Negli ultimi giorni, stiamo assistendo a un forte calo del prezzo dei titoli stato e delle obbligazioni europee, mentre, di contro, i rendimenti stanno salendo velocemente, mettendo sotto pressione gli investitori e causando perdite significative nei portafogli obbligazionari. In particolare il rendimento del Btp è tornato sulla soglia del 4% e, ancora più sorprendentemente, quello del Bund tedesco è salito vicino al 3%. Ma, mentre un tempo il rialzo dei rendiemnti veniva visto come un fattore di rischio e disaffezione da parte degli investitrori, ora viene per lo più visto come opportunità di investimento, soprattutto sulla parte a breve di una curva che intanto si è notevolmente irripidita. Vediamo perchè.
Attese maxi emissioni dalla Germania per finanziare difesa e infrastrutture
Ci troviamo nel mezzo di una svolta storica sui mercati. Al centro di questa situazione c’è la decisione della Germania che, storicamente legata al rigore sui conti pubblici, sta ora infrangendo alcuni tabù fondamentali con un maxi piano da circa 900 miliardi di euro destinati a infrastrutture, ricostruzione e difesa, rispondendo soprattutto al venir meno dello scudo militare degli Stati Uniti. Questo piano implica anche una riforma costituzionale per escludere parte della spesa militare dal conteggio del debito pubblico. La Germania è poi famosa per saper agire velocemente dopo le decisioni del nuovo governo (atteso entro Pasqua) e passerà rapidamente alle nuove emissioni.
Rendimento del bund tedesco visto salire ancora: fino al 3,20% o anche 3,75% dall’attuale 3%
Sui mercati questo nuovo orientamento ha scatenato la vendita generalizzata di obbligazioni a lungo termine e spinto in alto i rendimenti: quello del Bund decennale tedesco è vicino al 3%, vetta ritenuta un tempo irraggiungibile. Ma gli analisti vedono ancora spazi di salita in relazione alla velocità e l’incisività della Germania di mettere a punto il piano di finanziamento. “Il rendimento del decennale potrebbe così arrivare al 3,20/25%” dice Antonio Cesarano chief global Strategist di Intermonte. Goldman Sachs lo vede salire anche al 3,75%.
Btp al 4%. Lo spread potrebbe allargarsi. Ma la Bce è pronta a intervenire
Il movimento è stato pressoché parallelo anche sugli altri paesi. Il rendimento del BTP decennale è intorno al 4%, circa un punto sopra il costo medio dell’intero debito pubblico italiano, che si aggira attorno al 3% (con una vita media intorno ai 7 anni).
In questa situazione, lo spread fra BTP e Bund potrebbe allargarsi ulteriormente, anche se sarà la Germania a indebitarsi di più, sull’aspettativa di aumento generalizzato del costo del debito. “Tuttavia, anche se dovesse allargarsi lo spread, la Banca Centrale Europea, con il Piano Anti frammentazioni, rimane pronta ad attivare misure di contenimento su uno o più paesi per evitare distorsioni eccessive sui mercati obbligazionari, dice ancora Cesarano.
La curva dei rendimenti dei Btp 2-10 anni si è notevolmente irripidita. “In un contesto di rialzo generalizzato dei rendimenti, gli investitori doebbero adottare un approccio prudente. È consigliabile orientarsi inizialmente verso obbligazioni a breve scadenza, limitando il rischio derivante da ulteriori rialzi dei tassi” osserva Cesarano. “Tuttavia, anche i titoli con durata più lunga, come i BTP decennali, possono offrire opportunità interessanti, purché acquistati con rendimenti significativamente superiori al 4%”.
L’investimento in Btp diventa un’opportunità
Rispetto a inizio dicembre, il rendimento del Btp a 10 anni è aumentato di circa 80 punti base (+0,8%), aprendo una nuova finestra interessante per gli investitori al dettaglio. Questa opportunità potrebbe offrire una solida protezione dall’inflazione, considerando le attese di lungo termine che restano contenute. L’aumento dei rendimenti sui Btp questa volta dunque non è legato a difficoltà specifiche dell’Italia o a una crisi di fiducia sul debito sovrano, osserva Jacopo Ceccatelli, managing director di Finint Private Bank e responsabile delle analisi Macro e Fixed Income. “Il grosso del movimento sui rendimenti è avvenuto dopo l’annuncio dei piani fiscali del probabile nuovo governo tedesco” ha spiegato Ceccatelli a We Wealth. “I mercati si aspettano un aumento dell’offerta di titoli di Stato, non solo in Germania ma in tutta Europa, comprese le emissioni paneuropee come quelle dell’Unione Europea o dei veicoli finanziari creati negli ultimi dieci anni (Esm). Questo implica un riequilibrio tra domanda e offerta su livelli più alti di rendimento.” “Con un rendimento lordo del 4% e un’inflazione attesa intorno al 2%, l’investimento è interessante” dice Ceccatelli.
Oltre il Btp: l’alternativa dei titoli indicizzati all’inflazione
Oltre ai Btp a cedola fissa, anche i titoli indicizzati all’inflazione potrebbero tornare interessanti per diversificare il portafoglio, soprattutto rispetto ai Cct. “I titoli legati all’inflazione tornano interessanti, soprattutto i Btp Italia, che hanno garantito un buon extra rendimento ai sottoscrittori retail con l’ultima rivalutazione,” dice ancora Ceccatelli. Al contrario, “i Cct sono stati ottimi in passato, ma con i tassi in calo potrebbero perdere attrattiva, visto che difficilmente la Bce tornerà a spingere i tassi al rialzo nel breve periodo.”
Obbligazioni green vs obbligazioni militari
Il riarmo europeo guidato dalla Germania potrebbe modificare anche le priorità degli investitori istituzionali, dicono gli analisti di Intermonte. Negli ultimi anni, l’attenzione era stata focalizzata su investimenti sostenibili, con emissioni di obbligazioni green. Oggi, invece, parte delle risorse potrebbe essere indirizzata verso le nuove obbligazioni militari, titoli destinati a finanziare direttamente progetti di difesa e sicurezza. Si tratta di una transizione evidente verso un’economia più orientata alle esigenze militari e strategiche rispetto al passato, con una probabile ridefinizione degli equilibri del mercato obbligazionario europeo.