui l’istituzione di un team per i negoziati e l’acquisto di più beni americani per ridurre lo squilibrio commerciale, nel mezzo dei timori dell’opinione pubblica sulle potenziali ricadute economiche della stretta di Washington. Lai ha riconosciuto il “significativo impatto” della mossa del tycoon sull’economia, ma ha esortato a non farsi prendere dal panico in base ai “solidi fondamentali economici” di Taiwan. Intanto la Tatung Co. con sede a Taipei, che produce apparecchiature elettroniche e industriali, nonché elettrodomestici ha dichiarato di voler rafforzare la propria presenza negli Stati Uniti tramite l’acquisizione di produttori americani di apparecchiature elettriche pesanti. Ciò avviene poco dopo che Taiwan ha annunciato 2,7 miliardi di dollari di sostegno alle sue aziende per far fronte all’impatto dei nuovi dazi statunitensi.
L’indice azionario dell’India è crollato fino al 5,1%, il massimo da inizio giugno. I mercati sono chiusi per festività in Indonesia, Thailandia e Vietnam. L’ndice Nikkei di Tokyo è in calo del 6,8%, sui minimi da settembre del 2023. Il cross dollaro yen è a 146,4, il cambio è su livelli che non si vedevano da ottobre. Il premier giapponese Shigeru Ishiba si recherà quanto prima negli Stati Uniti per discutere la delicata questione dei dazi, nel tentativo di attenuare il contraccolpo all’economia del Paese del Sol Levante, pesantemente orientata all’esportazione. “Dobbiamo sottolineare chiaramente che il Giappone non sta facendo nulla di ingiusto”, ha detto Ishiba durante una sessione parlamentare, definendo “estremamente spiacevole” l’imposizione delle tariffe del 24% da parte di Trump, in particolare sul comparto auto, un settore chiave per la nazione.
Borse europee: un altro crollo. A Piazza Affari da seguire Italgas e Ferrari
Le borse europee son viste aprire con un altro profondo calo, come inidca il future sull’Eurostoxx in calo del -3,5%.
Germania. Scende più delle attese la produzione industriale tedesca a febbraio 2025. Secondo l’Ufficio di statistica tedesco Destatis, la produzione industriale ha evidenziato un decremento mensile dell’1,3%, dopo il +2% di gennaio. Le stime degli analisti erano per un decremento dello 0,9%. In aumento il surplus della bilancia commerciale: nel mese di febbraio 2025 si è registrato un surplus, corretto dagli effetti del calendario, pari a 17,7 miliardi di euro, rispetto all’attivo di 16,2 miliardi di gennaio. Il dato è inferiore alle stime degli analisti che erano per un avanzo in salita fino a 18,4 miliardi.
Italgas ha chiuso la settimana con un rialzo dello 0,4%, a fronte del -10,5% dell’indice Ftse Mib. Stamattina gli analisti di Barclays alzano il target price a 7 euro per azione.
Banco BPM. Alla scadenza di venerdì per le adesioni all’Opa lanciata da Banco Bpm su Anima, l’istituto di Piazza Meda è arrivata a detenere, considerando la quota già posseduta, circa il 90% del capitale.
Campari Mediobanca taglia il target price.
Enel. Citi taglia il giudizio a Neutral.
Ferrari. Mediobanca alza il target price.
Generali. Secondo gli ultimi aggiornamento Consob sulle partecipazioni rilevanti, al primo aprile UniCredit deteneva diritti di voto sul 5,266% di Generali dal 4,09% della precedente comunicazione. Institutional Shareholder Services (ISS), società leader nella consulenza in materia di governance, ha raccomandato agli investitori di Generali di votare per affidare all’AD Philippe Donnet un altro mandato in occasione dell’assemblea generale del 24 aprile.
Nexi. Moody’s ha confermato i rating long term corporate family a ‘Ba1’ e quello probability of default a ‘Ba1-PD’, migliorando l’outlook a ‘positivo’ da ‘stabile’.