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Borse chiusura 18 marzo: la paura della recessione spaventa Wall Street che frena un po’ anche l’Europa

Le Borse europee chiudono in rialzo spinte dal maxi piano tedesco per difesa e infrastrutture, con Milano ai massimi dal 2007 (+1,31%) e Francoforte su nuovi record. Wall Street invece scivola, penalizzata dal tech, mentre il mercato attende la Fed e il discorso di Powell

Borse chiusura 18 marzo: la paura della recessione spaventa Wall Street che frena un po’ anche l’Europa

Le borse europee chiudono in rialzo anche oggi, mentre Wall Street si muove in rosso a fine mattinata, riproponendo uno schema visto più volte nel corso degli ultimi mesi. Il colloquio telefonico fra Trump e Putin “è andato bene” secondo la Casa Bianca (qualsiasi cosa questo significhi), ma nell’attesa di conoscere i dettagli i mercati hanno anche altre cose su cui concentrarsi, come il maxi piano tedesco, il balzo della fiducia in Germania, i prezzi dell’oro alle stelle, le parole che pronuncerà domani il presidente della Federal Reserve Jerome Powell, al termine della riunione di politica monetaria.

I titoli di industria e difesa in Europa sono il perno di un rally che vede Piazza Affari chiudere in rialzo dell’1,31% oltre 39.500 punti base; Francoforte, +0,97%, a nuovi massimi; Madrid spinge sull’acceleratore fino a +1,7%. Sono più caute Parigi +0,5% e Londra +0,31%, mentre Amsterdam è piatta. A New York gli indici si muovono invece in ribasso a metà giornata (DJ -0,77%; S&P 500 -1,04%; Nasdaq -1,53%) e a soffrire di più sono le cosiddette Magnifiche sette, un po’ meno magnifiche da quando la cinese Deepseek ha messo in campo un prodotto dell’intelligenza artificiale a basso costo. Arretra Nvidia, mentre è in corso la conferenza annuale degli sviluppatori di software e si conferma in retromarcia Tesla che nell’ultimo mese ha perso il 33%. Alphabet va giù dopo l’annuncio che acquisirà la start-up di cybersecurity Wiz per circa 30 miliardi di dollari.

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Draghi “la difesa comune è un passaggio obbligato”

Insomma sui mercati si respira un’aria nuova da quando il presidente Usa Donald Trump ha intrapreso la sua guerra commerciale e ha rotto i vecchi schemi della storica alleanza con l’Europa, provocando la reazione del Vecchio Continente. Molto c’è da fare: “la difesa comune – ha ammonito oggi Mario Draghi, parlando al Senato italiano – è un passaggio obbligato”. Comunque si sta discutendo del riarmo della Ue e di quello dei singoli paesi. La nazione più attiva in questo momento è la Germania, che con il suo maxi piano per difesa e infrastrutture (oggi il Bundestag era chiamato al voto sulla modifica costituzionale) può far ripartire la sua economia stagnante e quella di tutta la regione. Questo fermento contribuisce a mettere le ali alla fiducia degli investitori tedeschi e alla voglia di azionario. È di oggi il dato che l’indice Zew sulle aspettative nell’economia tedesca a marzo raddoppia, passando a 51,6 punti, dal 26 di febbraio. Si tratta del livello più alto da febbraio 2022 e del balzo più consistente da gennaio 2023.

Oro oltre 3.031 dollari

Sul mercato dei cambi anche il dollaro stenta (l’euro tratta a 1,092), allarmato dai dazi e dal conseguente rischio di stagflazione (bassa crescita economica unita a una ripresa dell’inflazione), d’altra parte il prezzo dell’oro non si ferma più. Anche oggi il lingotto aggiorna valori record. Lo spot gold è salito fino a 3.038,33 dollari l’oncia e al momento tratta oltre 3.031 dollari.

Il petrolio, dopo una fiammata con la ripresa dei raid israeliani a Gaza, tratta in frazionale ribasso. I contratti di maggio di Brent e Wti perdono circa mezzo punto percentuali, per prezzi rispettivamente di 70,77 dollari al barile e 66,97 dollari.

Piazza Affari Iveco, Prysmian, Unipol sul podio del Ftse Mib

In Piazza Affari il podio del Ftse Mib va oggi a Iveco +5,2%, Prysmian +3,62%, Unipol +2,61%.

A spingere gli acquisti sui titoli dell’azienda di veicoli commerciali sono le indiscrezioni sulla corsa di quattro colossi degli armamenti per acquistare la divisione Iveco Defence Vehicles. Tra questi anche Leonardo (+2,23%) attraverso la jv con Rheinmetall.

Brillano le grandi banche, Unicredit +2,54% e Intesa +2,26%. Si conferma sugli scudi Mediobanca +2,01%, mentre la pretendente Mps si apprezza dell’1,57%.

Bene Stm +2,44%.

Generali +2,37%, in attesa della decisione del comitato gestori di Assogestioni sulla lista per il rinnovo del cda del Leone.

La maglia nera del giorno va a Telecom Italia, -1,85, seguita da Ferrari -1,3%, Terna cede l’1,08%, dopo che Ubs ha tagliato il target price 8,1 euro da 8,3 euro precedente.

Fuori dal paniere principale patisce un tracollo Brembo, -15,16%, dopo i conti e le stime per il 2025. 

Spread in leggero allargamento

La chiusura è moderatamente negativa sul mercato secondario: lo spread tra Btp decennale Bund decennale è a 105 punti base, con tassi rispettivamente al 3,86% e 2,81%. Le modeste tensioni sui titoli di Stato sono dovute da un lato alla gran voglia di azionario, dall’altro alla prospettiva che i debiti pubblici salgano.

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