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L’Italia si tuffa nella crossmedialità: il futuro dei media è nell’integrazione tra digitale e tradizione

L’indagine Censis dipinge un’Italia sempre più immersa in un mondo crossmediale, dove l’85,9% degli italiani consuma contenuti ogni giorno attraverso dispositivi digitali e tradizionali

L’Italia si tuffa nella crossmedialità: il futuro dei media è nell’integrazione tra digitale e tradizione

L’Italia si è ufficialmente tuffata nell’era della crossmedialità, e il panorama dei media sta cambiando come mai prima d’ora. È un momento di trasformazione epocale, e l’indagine Censis, presentata in anteprima a Milano in occasione dell’evento “Mediatelling”, ha offerto uno spaccato dettagliato di questo fenomeno, confermando un dato interessante: il futuro dei media non sarà una sfida tra digitale e tradizione, ma un’integrazione fluida, in cui i consumatori personalizzano sempre più la propria esperienza.

Un’Italia sempre più “connessa”

L’Italia è ora un paese di schermi. Con 120,2 milioni di dispositivi nelle case degli italiani, di cui ben 98,6 milioni sono connessi a internet, la presenza di dispositivi digitali è costante. Ogni angolo della vita quotidiana è permeato da contenuti mediatici, che ormai non sono più solo una compagnia serale davanti alla Tv, ma un flusso continuo che si integra in ogni parte della giornata. E se qualcuno pensava che il digitale avrebbe fatto fuori la televisione, i numeri gli smentiscono: nel 2024, gli ascolti della Tv lineare sono aumentati rispetto all’anno precedente, grazie soprattutto alla sinergia con le piattaforme digitali.

La crossmedialità nel quotidiano: numeri da capogiro

I numeri parlano chiaro: l’85,9% degli italiani adulti (ben 39,5 milioni di persone) consuma contenuti audiovideo ogni giorno, rendendo il consumo mediatico l’attività più diffusa in assoluto. Un dato che fa riflettere, visto che nemmeno il lavoro (62,6%) o la cura della casa e della famiglia (75,8%) riescono a coinvolgere tante persone. E il consumo mediatico non si limita solo alla serata: il 62,3% degli italiani fruisce di contenuti al mattino, il 68,3% nel pomeriggio, e il 71,4% li guarda in prima serata. E c’è di più: il 14,1% degli italiani guarda contenuti anche di notte, con una curiosa punta del 39,8% tra i giovani dai 18 ai 34 anni.

Inoltre, l’uso simultaneo di più dispositivi è ormai la regola. Il 62,7% degli italiani si destreggia tra più device in una stessa giornata, che siano lineari o connessi. Oltre ai classici televisori e radio, il panorama tecnologico include 49,2 milioni di smartphone, 22,5 milioni di Smart Tv, 19,6 milioni di computer e 7,3 milioni di tablet.

Anche fuori casa, il 79,1% della popolazione adulta (36 milioni di persone) interagisce con dispositivi digitali. Gli italiani passano in media oltre due ore al giorno in viaggio, e ben il 44,7% di loro sfrutta questo tempo per consumare contenuti audio o video.

La Tv: ancora il cuore della famiglia italiana

Nonostante la frammentazione del consumo, la televisione non ha perso il suo ruolo di aggregazione familiare. Il 56,2% degli italiani afferma che la propria famiglia si riunisce spesso per guardare programmi insieme, confermando che la crossmedialità non ha sostituito la tradizione, ma l’ha integrata. La Tv lineare, lungi dall’essere morta, è ancora in crescita: secondo i dati Auditel, nel 2024 gli ascolti sono aumentati sia nel giorno medio che nel prime time. Inoltre, il 43,2% degli italiani dichiara che, grazie ai servizi di streaming, consuma più contenuti rispetto al passato, con un picco del 54,7% tra i giovani.

Cinema e stampa: mondi che resistono

Nonostante la proliferazione delle piattaforme on-demand, il cinema non ha perso il suo fascino. Nel 2024, oltre 68 milioni di italiani sono andati al cinema almeno una volta, con il 44,5% degli italiani adulti che frequenta regolarmente le sale. La percentuale sale al 59,4% tra i giovani e al 56,4% tra i laureati. La lettura, purtroppo, è il settore che ha sofferto maggiormente la digitalizzazione. Solo 17 milioni di italiani (il 37% della popolazione adulta) leggono quotidiani o riviste, cartacee o digitali. Tuttavia, i lettori sono anche tra i più immersi nella crossmedialità, con il 97% che consuma anche contenuti audiovideo.

La pubblicità cambia pelle

E come cambia la pubblicità in questo nuovo panorama? Gli italiani sono sempre più selettivi: il 56,7% afferma di seguire solo la pubblicità che trova interessante. Addio agli spot imposti, dunque, e benvenuti messaggi più mirati. Inoltre, il 31,8% degli italiani considera la pubblicità digitale nelle città come una parte dell’arredo urbano. Le aziende si sono adattate alla nuova realtà, investendo nell’integrazione tra pubblicità tradizionale e innovativa, utilizzando schermi digitali e social media. E, a proposito di pubblicità, il 51,4% degli italiani è favorevole a piattaforme che offrono abbonamenti scontati in cambio della visione di pubblicità.

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