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Eni cede il 49% di Enibioch4in: offerte in arrivo per la divisione biometano

Secondo il Sole 24Ore, Eni ha ricevuto quattro offerte non vincolanti da fondi europei e internazionali per cedere il 49% della sua divisione biometano, Enibioch4in, nell’ambito della sua strategia di transizione energetica e sostenibilità. Ecco chi sarebbero

Eni cede il 49% di Enibioch4in: offerte in arrivo per la divisione biometano

Negli ultimi giorni, Eni ha ricevuto diverse offerte non vincolanti per la cessione del 49% della sua divisione dedicata al biometano, Enibioch4in. Secondo quanto riportato dal Sole 24Ore, tra gli interessati ci sono gruppi infrastrutturali europei e fondi di private equity internazionali. La cessione di una quota minoritaria di questa divisione rappresenta una mossa strategica per il colosso italiano, che intende individuare un partner finanziario per supportare lo sviluppo dei suoi progetti nel settore del biometano, un segmento in rapida espansione.

Enibioch4in: i potenziali acquirenti

Le offerte non vincolanti ricevute da Eni provengono da quattro attori di rilevo: il gruppo francese Vauban Infrastructure Partners, Vesper Infrastructure Partners, il fondo internazionale Kingston Capital e il private equity norvegese HitecVision. Quest’ultimo è già conosciuto in Italia per le sue collaborazioni con Eni, tra cui le joint venture Var Energi e Vargronn, attive nel settore eolico offshore.

Le proposte sono attualmente al vaglio del management di Eni, dopo che la banca francese Natixis è stata incaricata di gestire il processo. La chiusura delle trattative è prevista entro la fine dell’anno, un passaggio che dovrebbe consolidare ulteriormente la posizione del gruppo nel settore delle energie rinnovabili.

Eni ha mantenuto un profilo basso riguardo alla questione, con un portavoce che ha confermato che il “processo è in corso”, senza commentare ulteriormente le offerte in essere.

Enibioch4in e la filiera del biometano

Enibioch4in, controllata da Enilive – la società di Eni dedicata alla mobilità e alla bioraffinazione – è una delle divisioni chiave nel piano di transizione energetica del gruppo. La divisione gestisce ventuno impianti a biogas e uno a biometano, con l’obiettivo di immettere in rete oltre 50 milioni di metri cubi di biometano all’anno. Il biometano, prodotto da rifiuti organici, scarti agricoli e reflui zootecnici, rappresenta una delle alternative più promettenti al gas naturale, con un impatto ambientale notevolmente ridotto.

Il biometano è cruciale nella strategia di decarbonizzazione del Gruppo guidato da Claudio Descalzi, che mira a ridurre le proprie emissioni industriali e dei prodotti entro il 2050. Con Enibioch4in, Eni vuole consolidare la propria posizione nel mercato delle energie rinnovabili e rispondere alla crescente domanda di soluzioni energetiche sostenibili.

Il modello satellitare di Eni

La cessione del 49% di Enibioch4in si inserisce nel più ampio piano strategico di Eni, denominato “modello satellitare“. Questo approccio prevede lo scorporo di alcune divisioni del gruppo e la creazione di partnership con investitori esterni, con la possibilità di una futura quotazione in Borsa. Un esempio di questa strategia è già stato attuato con la cessione di una quota di Plenitude al fondo Energy Infrastructure Partners e con l’ingresso del fondo americano KKR nel capitale sociale di Enilive.

Anche altre attività, come il business della cattura e stoccaggio del carbonio, sono incluse in questo modello. L’obiettivo è rafforzare la posizione di Eni nei settori legati alla sostenibilità e attirare investimenti per supportare la transizione energetica a livello globale.

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