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Leonardo, la turca Baykar e saudita Pif puntano insieme ai droni basati sull’intelligenza artificiale. Piazza Affari premia il titolo

L’intesa italo-turca seguirebbe il modello della partnership con Rheinmetall per realizzare nuovi carri armati e veicoli da combattimento. Il mercato globale dei droni militari ha raggiunto un valore di 21,8 miliardi di dollari e si prevede che crescerà da 24,3 miliardi quest’anno, fino a raggiungere 56,7 miliardi entro il 2033

Leonardo, la turca Baykar e saudita Pif puntano insieme ai droni basati sull’intelligenza artificiale. Piazza Affari premia il titolo

Leonardo e la turca Baykar si preparano a siglare una partnership la settimana prossima per la produzione dei droni militari e anche il fondo sovrano saudita PIF punta a inserirsi nella partita.

Il Financial Times ha anticipato che Leonardo e Baykar hanno sul tavolo un Memorandum d’intesa propedeutica alla costituzione di una Join Venture, sul modello della partnership siglata tra Leonardo e Rheinmetall, ma questa volta per la produzione di droni e sistemi a pilotaggio remoto, sia per il mercato civile che militare, sul mercato europeo e mediorientale. Bloomberg ha inoltre riportato che il fondo sovrano saudita PIF, i cui rappresentati hanno visitato ieri i quattro impianti aerostrutture di Leonardo nel sud Italia, punta a coinvestire con Leonardo e Baykar nella produzione di droni.

Il titolo Leonardo, stamane ha aggiunto un altro +3,17% alle sue quotazioni a 38,70 euro. Il titolo ha guadagnato il 74% negli ultimi 6 mesi.

Baykar leader mondiale per i droni basati sull’AI

Leonardo è molto avanti in campo elettronico ma nell’ambito dei dispositivi senza pilota ha solo la famiglia dei “Falco”, mentre Baykar — di cui è comproprietario Selçuk Bayraktar, genero del presidente turco Recep Tayyip Erdogan — è uno dei leader globali nella produzione di droni basati sull’intelligenza artificiale, riporta il Corriere. Il suo fiore all’occhiello, “TB2”, è utilizzato principalmente dalle forze di difesa turche. Il 90% dei ricavi dell’azienda proviene dalle esportazioni: sui 2 miliardi di dollari di fatturato del 2023, 1,8 miliardi arrivano dalla vendita dei prodotti ad altri 35 Paesi.

“Stiamo negoziando per capire se la sinergia industriale può iniziare o meno, concentrandosi sulla complementarietà tra i velivoli turchi e i sistemi elettronici nostri”, aveva detto a gennaio il ceo di Leonardo, Roberto Cingolani, dopo una visita agli impianti di Baykar a est di Istanbul, nella parte europea della Turchia.

Sullo sfondo c’è anche il tema delle forze armate italiane che stanno lavorando a un ammodernamento, anche alla luce del contesto geopolitico cambiato questi mesi e con una vistosa accelerazione da quando Donald Trump è tornato alla Casa Bianca. Da settimane si parla di un ordine di 1.100-1.300 droni da parte dell’Esercito Italiano, anche se fonti di Leonardo sottolineano che al momento non ci sono stati contatti ufficiali.

L’intesa italo-turca seguirebbe il modello della partnership con Rheinmetall per realizzare nuovi carri armati e veicoli da combattimento. E precederebbe di qualche mese l’alleanza europea di Leonardo con Airbus e Thales sui satelliti per competere con gli Stati Uniti e la Cina. Il colosso italiano nel settore della difesa fa parte anche della terna con la britannica Bae Systems e la giapponese Jaiec per la progettazione, lo sviluppo e la realizzazione di un jet da combattimento di prossima generazione nell’ambito del “Global combat air programme”. Nel frattempo la società ha anche annunciato di aver siglato un accordo con Edge. L’intesa, firmata durante l’International defence exhibition (Idex) 2025, in corso ad Abu Dhabi, riguarderà il mercato degli Emirati Arabi Uniti e contemplerà una strategia globale di export

Sul versante turco, Bayktar a dicembre si è aggiudicata la gara per l’acquisizione di Piaggio Aerospace e sempre l’anno scorso ha avviato la produzione industriale dei velivoli da combattimento senza pilota “Kizilelma”. Secondo Straits Research nel 2024 il mercato globale dei droni militari ha raggiunto un valore di 21,8 miliardi di dollari e si prevede che crescerà da 24,3 miliardi quest’anno, fino a raggiungere 56,7 miliardi entro il 2033.

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