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Borse: si inasprisce la guerra sui chip tra Usa e Cina. Oro ai massimi, Europa contrastata, occhi su Stellantis

Le minacce tarifarrie di Trump si fanno più concrete e si abbattono soprattutto sulle borse asiatiche. Anche a Wall Street i tecnologici hanno chiuso in calo in calo, tranne Apple grazie al suo nuovo piano di espansione. Le borse europee sono viste aprire poco mosse

Borse: si inasprisce la guerra sui chip tra Usa e Cina. Oro ai massimi, Europa contrastata, occhi su Stellantis

È rosso profondo sui listini azionari asiatici, con gli investitori alle prese con il rischio rappresentato dall’intensificazione della guerra tecnologica degli Stati Uniti con la Cina in settori come l’intelligenza artificiale, l’informatica quantistica e l’industria aerospaziale. Il rialzo dell’euro si è affievolito mentre gli investitori aspettano che la Germania definisca la formazione del suo nuovo governo. L’oro ha raggiunto un massimo storico a causa delle preoccupazioni tariffarie. Gli investitori sono cauti in vista dei risultati del beniamino dell’intelligenza artificiale Nvidia. A pesare sul sentiment è anche l’indicazione di Trump secondo cui le imposte proposte per Messico e Canada dovrebbero entrare in vigore la prossima settimana, nonostante gli investitori avessero sperato che i negoziati avrebbero scongiurato la minaccia.

Wall Street scendono i tech, ma non Apple

Chiusura sulla parità ieri per la Borsa di New York, con il Dow Jones che si attesta a 43.461 punti, mentre, al contrario, si posiziona sotto la linea di parità l’S&P-500, che si ferma a 5.983 punti. Invece hanno chiuso in calo le azioni tecnologiche, portando in negativo il Nasdaq 100 (-1,21%), tranne Apple dopo che ha annunciato di aver speso 500 miliardi di dollari in investimenti negli Stati Uniti nei prossimi quattro anni e creato circa 20.000 posti di lavoro in ricerca e sviluppo in tutto il Paese. Sotto la parità l’S&P 100, che mostra un calo dello 0,58%. Gli investitori restano in attesa del dato chiave, in programma per domani, dei conti di Nvidia, chiedendosi se sia giustificata una spesa massiccia per l’intelligenza artificiale, dopo che DeepSeek ha dimostrato che la si può avere anche a costi più bassi. Gli analisti prevedono per Nvidia un aumento del 72% dei ricavi trimestrali.

In questo contesto, i rendimenti dei Treasury hanno toccato nuovi minimi nella sessione asiatica: quelli a 10 anni hanno toccato un minimo di due mesi del 4,377% mentre quelli a due anni hanno toccato il 4,156%, il minimo da inizio dicembre.

Il prossimo appuntamento sarà con il sondaggio sulla fiducia dei consumatori negli Stati Uniti condotto dal Conference Board, in cui gli analisti temono una ripetizione del crollo osservato nel sondaggio equivalente dell’Università del Michigan. Più tardi, nel corso della giornata, la presidente della Fed di Dallas, Lorie Logan, e il presidente della Fed di Richmond, Thomas Barkin, parleranno con gli osservatori della banca centrale, che si aspettano che ribadiscano il messaggio secondo cui la Fed sarà cauta nel tagliare i tassi. Gli addetti ai lavori guardano al dato, in agenda venerdì, sull’inflazione PCE, la misura preferita dalla Fed per valutare l’andamento dei prezzi.

Asia in rosso sotto il peso delle minacce di Trump

Pesano in Asia le minacce tariffarie di Trump. I media riportano che l’amministrazione di Donald Trump sta inasprendo ulteriormente le restrizioni sull’acquisto di semiconduttori statunitensi da parte di soggetti riconducibili alla Cina e sta esercitando pressione sui principali alleati affinché si muovano nella stessa direzione. Bloomberg riporta che alti funzionari della Casa Bianca hanno recentemente incontrato i loro omologhi giapponesi e olandesi per parlare dell’introduzione di restrizioni all’attività industriale di Tokyo Electron e ASML Holding. L’obiettivo di Trump, su questo concordando con Biden, è quello di portare gli alleati ad allinearsi agli Stati Uniti. Secondo i media inoltre Washington vuole limitare ulteriormente la quantità e la tipolgia di chip che Nvidia è oggi autorizzata a esportare in Cina.

L’Indice Hang Seng di Hong Kong inizialmente è sceso fino al 2,7%, trascinato verso il basso da un crollo di quasi l’8% del gigante tecnologico Alibaba dopo che già nelle contrattazioni Usa aveva perso il 10%, nel più grande calo giornaliero in oltre due anni. Successivamente le perdite si sono ridotte: Alibaba è a -3,5% ma salgono Li Auto +14% e Xiaomi +4% e l’indice Hang Seng ha limitato le perdite a -0,7%. L’Indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen -0,6%. Indice Taiex di Taipei -1%.

L’ampio indice MSCI di azioni Asia-Pacifico al di fuori del Giappone è sceso dell’1,3%. Il Nikkei giapponese è tornato da un giorno festivo con un calo dello 0,9%, ma le azioni delle sue cinque principali società di trading sono aumentate grazie all’interesse dell’investitore miliardario Warren Buffett. Tokyo Electron è a -4%. Lo yen è sotto la soglia psicologica di 150, a 149,5. In Giappone, i prezzi dei servizi in gennaio su base annuale sono saliti del 3,1%, in aumento rispetto al precedente +3% (la previsione era +2,9%).

