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Assicurazioni e fondi pensione: il tesoro nascosto che può rilanciare l’economia italiana

Le assicurazioni e i fondi pensione italiani investono pochissimo nelle imprese nazionali, preferendo titoli di Stato e mercati esteri. Eppure, potrebbero sbloccare fino a 56 miliardi di euro per la crescita dell’economia italiana

Assicurazioni e fondi pensione: il tesoro nascosto che può rilanciare l’economia italiana

L’Italia, con la sua economia intrinsecamente legata alla capacità di finanziarsi e crescere, potrebbe trarre enormi benefici da un potenziale attualmente inespresso: gli investimenti a lungo termine di due categorie fondamentali, le assicurazioni e i fondi pensione. Questi investitori, che operano con un orizzonte temporale che supera i cinque anni, potrebbero giocare un ruolo cruciale nel rilancio e nella crescita dell’economia reale, ma al momento il loro impatto è ancora troppo marginale. A rivelarlo è uno studio di Ambromobiliare, che mette in evidenza un’opportunità enorme finora trascurata.

Risparmio assicurativo italiano: pochi investimenti nell’economia reale

Per comprendere appieno l’impatto potenziale, è utile analizzare i numeri. Nel 2023, l’industria assicurativa italiana ha gestito un portafoglio finanziario di ben 962,3 miliardi di euro, con un incremento del 3,6% rispetto all’anno precedente. Di questi, circa 701,8 miliardi sono legati alle polizze vita tradizionali, escluse le unit-linked. Nonostante la montagna di capitali, solo una piccolissima parte di questi fondi finisce nel comparto azionario italiano: appena il 4% del totale. Un dato che fa riflettere, soprattutto considerando che la capitalizzazione complessiva della Borsa Italiana ammonta a circa 680 miliardi di euro. Se solo un piccolissimo aumento di questa quota azionaria venisse destinato all’economia reale, il nostro panorama economico potrebbe cambiare notevolmente.

Le cifre dell’investimento in equity

Le compagnie assicurative italiane si concentrano principalmente su investimenti in titoli di debito. Circa il 67% del portafoglio è investito in obbligazioni, in particolare titoli di Stato italiani. Quando si parla di azioni, la cifra scende a circa 30,2 miliardi di euro, pari al 3,6% del totale. Ancora più preoccupante è il fatto che solo l’1% del patrimonio totale sia investito direttamente in strumenti di capitale quotati. Un quadro che, confrontato con altre compagnie europee, evidenzia un divario significativo.

A livello europeo, il comparto assicurativo ha visto nel 2023 una raccolta premi pari a 677,6 miliardi di euro. Il 23,6% di questi premi è stato investito in azioni e partecipazioni strategiche, un dato decisamente superiore rispetto al 19% dell’Italia. Questo gap di investimento in equity tra il mercato italiano e quello europeo si riflette in una mancata crescita delle imprese italiane, le quali non riescono a capitalizzare pienamente i fondi disponibili.

I fondi pensione e le casse professionali

Anche i fondi pensione e le casse professionali seguono lo stesso trend di conservatorismo. I fondi pensione italiani, a fine dicembre 2023, hanno registrato un patrimonio complessivo di 189 miliardi di euro, con un incremento dell’11,1%rispetto all’anno precedente. Tuttavia, sebbene la quota di investimenti azionari sia cresciuta (dal 20% nel 2022 al 21,4%nel 2023, per un totale di 40,5 miliardi di euro), gli investimenti domestici restano marginali. Solo 1,7 miliardi di eurosono stati destinati alle azioni italiane, mentre il resto è stato orientato verso i mercati esteri. Questo trend ha visto un incremento del +18,6% nel 2023, a conferma della preferenza per gli investimenti fuori dai confini nazionali. Se questa tendenza fosse invertita, con una maggiore attenzione agli investimenti azionari domestici, i fondi pensione potrebbero generare un afflusso di circa 8 miliardi di euro verso le imprese italiane, contribuendo così a un maggiore sviluppo del mercato borsistico italiano.

Allo stesso modo, l’analisi delle casse professionali, che gestiscono un patrimonio di 114,3 miliardi di euro, offre una panoramica simile. L’orientamento verso investimenti in titoli di debito è dominante, con una crescita degli investimenti in azioni (+1,5% nel 2023) che raggiunge solo il 18,9% del totale. Sebbene la quota di investimenti in economia domestica abbia registrato un aumento del 2,9%, gli investimenti diretti nelle imprese italiane sono ancora troppo bassi.

La direttiva Solvency II e le opportunità

Una delle chiavi per incentivare gli investimenti azionari in Italia potrebbe risiedere nelle politiche europee. La Direttiva Solvency II, che regola le compagnie assicurative, prevede delle agevolazioni fiscali per gli investimenti a lungo termine in strumenti azionari. Le normative attuali consentono, infatti, di abbattere gli obblighi patrimoniali di riserva per gli investimenti in azioni a lungo termine, un vantaggio che potrebbe spingere le assicurazioni italiane a diversificare maggiormente i loro portafogli.

Allo stesso modo, i fondi pensione godono di importanti agevolazioni fiscali se investono nei cosiddetti “PIR” (Piani Individuali di Risparmio). Tuttavia, nonostante queste opportunità fiscali, gli investimenti in azioni italiane rimangono limitati. Aumentare l’esposizione azionaria dei fondi pensione italiani potrebbe, quindi, portare a un afflusso significativo di capitale domestico.

Come sbloccare 56 miliardi per l’economia reale

Lo studio di Ambromobiliare propone una soluzione concreta: con incentivi adeguati e una revisione delle normative, gli investitori istituzionali potrebbero aumentare le loro quote in equity, portandole almeno al 10%. Questo libererebbe 40 miliardi di euro solo dalle assicurazioni e altri 16 miliardi dai fondi pensione, per un totale di 56 miliardi destinati alle imprese italiane.

Inoltre, Euronext Growth Milan (ex AIM) rappresenta una grande opportunità: è il mercato dedicato alle piccole e medie imprese in crescita, ma ad oggi gli investitori di lungo termine italiani ne sono quasi del tutto assenti. Un cambio di rotta potrebbe trasformare il panorama economico del Paese, dando alle aziende il capitale necessario per espandersi e innovare.

L’Italia ha nelle mani una leva finanziaria straordinaria per sostenere la sua economia, ma finora ha scelto di non usarla. Con le giuste politiche e un cambio di mentalità, assicurazioni e fondi pensione potrebbero finalmente diventare protagonisti dello sviluppo italiano, riducendo la dipendenza delle imprese dal debito e rilanciando il mercato azionario nazionale. La domanda è: il sistema finanziario italiano avrà il coraggio di investire nel futuro del Paese?

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