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Gioco, scommesse e tv: un mondo d’azzardo. In Italia oltre un milione di persone gioca d’azzardo con un giro d’affari allarmante

L’azzardo è un gioco? No, non è un gioco: l’azzardo genera dipendenza psicofisica, la ludopatia, e nel nostro Paese il volume degli “affari” che gli girano intorno hanno raggiunto dimensioni economicamente tanto importanti quanto socialmente allarmanti. Il dibattito in Commissione Cultura del Senato

Gioco, scommesse e tv: un mondo d’azzardo. In Italia oltre un milione di persone gioca d’azzardo con un giro d’affari allarmante

Secondo gli ultimi dati disponibili (Caritas su rilevazione Nomisma pubblicati lo scorso anno) in Italia oltre un milione di persone gioca d’azzardo per un totale di circa 140 milioni di giornate lavorative spese davanti ad una slot machine o altre modalità di scommettere mentre sono girati oltre 150 miliardi di euro nel 2023 con una crescita di oltre 14 miliardi rispetto all’anno precedente. 

Per quanto riportato dalla ricerca “Libro nero dell’azzardo. Mafie, dipendenze, giovani“, curato da Cgil e Federconsumatori, sappiamo che “le regioni del Sud sono ai primi posti tra le aree del Paese dove – in media, nel 2023 – si sono spesi pro capite 1.926 euro in gioco. E cresce in maniera impressionate il gioco online: un balzo del 67% in quattro anni, con una spesa complessiva di 82 miliardi nel 2023″. Altri numeri sulle dimensioni del gioco online e offline sono reperibili sul sito di giocoresponsabile.info.

Ulteriori dati, in particolare sulla quantità delle persone interessate alla dipendenza cronica da gioco d’azzardo sono difficili da reperire. Anzitutto perché complessa la diagnosi clinica dei soggetti definibili “ludopatici”. Come ha sostenuto lo psichiatra Alfio Lucchini “la dipendenza da gioco d’azzardo non è immediatamente riconoscibile né da chi ne soffre né da chi gli è vicino perché, a differenza delle dipendenze da sostanze o da alcol non si manifesta immediatamente in una dipendenza fisica ma solo come dipendenza mentale, più difficile e lenta da accertare”. Inoltre, questa patologia spesso viene associata e talvolta confusa con altre non meno devastanti come l’alcolismo. Ne consegue che risulta complesso compiere una rilevazione statistica aggiornata ed attendibile. Leggiamo sul sito dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità): “… in Italia oltre un terzo della popolazione, corrispondente al 36,4% (circa 18.450.000 individui), ha ammesso di aver praticato il gioco d’azzardo almeno una volta nei dodici mesi precedenti. Tra questi, l’8,3% (circa 1.500.000 persone) è stato identificato come giocatore problematico”.

Gioco d’azzardo, sì o no alla sua pubblicità?

Il tema è tornato di grande attualità proprio nei giorni scorsi quando in Commissione Cultura del Senato è stato votato un “atto di indirizzo” destinato alla stesura della nuova Legge sullo Sport. Questo tema è stato inserito nel dibattito politico con l’obiettivo di superare le limitazioni imposte dalla Legge del 2018, il cosiddetto Decreto Dignità, con il quale si vietava la pubblicità di scommesse nelle manifestazioni sportive. Esattamente si prevedeva all’articolo 9 del DL2018, n. 87, che è vietata “qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro nonché al gioco d’azzardo, comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni e i canali informatici, digitali e telematici, compresi i social media”. L’iniziativa del Senatore Paolo Marcheschi (Fdi) che ha proposto l’atto di indirizzo vorrebbe invece reintrodurre questa possibilità, ovvero di fare pubblicità al mondo delle scommesse negli stadi e quindi durante le trasmissioni televisive.

Distinguere tra gioco lecito e illecito

Il tema, la questione centrale è cercare di individuare la linea di separazione tra ciò che “gioco” lecito e gestito dallo Stato da ciò che è illecito e gestito più o meno in modo “clandestino” proprio quel mondo intorno al quale si sviluppa e si diffonde il grave fenomeno della ludopatia. Le scommesse sul calcio in Tv e sui diversi siti o app dedicate favoriscono il diffondersi della “cultura del gioco d’azzardo”. Si è arrivati al punto che si può scommettere in tempo reale sui singoli episodi di una partita in corso di svolgimento, minuto per minuto, gol per gol. Il testo approvato in Commissione cultura invece, con il pretesto di voler dare un sopporto economico al mondo dello sport, si indirizza proprio in questa direzione ovvero alimentare questa “cultura” dell’illusione della vincita in denaro facile ed immediata. Da un lato si vorrebbe far emergere il sottobosco delle scommesse clandestine ma, di fatto, si alimenta il gioco d’azzardo senza altri termini. 

Opportuno ricordare che il Decreto Dignità del 2018 venne approvato a seguito di una diffusa consapevolezza del problema ludopatia come piaga sociale che gli stessi partiti oggi al Governo sollevarono con forza. La prima fu Giorgia Meloni in Parlamento a dichiarare anni addietro che “Pensare di continuare a fare cassa con il gioco d’azzardo significa pagare domani costi sociali altissimi” e poi Matteo Salvini che sostenne “A me piacerebbe un paese che non campa sul gioco d’azzardo, sulle slot machine e sui videopoker, rottamiamoli. Perché uno stato che campa sul gioco d’azzardo è uno stato fallito”. Cosa è mutato da allora?

Ecco dunque che il problema si espande e interessa tutto il mondo dei giochi che prevedono vincite in denaro dove il primo soggetto che ne trae largo profitto è proprio lo Stato che lo incoraggia e lo sostiene. Basta osservare il sito dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per avere una dimensione di quanto sia esteso il perimetro del gioco più o meno d’azzardo.

Ma cosa s’intende esattamente per gioco d’azzardo?

Chiudiamo con un interrogativo la cui risposta può fornire una chiave di soluzione ai problemi evidenziati: cosa si intende esattamente con “gioco d’azzardo”? Treccani: “Attività ludica in cui ricorre il fine di lucro e nella quale la vincita o la perdita è in prevalenza aleatoria, avendovi l’abilità un’importanza trascurabile. Possono dar luogo a una condizione patologica di dipendenza consistente nell’incapacità cronica di resistere all’impulso al gioco, con conseguenze anche gravemente negative sull’individuo stesso, la sua famiglia e le sue attività professionali”. In questo senso sono da considerarsi d’azzardo le slot machine, lotterie, gratta e vinci, poker online, scommesse sportive, bingo, giochi da casinò e casinò online.

Da questo punto di vista anche la Rai, il Servizio Pubblico Radiotelevisivo fa la sua parte. La trasmissione di punta su Rai Uno in prima serata, Affari tuoi, è tutta incentrata esattamente sul gioco d’azzardo dove non si prevede nessuna abilità, conoscenza o competenza del giocatore ma solo alea, caso fortuito, appunto “azzardo”. Forse non è un caso che la trasmissione gode di tanto successo.

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