Le minacce di Trump sui dazi pesano sulle Borse europee, che, in scia ai cali di ieri di Wall Street, sono grosso modo piatte nell’ultima seduta della settimana. Milano è poco sopra la parità (+0,08%), grazie al balzo di Nexi. In rosso Francoforte e Amsterdam, quest’ultima penalizzata dal settore dei chip in forte calo dopo il crollo di Nvidia e i timori per l’AI. Positive invece, Parigi, Francoforte e Londra spinta dalla dopo la visita del premier britannico Keir Starmer al presidente Usa Donald Trump, che potrebbe essere aver evitato al Regno Unito i dazi.
LEGGI ANCHE I dazi di Trump hanno un volto e un numero
Il timore tra gli operatori è che la guerra commerciale innescata dal presidente Usa – con le tariffe su Canada, Messico e Cina che dovrebbero entrare in vigore la prossima settimana e con i dazi reciproci, previsti per il 4 aprile – possa complicare la lotta della Fed contro l’inflazione e, di conseguenza, anche allontanare interventi sui tassi d’interesse. A tal proposito, è uscito il dato Pce di gennaio, indicatore chiave per la Fed, che segna un +0,3% mensile e un +2,6% annuale, in linea con le attese e il dato più basso dal 2021. Nonostante i rialzi moderati possano spingere la Fed a valutare un possibile taglio dei tassi, Wall Street ha aperto debole. Trump rimane protagonista anche sullo scacchiere geopolitico: oggi dovrebbe essere il giorno dell’accordo sulle preziose terre rare dell’Ucraina.
A Piazza Affari vola Nexi (+9%) dopo i conti e con l’annuncio della cedola. Recupera Ferrari dopo i conti di ieri. Pochi i rialzi tra cui di Hera e Campari. In ordine sparso i bancari Bper, Unicredit, Mps, Intesa e Mediobanca. Poco mossa Prysmian, dopo il flop della vigilia a seguito dei conti, diffusi anche da Eni. Sotto pressione Stm, insieme ai rivali europei e asiatici. Questi ultimi, in una seduta appesantita dai dazi Usa, hanno ceduto fino al 10%, mentre in Europa cedono il passo Asml, Infineon e Be. Difficoltà anche per Pirelli e Pop di Sondrio.
Lo spread stabile a 107 punti base.
L’appuntamento clou di oggi è stata l’assemblea dei soci di Banco Bpm per il rilancio su Anima: l’assise ha approvato la modifica delle condizioni dell’Opa su Anima, autorizzando il rialzo del corrispettivo da 6,2 a 7 euro ad azione e dando al cda la facoltà di procedere anche in assenza dei benefici del Danish Compromise e anche in caso di conseguimento di una partecipazione inferiore al 66,67%. A favore della proposta si è espresso il 97,64% del capitale presente.
Al momento del voto, infatti, in assemblea era presente il 56,67% del capitale. I soci contrari rappresentavano lo 0,457% del capitale presente mentre gli astenuti l’1,9% delle azioni depositate in assemblea. Anche Crédit Agricole, con il 9,9%, ha votato sì.
LEGGI ANCHE: La chiusura di giornata