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Trump, non solo uova: Donald rischia anche con le arance. Raccolta al minimo storico, rincari in arrivo

Nel 2024 il Brasile, che risponde del 75% dell’export globale di succo d’arancia concentrato surgelato, ha portato gli stock ai minimi storici., e la raccolta 2025 sarà la peggiore da trent’anni. I motivi: il clima e una malattia batterica delle piante. E ora incombe la minaccia dei dazi

Trump, non solo uova: Donald rischia anche con le arance. Raccolta al minimo storico, rincari in arrivo

Della crisi del mercato del succo di arancia si era parlato già l’anno scorso, quando si sprecarono i paragoni beffardi con la speculazione raccontata nel noto film natalizio “Una poltrona per due”. La situazione quest’anno non sta migliorando, anzi l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca e le minacce di dazi anche su questo tipo di prodotti rischia di peggiorarla. Ma prima ancora del presidente statunitense, a preoccupare sono la crisi climatica e il citrus greening, cioè una malattia batterica delle piante che sta colpendo i principali esportatori, ovvero Brasile, Usa e Messico. Questo aveva portato nel 2024 ad un rialzo dei prezzi, caricati anche dagli hedge funds che avevano scommesso pesantemente sugli aumenti (proprio come nel film con Dan Aykroyd e Eddie Murphy), portandoli a valori massimi da record lo scorso dicembre, quando si sono toccati picchi mai visti a quasi 5,50 dollari per libbra. Dall’inizio di quest’anno, secondo il Wall Street Journal, sono iniziate le prese di beneficio degli investitori, che hanno provocato un crollo dei prezzi del succo d’arancia concentrato surgelato del 48%.

Succo d’arancia a rischio: crisi climatica e malattie devastano Florida e Brasile

Eppure la Florida, cioè la principale regione produttrice degli Stati Uniti, sta di nuovo affrontando una stagione difficile, con un calo significativo della produzione, e ancora peggio sta andando al Brasile, che è responsabile del 75% del commercio globale di succo d’arancia. Il Paese sudamericano, secondo i dati diffusi dall’associazione dei produttori CitrusBR, nel 2024 ha dovuto attingere agli stock riducendoli del 24% e portandoli al minimo storico. “L’ultima raccolta è stata la peggiore delle ultime trenta, e in generale sono ormai diversi anni che la produzione è fiacca e delude le aspettative”, ha fatto sapere l’associazione. Il motivo è presto detto e andrebbe ricordato ai negazionisti del riscaldamento globale: caldo anomalo e distribuzione irregolare delle piogge, con lunghi periodi di siccità alternati a precipitazioni torrenziali che distruggono i campi. Senza contare che il greening, la malattia batterica che corrode le piante e le rende improduttive, ha ormai raggiunto il 44% degli aranceti di tutto il Brasile e continua ad espandersi da ormai sette anni. La raccolta 2022/2023 era già scesa a 317 milioni di casse, ma ancora peggio farà nelle previsioni la produzione 2024/2025, stimata da Fundecitrus in appena 228 milioni di casse di arance da cui ricavare succo, da 40,8 chilogrammi ciascuna.

Previsioni nere: il prezzo delle arance continuerà a salire

La previsione è la peggiore da 30 anni e rivede persino al ribasso una precedente stima a 232 milioni di casse. Questo determinerà quasi sicuramente nuovi rincari per i consumatori, in Italia, in Europa, ma anche negli stessi Stati Uniti, dove la popolarità di Trump è già messa a forte rischio dalla crisi delle uova. Negli Usa oggi le arance costano oggi 1 dollaro e 20 centesimi l’una, ma quelle biologiche costano di più, fino a 4 dollari l’una. Il prezzo di una bottiglia da un quarto di litro era passato già da 2,3 dollari nel 2020 a circa il doppio (4,50 dollari) a gennaio del 2025, secondo il dipartimento del Lavoro.

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