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Ucraina: verso missione “di rassicurazione” franco-inglese. Ma l’Italia si sfila: per Meloni no truppe a Kiev e Usa più coinvolti

Ucraina, la proposta di una missione “di rassicurazione” franco-inglese è emersa durante il nuovo vertice che si è tenuto a Parigi con 31 Paesi. No di Meloni all’invio di militari a Kiev, l’Italia chiede un maggiore coinvolgimento degli Usa. Ecco cosa è stato deciso: restano le sanzioni alla Russia

Ucraina: verso missione “di rassicurazione” franco-inglese. Ma l’Italia si sfila: per Meloni no truppe a Kiev e Usa più coinvolti

Anche se il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lasciato il terzo vertice dei “volenterosi” (31 Paesi in tutto) a Parigi dicendo che sono emerse “molte domande ma poche risposte” l’iniziativa franco-inglese per una “forza di rassicurazione” sta prendendo sempre più corpo. L’Italia non parteciperà, ha ribadito la premier Giorgia Meloni che chiede un maggiore coinvolgimento degli Stati Uniti e dell’Onu.

Ucraina, cosa ha deciso il vertice dei volenterosi a Parigi

Diversi Paesi europei, ha spiegato il presidente francese Emmanuel Macron, regista del vertice, “sono disposti a inviare truppe in Ucraina per garantire il rispetto di un possibile accordo di pace con la Russia”. Macron ha confermato che “manca l’unanimità” perché diversi Paesi tra cui l’Italia hanno già fatto sapere che non intendono partecipare alla missione. Ma l’unanimità non è necessaria, ha aggiunto il presidente francese, “andremo avanti e ci lavoreremo. Quindi ci sarà sicuramente una forza di rassicurazione con diversi Paesi europei che si schiereranno”.

Forze che, secondo Macron, non devono necessariamente essere di “peacekeeping”, né stabilirsi “sulla linea di contatto” o sostituire le forze armate ucraine ma fornire a Kiev “un sostegno a lungo termine e un deterrente contro una potenziale aggressione russa”. “Posso rassicurarvi sul fatto – ha aggiunto Macron – che non c’è bisogno dell’accordo della Russia” sull’eventuale costituzione di una forza di rassicurazione in appoggio all’Ucraina. “Deriva dal diritto internazionale e non è la Russia che deciderà che cosa succede sul territorio ucraino”.

Ucraina, cosa ha detto von der Leyen

Se ne riparlerà comunque soltanto quando si sarà raggiunta un’intesa anche perché finora “la Russia finge di negoziare ma in realtà non vuole la pace”. Ecco perché i leader riuniti all’Eliseo e la stessa presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen hanno concordato che togliere le sanzioni a Mosca adesso sarebbe un errore.

Ucraina, verso missione congiunta franco-inglese

Nel frattempo bisogna rafforzare la posizione di Kiev, politicamente e militarmente. Per questo Parigi e Londra invieranno in Ucraina una missione congiunta per lavorare al rafforzamento dell’esercito ucraino. “Il primo ministro britannico e io – ha aggiunto Macron – stiamo dando mandato ai nostri Capi di Stato Maggiore della Difesa di inviare nei prossimi giorni le nostre squadre franco-britanniche in Ucraina per preparare in tutti i settori la configurazione di quello che sarà l’esercito ucraino di domani”.

Anche il primo ministro inglese Keir Starmer ha confermato queste decisioni: “Abbiamo riunito 30 Paesi -ha detto – che questa mattina hanno dichiarato apertamente che era da molto tempo che non vedevano un’Europa così forte, e con ciò intendo il continente, non le istituzioni europee”. Un sostegno pieno a Kiev è arrivato anche dalla Germania: il cancelliere uscente Olaf Scholz ha pubblicato una foto accanto a Volodymyr Zelensky e ha aggiunto: “Saremo al fianco dell’Ucraina finche’ sarà necessario”.

Ucraina, a quanto ammonta il credito di Bruxelles a Kiev?

La presidente della Commissione Ue von der Leyen, ha spiegato che nella situazione attuale “è molto chiaro che le sanzioni restano in vigore” e l’Ue “rispetterà in via prioritaria la sua quota di impegni di prestito del Gruppo dei Sette (G7) all’Ucraina”. Il 20 marzo scorso la Commissione europea aveva annunciato di aver stanziato un ulteriore miliardo di euro all’Ucraina nell’ambito di un prestito del G7 rimborsato con i proventi dei beni sovrani russi congelati. Pertanto, l’importo totale del credito già stanziato da Bruxelles a Kiev ammonta a 4 miliardi di euro. In totale, l’Ue si è impegnata a fornire all’Ucraina circa 18 miliardi di euro in prestiti rimborsabili con i rendimenti delle attività russe, come parte della tranche da 45 miliardi di euro concordata dal G7.

Ucraina, la posizione dell’Italia e cosa ha detto Meloni

Quanto all’Italia, Meloni ha ribadito la posizione più volte espressa negli ultimi giorni e concordata con gli alleati di Governo per cui “l’impegno dei partner europei e occidentali per una pace giusta e duratura deve trovare fondamento nel contesto euroatlantico, anche sulla base di un modello che in parte possa ricalcare quanto previsto dall’articolo 5 del Trattato Nato”.

L’articolo 5 del trattato prevede il sostegno ai Paesi membri nel caso di attacco dall’esterno, in tal caso sarebbe esteso all’Ucraina. Meloni ha ribadito che “non è prevista alcuna partecipazione nazionale ad una eventuale forza militare sul terreno” in Ucraina” e ha sostenuto la necessità che venga esteso il cessate il fuoco parziale alle infrastrutture civili, come le scuole e gli ospedali, con l’obiettivo di raggiungere un cessate il fuoco totale.

Ucraina, chi vuole un maggiore coinvolgimento degli Usa

Tutti (non solo Meloni) auspicano un maggiore ruolo degli Stati Uniti anche se non con un’Europa “in ginocchio” rispetto a Washington come ha osservato il premier polacco Donald Tusk. “C’è una forma di paradosso – ha precisato Macron – nel vedere i principali alleati degli Stati Uniti essere i primi a essere tassati. Spero che il presidente Trump sarà in grado di invertire questa decisione” perché “non è una buona idea economica, non è una buona idea geopolitica e non è una buona idea in termini di tempistica”.

Ucraina, verso un accordo Ue-Londra sulla difesa?

Il terzo vertice dei volenterosi sta riportando rapidamente a galla anche un possibile accordo sulla difesa tra Ue e Londra. Secondo la ministra svedese per gli Affari europei, Jessica Rosencrantz, occorre fare rapidi progressi su un accordo di sicurezza formale con il Regno Unito, soprattutto in un momento di forte tensione sull’Ucraina, mentre i Paesi si riarmano rapidamente. Si pensa a un vertice a maggio come momento in cui un tale accordo potrebbe essere firmato, almeno in termini generali. Ma in un’intervista a Politico il ministro ha affermato che è improbabile che gli Stati membri firmino un accordo sulla sicurezza con il Regno Unito prima che vengano risolti i negoziati su altre questioni “sensibili”, tra cui l’accesso alle acque britanniche per le flotte pescherecce europee.

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