La guerra commerciale tra Ue e Usa si accende di nuovo. Dopo i dazi del 25% su acciaio e alluminio imposti da Washington, scattati ufficialmente oggi mercoledì 12 marzo, Bruxelles alza lo scudo e prepara la sua risposta: dal 1° aprile, una serie di contromisure “forti ma proporzionate” colpirà numerosi prodotti simbolo del made in Usa, tra cui whisky, motociclette, jeans e prodotti agricoli. Un’azione che interesserà scambi commerciali per un valore di 26 miliardi di dollari circa.
“La Commissione si rammarica profondamente per le decisioni degli Stati Uniti, ingiustificate e dannose per il commercio globale”, ha dichiarato Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea. La battaglia si preannuncia dura, con Bruxelles pronta a difendere imprese e lavoratori europei. “Queste tariffe interrompono le catene di approvvigionamento. Portano incertezza per l’economia. I posti di lavoro sono in gioco. I prezzi saliranno. In Europa e negli Stati Uniti”, ha aggiunto von der Leyen.
Da Trump al dietrofront su Canada: la “strategia” americana
Sui dazi di Trump regna il caos. Ieri l’ennesimo dietrofront del presidente Usa. Inizialmente, il tycoon della Casa Bianca aveva deciso di raddoppiare al 50% i dazi su acciaio e alluminio provenienti dal Canada, in risposta alla minaccia del governatore dell’Ontario di tagliare le forniture elettriche al Minnesota e ad altri stati americani. Tuttavia, dopo un incontro a Washington con i funzionari di Ottawa, Washington ha fatto marcia indietro. Come spiegato dal consigliere economico Peter Navarro, le importazioni dal Canada saranno soggette alla tariffa inizialmente prevista del 25% e non più al 50%. La speranza è che le contromisure dell’Europa riportino il presidente statunitense alla ragione. Come ha sottolineato la presidente della Commissione Ue: “I dazi doganali sono tasse. Sono dannosi per le aziende e ancora peggio per i consumatori”. Ma vediamo quali beni americani saranno colpiti da Bruxelles.
Dazi di Trump, la risposta europea: una strategia in due fasi
Per contrastare i dazi di Trump, la Commissione europea ha messo a punto una strategia divisa in due fasi. La prima partirà il 1° aprile e prevede la reintroduzione di contromisure già adottate nella precedente disputa commerciale con gli Stati Uniti. I dazi riguarderanno prodotti americano, come bourbon, motociclette come le Harley Davidson e yacht, colpendo esportazioni americane verso la Ue per circa 8 miliardi di dollari.
La seconda fase, decisamente più incisiva, scatterà a metà aprile (entro il 13) con il supporto degli Stati membri. Bruxelles introdurrà nuove misure che colpiranno non solo l’industria pesante – acciaio, alluminio ed elettrodomestici – ma anche beni di largo consumo come tessili, pelletteria, utensili domestici, materie plastiche, prodotti in legno e beni alimentari, tra cui carne, latticini, noci, verdure e zucchero. L’obiettivo è chiaro: riequilibrare il colpo economico inflitto dai dazi di Trump.
“Le nuove tariffe ci permetteranno di reagire in modo proporzionato. Non possiamo accettare restrizioni commerciali così ingiustificate”, ha affermato il vicepresidente della Commissione, Stephane Sejourné.
Reazioni globali: Cina, Giappone e Regno Unito in allerta
L’escalation commerciale tra Ue e Usa non ha lasciato indifferenti gli altri attori globali. La Cina ha subito minacciato contromisure per proteggere i propri interessi: “Risponderemo in modo deciso se gli Stati Uniti continueranno a cercare di sopprimere la Cina”, ha avvertito Mao Ning, portavoce del ministero degli Esteri.
Anche il Giappone ha espresso forte preoccupazione per l’esclusione dai Paesi esentati dai nuovi dazi, sottolineando i potenziali danni alle relazioni bilaterali con Washington.
Il Regno Unito, invece, sceglie la via diplomatica. Jonathan Reynolds, segretario britannico per il Commercio, ha annunciato che Londra non ricorrerà a contromisure immediate, puntando piuttosto su negoziati per un accordo commerciale più ampio con gli Stati Uniti.
L’Australia delusa: “Un atto ostile”
Anche l’Australia è stata colpita dalla stretta tariffaria americana. Il primo ministro Anthony Albanese ha definito la decisione di Washington “un atto ostile e del tutto ingiustificato”. Convinto, dopo una telefonata con Trump a febbraio, che l’Australia sarebbe stata esentata dai dazi, Albanese si è detto “deluso” e ha sottolineato come queste misure non facciano altro che danneggiare la crescita economica globale, alimentando inflazione e instabilità.
Sei miliardi di tariffe extra: il costo per gli Usa
L’impatto economico delle contromisure europee non sarà solo simbolico: le nuove tariffe costringeranno gli importatori americani a pagare fino a 6 miliardi di euro in dazi aggiuntivi. Una cifra ben superiore rispetto alla risposta della Ue alla prima guerra commerciale scatenata da Trump, che aveva colpito “solo” 7 miliardi di esportazioni statunitensi. Con questa mossa, Bruxelles non solo tutela il proprio mercato, ma lancia un messaggio chiaro ai partner globali: l’Unione europea non resterà inerme di fronte a decisioni unilaterali che minano la stabilità del commercio internazionale.