Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato che martedì terrà un colloquio telefonico con il presidente russo Vladimir Putin per discutere una possibile fine della guerra in Ucraina. “Parlerò con Putin martedì. Abbiamo lavorato molto nel weekend e vogliamo vedere se possiamo porre fine a questa guerra. Forse ci riusciremo, forse no, ma penso che abbiamo ottime possibilità“, ha dichiarato Trump ai giornalisti a bordo dell’Air Force One, durante un volo dalla Florida a Washington.
Secondo il presidente americano, i negoziati si concentreranno su possibili concessioni territoriali e sulla gestione delle infrastrutture energetiche. “Parleremo di terre. Parleremo di centrali elettriche”, ha affermato, facendo riferimento a una possibile divisione di asset tra Ucraina e Russia come parte di un accordo per la tregua. “Vedremo se avremo qualcosa da annunciare“, forse entro martedì” ha detto Trump.
Si tratterà del primo colloquio diretto tra i due leader dall’11 marzo, quando l’Ucraina aveva accettato una tregua di 30 giorni mediata dagli Stati Uniti. L’accordo, però, è ancora in sospeso in attesa dell’approvazione russa. Mosca finora ha preso tempo, mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è già detto favorevole alla proposta.
Giovedì scorso, Putin aveva risposto con estrema cautela: non aveva respinto l’intesa, ma aveva fatto intendere di voler dettare le proprie condizioni. Zelensky ha definito la sua posizione “manipolatoria”, accusandolo di voler guadagnare tempo mentre le forze russe continuano a ottenere successi militari, in particolare nella regione di Kursk, dove l’Ucraina ha avviato operazioni oltre confine.
Segnali di dialogo ma restano nodi da sciogliere
Anche l’inviato speciale americano Steve Witkoff, che ha recentemente incontrato Vladimir Putin a Mosca, parla di “passi avanti significativi” nei negoziati tra Kiev e Mosca. Secondo Witkoff, le distanze tra le due parti si sono ridotte e potrebbero esserci progressi concreti nei prossimi giorni. “Mi aspetto che Trump e Putin parlino questa settimana e che i team negoziali americani incontrino sia gli ucraini che i russi a breve”, ha dichiarato.
Witkoff ha sottolineato che Putin sembra accettare l’approccio di Trump, il quale punta a una fine della guerra. Ma la situazione, ammette Witkoff, resta “molto complicata, più di quella a Gaza”. Intervistato dalla CBS, ha citato alcuni nodi critici: la cessazione dei combattimenti lungo i 2.000 km di confine, le incursioni ucraine nella regione russa di Kursk, la questione della centrale nucleare di Zaporizhzhia e l’accesso al Mar Nero.
Note incoraggianti sono arrivate anche dal segretario di Stato Marco Rubio, che sabato ha parlato con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Rubio ha definito il colloquio “promettente”, pur evidenziando la richiesta di Mosca di fermare i raid sugli Houthi. “Spero di poter annunciare qualcosa abbastanza presto”, ha aggiunto.
Il consigliere per la sicurezza nazionale Michael Waltz ha ribadito che Kiev potrebbe dover rinunciare alla membership nella Nato e cedere alcuni territori, una prospettiva che contrasta con la posizione ufficiale dei ministri degli Esteri del G7 in Canada. “La risoluzione del conflitto comporterà una cessione territoriale in cambio di future garanzie di sicurezza”, ha dichiarato Waltz ad ABC News.
Regno Unito pronto ad inviare truppe in Ucraina
Intanto, il Regno Unito sarebbe disposto a inviare migliaia di truppe in Ucraina come forze di pace, senza una scadenza temporale per il loro dispiegamento. Secondo il quotidiano The Times, l’obiettivo sarebbe garantire un accordo di pace e scoraggiare la Russia. Il primo ministro Keir Starmer non ha chiarito se tali truppe avrebbero l’autorizzazione a usare la forza letale contro i soldati russi in caso di attacco. Fonti governative britanniche riferiscono che al momento si stanno discutendo i dettagli dell’iniziativa con i vertici della difesa di diversi Paesi.
Tra i Paesi che starebbero valutando l’invio di un contingente fino a 30.000 soldati figurano Regno Unito, Francia, Turchia, Canada e Australia. Starmer ha sottolineato che Londra, però, non procederà senza adeguate garanzie di sicurezza da parte di Washington.
Sul fronte russo, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza Dmitry Medvedev ha ribadito l‘opposizione di Mosca all’invio di “peacekeeper” della Nato in Ucraina, avvertendo che tale mossa equivarrebbe a una dichiarazione di guerra. “Macron e Starmer fingono di essere ingenui. Se vogliono inviare aiuti militari a Kiev, sappiano che ciò significa guerra con la Nato. Consultatevi con Trump”, ha scritto Medvedev su X.
Zelensky chiede sanzioni totali su Mosca mentre annuncia un nuovo missile
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky continua nei suoi appelli per sanzioni più severe contro Mosca. “Dobbiamo imporre sanzioni totali a tutto ciò che fornisce alla Russia fondi per finanziare la guerra. Questo è l’unico modo per costringere Putin a una pace giusta e duratura”, ha dichiarato dopo un colloquio con il neo primo ministro canadese Mark Carney.
Intanto, il presidente ucraino ha sostituito il capo di Stato maggiore delle forze armate ucraine, nominando Andriy Hnatov al posto di Anatoly Barhylevych. Il ministro della Difesa Rustem Umerov ha spiegato che la nomina servirà a rafforzare la disciplina militare e migliorare la gestione delle operazioni belliche: “Oggi, su mia raccomandazione, il Presidente dell’Ucraina ha nominato il Maggiore Generale Andrii Hnatov Capo dello Stato Maggiore delle Forze Armate dell’Ucraina. Ha più di 27 anni di esperienza militare, ha comandato una brigata di marina, le truppe del Comando operativo Skhid (Est) e le Forze congiunte delle Forze armate dell’Ucraina. Su suo ordine, ha anche nominato il tenente generale Anatolii Barhylevych ispettore generale del Ministero della Difesa ucraino. Il suo compito è quello di monitorare il rispetto degli standard militari e rafforzare la disciplina militare” ha spiegato Umerov.
Zelensky si muove comunque anche sul piano militare. Il presidente ucraino ha, infatti, annunciato il successo del test del nuovo missile Long Neptune, con una gittata di 1.000 chilometri, capace di colpire Mosca. Secondo fonti non ufficiali, il missile sarebbe già stato utilizzato per colpire la raffineria russa di Tuapse. Il Long Neptune è una versione potenziata del missile che affondò l’incrociatore Moskva nel 2022.
Droni ucraini colpiscono in Russia
La guerra intanto prosegue come sempre. Nella notte droni ucraini hanno colpito le infrastrutture energetiche nella regione russa dell’Astrakhan.