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Brasile, Bolsonaro sarà processato per tentato golpe: rischia oltre 40 anni di carcere

L’ex presidente e altri 7 membri del suo governo dovranno difendersi in sede penale dalle pesantissime accuse sui fatti dell’8 gennaio 2023, quando le istituzioni di Brasilia furono assaltate dai loro sostenitori

Brasile, Bolsonaro sarà processato per tentato golpe: rischia oltre 40 anni di carcere

Il Supremo Tribunale Federale brasiliano ha deciso che l’ex presidente Jair Bolsonaro e altri 7 imputati membri del suo governo dovranno andare difendersi in un processo penale per le accuse di organizzazione criminale armata, attentato allo stato di diritto, colpo di Stato, danni al patrimonio pubblico e al patrimonio storico. Sommando tutte le pene previste per questi reati, e considerando le possibili aggravanti, ciascuno dei rinviati a giudizio rischia oltre 40 anni di carcere. E il carcere sarebbe in questo caso effettivo: nessuna immunità per Bolsonaro, che già è stato dichiarato ineleggibile fino al 2030 e che ha il passaporto sequestrato, e non può per questo motivo nemmeno uscire dal suo Paese. I giudici della corte suprema hanno riconosciuto la validità degli indizi della Procura Generale, dando il via libera al processo per i fatti relativi al periodo immediatamente successivo alle elezioni presidenziali del 2022, che videro la vittoria di Lula su Bolsonaro per un soffio, e che culminò con l’assalto alle istituzioni di Brasilia dell’8 gennaio 2023, alla vigilia dell’insediamento di Lula.

Bolsonaro e il “cerchio magico” sotto accusa per l’assalto al Congresso brasiliano

Ad istigare le migliaia di manifestanti che devastarono, in stile Capitol Hill, le sedi del Congresso e del Governo, furono secondo i magistrati proprio l’ex presidente sconfitto ed il suo “cerchio magico”, ad incominciare dal generale dell’esercito ed ex ministro della Difesa Walter Braga Netto, candidato vice-presidente alle ultime elezioni e in carcere già dallo scorso dicembre per aver ordito un piano per persino assassinare Lula. Insieme a Bolsonaro e a Braga Netto, che comunque potranno ricorrere contro il verdetto, rischiano anche gli ex ministri Paulo Sergio Nogueira, Augusto Heleno e Anderson Torres, il deputato Alexandre Ramagem, il militare Almir Garnier e il collaboratore “pentito” Mauro Cid, la cui testimonianza è stata decisiva per istruire il processo. Bolsonaro si dichiara innocente e grida alla persecuzione e al complotto: “In Brasile c’è una dittatura della sinistra”, ha detto intervistato dal Financial Times, auspicando apertamente il sostegno degli Stati Uniti di Donald Trump e in generale quello della comunità internazionale: sono grandi amici della destra brasiliana anche lo stesso Elon Musk, che già l’anno scorso aveva insultato su X con Alexandre de Moraes, uno dei giudici del STF, e il presidente israeliano Benjamin Netanyahu.

Proprio de Moraes è stato tra i protagonisti dell’udienza, accusando gli avvocati di Bolsonaro di essere “terrapiattisti” per le ricostruzioni a dir poco fantasiose su quanto accaduto l’8 gennaio del 2023: “La difesa dell’ex presidente – ha detto il magistrato – descrive l’assalto come una normale domenica al parco, una scampagnata, una passeggiata di anziane signore innocue, con la Bibbia in mano. Ma non c’è niente di più falso”.

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