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Tim posticipa l’assemblea degli azionisti al 24 giugno: più tempo per risolvere il “puzzle” tra Poste, Vivendi e la governance

Le indiscrezioni di Reuters trovano conferma: l’assemblea degli azionisti di Tim, inizialmente prevista per il 10 aprile, slitta a giugno. Con il bilancio 2024 in gioco, si intensificano i contatti tra gli azionisti, e Poste potrebbe diventare il mediatore chiave per evitare lo stallo

Tim posticipa l’assemblea degli azionisti al 24 giugno: più tempo per risolvere il “puzzle” tra Poste, Vivendi e la governance

Tim ha deciso di posticipare l’assemblea annuale degli azionisti dal 10 aprile al 24 giugno 2025. Le indiscrezioni riportate da Reuters nei giorni scorsi sono state confermate: la società, guidata da Pietro Labriola, ha scelto di rinviare l’assise di due mesi e mezzo.

In una nota ufficiale, Tim ha spiegato che il rinvio “si rende necessario per aggiornare e completare le attivita’ di engagement verso i soci alla luce delle recenti evoluzioni della compagine azionaria, con l’obiettivo di valorizzare al meglio l’efficienza e la completezza del confronto assembleare”. La proposta di bilancio 2024, specifica la nota, verrà approvata dal board di Tim mercoledì 5 marzo, come già previsto.

Il titolo Telecom Italia è poco mosso a Piazza Affari (+0.19% a 0,27 euro per azione).

Tim sposta l’assemblea degli azionisti: più tempo per Poste e Vivendi?

Ma perché Tim ha deciso di rinviare l’assemblea? Oltre alla necessità di approvare il bilancio annuale, il rinvio – scrive Reuters – potrebbe essere legato alla volontà di inserire nell’ordine del giorno operazioni straordinarie, tra cui la riduzione del capitale sociale. Questa operazione, strettamente connessa alla possibilità di ricostituire le riserve, potrebbe aprire la porta alla distribuzione dei tanto attesi dividendi. E non finisce qui: tra i punti all’ordine del giorno ci potrebbero essere anche il voto sulle politiche di remunerazione del top management.

Il rinvio, inoltre, consente a Tim di guadagnare tempo per approfondire il dialogo con Poste Italiane, che recentemente è entrata nel capitale della società con una quota del 9,8% (e potrebbe salire ancora) subentrando a Cdp. L’ad di Poste Matteo Del Fante – durante il CMD e la pubblicazione dei conti – ha espresso la necessità per azionisti nuovi e vecchi di confrontarsi e trovare una linea comune. Con il nuovo slittamento, infatti, i soci avrebbero più tempo per discutere e definire una strategia condivisa per il futuro del gruppo.

In parallelo, il rinvio offre anche Labriola la possibilità di lavorare su una riapertura dei rapporti con Vivendi, la holding francese che detiene il 23,75% di Tim, ormai ridotti ai minimi termini. Secondo alcune voci sempre più insistenti, i francesi starebbero valutando la possibilità di bocciare il bilancio 2024 in assemblea, una mossa che potrebbe creare non pochi problemi. Se l’affluenza degli altri azionisti non fosse sufficientemente alta, infatti, la bocciatura da parte del gruppo che fa capo al miliardario Vincent Bollorè potrebbe mettere a rischio l’approvazione dei conti.

Il rischio di stallo e il futuro della governance di Tim

Se Vivendi rimanesse nel capitale, potrebbe chiedere un passo indietro di Labriola, ma quest’ultimo non avrebbe motivi per essere rimosso, considerando che ha finora centrato tutti i target, compresa la cessione della rete e la riduzione del debito. Tuttavia, il rischio di uno stallo letale per Telecom Italia resta alto, proprio ora che il titolo mostrava segnali di ripresa grazie all’ingresso di Poste. Se la bocciatura del bilancio e l’assenza di dividendi si combinassero con un’incognita governance, le prospettive del gruppo potrebbero essere gravemente compromesse.

Vivendi, dal canto suo, spera ancora di vendere la sua partecipazione prima dell’assemblea, ma l’accordo con il fondo britannico Cvc Capital Partners per rilevare la quota dei francesi è però stato messo in stand-by dal governo italiano, che ha poteri autorizzativi speciali su Tim, in attesa dell’ingresso di Poste.

In questo scenario, le diplomazie si sono già attivate, Del Fante ha già avviato i primi contatti con Yannick Bolloré, una mossa che ha fatto breccia a Parigi. Nei prossimi giorni i colloqui si intensificheranno, e la sensazione è che Poste, con il suo peso, possa diventare il punto di mediazione tra Vivendi e gli altri azionisti. E non dimentichiamoci di Iliad, che potrebbe fare il suo ingresso in scena più avanti.

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