Addio ai test di ingresso per la facoltà di Medicina. L’accesso al corso di laurea diventa “libero” per i primi sei mesi. Dopodiché’, per poter accedere agli anni successivi sarà necessario ottenere un punteggio utile in una graduatoria nazionale unica. In sostanza, è quanto prevede la riforma approvata in via definitiva dalla Camera (con il voto contrario delle opposizioni, che parlano di legge “bluff, non viene infatti cancellato il numero chiuso”).
Medicina, abolito il test d’ingresso
Il ddl contiene una delega al Governo che, entro 12 mesi, dovrà adottare uno o più decreti legislativi con l’obiettivo di rivedere le modalità di accesso ai corsi di laurea magistrale in Medicina e chirurgia, in Odontoiatria e protesi dentaria, in Medicina veterinaria. “Già dal prossimo anno non ci saranno i test a crocette“, spiega la ministra dell’Università Anna Maria Bernini, subito dopo il voto di Montecitorio. “Finalmente cambia un sistema che ha tenuto chiuse per troppo tempo le porte dell’università e ha costretto i ragazzi a sottoporsi alla gogna di test inutili che erano diventati una specie di roulette russa con alla base una formazione costosissima e totalmente inutile”, ha rivendicato.
Medicina, la riforma è legge: ecco cosa cambia
Di seguito, i punti centrali del provvedimento:
- Stop ai quiz di ingresso: spariscono i quiz di ingresso per le facoltà di Medicina. L’iscrizione al primo semestre dei corsi di laurea in Medicina e chirurgia, in Odontoiatria e protesi dentaria e in Medicina veterinaria sarà libera. La novità sarà operativa già dal prossimo anno. Il primo semestre, dunque, sarà una sorta di ‘filtro’ per i successivi anni di corso di laurea. Sarà tuttavia necessario iscriversi anche a un’altra facoltà in area Scienze della salute, nel caso non si superi il semestre ‘filtro’.
- Discipline qualificanti: la riforma affida una delega al governo per l’attuazione della revisione delle modalità di accesso ai corsi di laurea in Medicina, Odontoiatria e Veterinaria. Il governo dovrà dunque individuare le discipline ‘qualificanti comuni’ che devono essere oggetto di insegnamento nel primo semestre dei corsi di studio di area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria, e di definire tali corsi garantendo programmi uniformi e coordinati, armonizzandone i piani di studio per un numero complessivo di crediti formativi universitari (Cfu) stabilito a livello nazionale.
- Graduatoria nazionale: si prevede una graduatoria nazionale, con didattica e esami standardizzati a livello nazionale dopo il semestre ‘filtro’ per garantire a tutti gli studenti pari condizioni di valutazione e omogeneità nella graduatoria nazionale di merito.
- Dal secondo semestre: si prevede un numero programmato, calcolato sul fabbisogno del Sistema sanitario nazionale e sulla disponibilità degli Atenei. Il ddl stabilisce che l’ammissione al secondo semestre è subordinata al conseguimento di tutti i crediti stabiliti per gli esami di profitto del primo semestre. Nel caso di mancata ammissione al secondo semestre, è garantito il riconoscimento dei crediti conseguiti dagli studenti al fine di consentire il proseguimento, anche in sovrannumero, in un diverso corso di studi tra quelli di area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria, da indicare come seconda scelta, rendendo altresì obbligatoria e gratuita la doppia iscrizione limitatamente al primo semestre.
- Scelta della sede: superato il ‘filtro’ del primo semestre, la scelta della sede dove proseguire gli studi in Medicina si baserà su tre criteri: posizione nella graduatoria nazionale di merito; preferenza indicata dallo studente; disponibilità dei posti dell’Ateneo.
- Fabbisogno di personale medico: la delega affida al governo di introdurre un sistema di monitoraggio del fabbisogno di personale per il Ssn, in collaborazione con il ministero della Salute, sentita la Conferenza Stato-regioni, al fine di intervenire a sostegno degli ambiti di specializzazione affetti da eventuali carenze.