L’Indonesia e Apple hanno concordato i termini per revocare il divieto di iPhone 16 da parte del Paese, ha riferito Bloomberg News, citando persone che hanno familiarità con la questione

La Banca di Corea ha tagliato i suoi tassi di interesse di un quarto di punto come previsto, aiutando le azioni sudcoreane a ridurre le perdite. L’istituto centrale ha anche comunicato il ribasso delle stime del Pil per l’anno in corso all’1,5% dall’1,9% di novembre 2024. La nuova proiezione è persino inferiore all’intervallo dell’1,6-1,7% suggerito dalla Bok a gennaio, a segnalare il peggioramento della congiuntura. Sul Paese, infine, pesa l’incertezza politica a seguito della breve dichiarazione di legge marziale dichiarata il 3 dicembre scorso dal presidente Yoon Suk-yeol, ora sotto una procedura di impeachment e alle prese con un processo per i reati di insurrezione e abuso di potere.

L’euro scende dai massimi. Risale l’oro verso quota 3.000 dollari l’oncia

Le minacce tariffarie di Trump hanno portato gli investitori a rifugiarsi nuovamente nell’oro, che è tornato vicino ai 3.000 dollari l’oncia. Nei mercati valutari, la corsa dell’euro si è affievolita, tornato al punto in cui aveva iniziato la settimana. Stamane è a quota 1,0461 dollari, dopo aver toccato un massimo mensile di 1,0528 dollari dopo che le elezioni in Germania non hanno prodotto brutte sorprese. Il dollaro Usa è rimbalzato dal minimo di 2 mesi e mezzo rispetto alle sue principali valute, attestandosi a quota 106,75.

I prezzi del petrolio sono leggermente aumentati. Il greggio Brent è salito dello 0,2% a 74,93 dollari al barile, mentre il greggio statunitense è aumentato dello 0,3% a 70,92 dollari al barile. L’oro ha perso lo 0,2% a 2.945 dollari l’oncia, dopo aver toccato il massimo storico di 2.956,15 dollari lunedì.

Borse europee viste aprire in calo. Occhi a Stellantis

Le borse europee sono viste aprire in leggero calo in base alle indicazioni dei futures (-0,4%)

Nella zona euro si guarda soprattutto all’evolversi della situazione in Germania dove si sta delineado un governo a due: CDU/CSU+SPD con sul tavolo i dossier di immigrazione, taglio delle tasse, investimenti in difesa europea. Stamane il Pil tedesco nel quarto trimestre su base trimestrale è risultato a -0,2%, in calo rispetto al precedente +0,1% (in linea con le stime degli analisti). Ieri il Dax ha chiuso in rialzo del +0,6% a 22.425 punti. Si sono messi in luce RheinMetall +4%, in previsione di massicci investimenti nel settore Difesa europeo, i colossi del settore energetico, Rwe +2,8% e E.On +3%, nella prospettiva di forti investimenti in infrastrutture energetiche. In rimbalzo anche l’Automotive: Volkswagen +2,5%, Mercedes-Benz +1,4%, Bmw +1,3%, che si aspetta un approccio più accomodante dal nuovo governo.

I titoli in evidenza a Milano

Stellantis. Inizio di anno negativo per il gruppo Stellantis in Europa, che fa peggio del mercato. Secondo i dati Acea, in Ue+Efta+Uk, le immatricolazioni del gruppo a gennaio 2025 sono state 154.079, in calo del 16% rispetto a un anno prima, con la quota di mercato scesa al 15,5% dal 18%. In Unione europea, le immatricolazioni sono state 133.506, in calo del 17,9% su anno, con quota di mercato al 16,1%, contro il 19,1% di un anno prima. Per quanto riguarda gli altri marchi, a gennaio le immatricolazioni di Peugeot sono state 55.445 (-3,4%), per Opel/Vauxhall sono state 28.449 (-27,7%), per Citroen 27.170 (-16,8%), per Fiat 23.608 (-20,4%), per Jeep 10.984 (-9,6%), per Alfa Romeo 4.792 (+21,3%), per Ds 2.191 (-41,1%) e per Lancia 1.052 (-73,2%).

Eni ha siglato tre accordi con società emiratine su data center, interconnessioni elettriche e minerali critici, nell’ambito del nuovo partenariato strategico bilaterale lanciato in occasione della visita di Stato a Roma del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Sheikh Mohamed bin Zayed al Nahyan.

Saipem riunisce oggi il cda sui conti preliminari 2024 e sul piano strategico 2025-2028. Bernstein alza il target price da 3,32 a 3,54 euro

Intesa Sanpaolo ha sottoscritto un memorandum of understanding con Abu Dhabi Future Energy Company (Masdar) per rafforzare la collaborazione tra le parti nell’attività di M&A.

Moncler. Bernstein ha tagliato il rating da outperform a market perform, pur alzando il target price da 60 a 65 euro.Stm. Secondo Les Echos, il governo italiano vuole mandare via il ceo Chery.

Leonardo. Bloomberg riporta che la Germania sta discutendo di uno stanziamento di spesa straordinario per la difesa da 200 miliardi di euro. Il condirettore generale Lorenzo Mariani ha detto che una collaborazione con gli investitori sauditi nei settori aerospazio e difesa riguarderà soprattutto programmi esistenti, come Eurofighter e Nh90, e potrebbe essere propedeutica all’ingresso di Riad nel progetto di lungo termine per il caccia di sesta generazione, accanto a Italia, Regno Unito e Giappone, riporta la Repubblica.

Poste italiane Berenberg alza il target price. La società è pronta a sostenere il consolidamento del mercato delle telecomunicazioni in Italia, dopo che è diventata il secondo azionista di Tim , a seguito dello scambio della propria quota in Nexi con una quota detenuta da Cdp nella società di tlc. Lo ha detto l’amministratore delegato Matteo Del Fante

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