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Ue pronta a ridurre i dazi sulle auto per evitare la guerra commerciale con gli Usa

Dopo l’annuncio di Trump sui dazi al 25% per auto, chip e farmaci, Bruxelles propone di ridurre le tariffe sulle auto dal 10% al 2,5%. Obiettivo: evitare nuove tensioni. Ma si prevedono negoziati complessi

Ue pronta a ridurre i dazi sulle auto per evitare la guerra commerciale con gli Usa

L’Unione europea si è dichiarata disposta a negoziare una riduzione dei dazi sulle automobili importate dagli Stati Uniti, con l’obiettivo di scongiurare una nuova escalation commerciale. Il commissario europeo per il commercio, Maros Sefcovic, ha espresso questa disponibilità durante una visita a Washington, sottolineando che Bruxelles è aperta a discutere un abbassamento delle tariffe sui beni industriali, incluse le vetture.

“Abbassare le tariffe, persino eliminarle, diciamo, per i prodotti industriali, è qualcosa di cui siamo pronti a discutere” ha affermato Sefcovic “e siamo disponibili a esaminare anche il caso specifico delle automobili“. L’obiettivo è raggiungere un accordo che assicuri vantaggi equi e reciproci per entrambe le economie.

La strategia di Trump: dazi al 25% su auto, chip e farmaci

L’amministrazione Trump ha annunciato l’intenzione di imporre dazi del 25% sulle importazioni di automobili, semiconduttori e prodotti farmaceutici. La misura, che dovrebbe diventare ufficiale il 2 aprile, si inserisce in una strategia più ampia volta a ridurre il deficit commerciale statunitense e a incentivare la produzione interna.

Secondo il presidente, le aziende possono evitare queste tariffe trasferendo la produzione negli Stati Uniti, una posizione che ha destato preoccupazione tra le case automobilistiche europee e giapponesi. Non è ancora chiaro se i dazi si applicheranno a tutte le importazioni di veicoli o se verranno introdotte eccezioni per determinati paesi, come Canada e Messico. Un’incertezza che ha già messo in allarme tutti i settori coinvolti, preoccupati per un possibile incremento dei costi.

Il negoziato tra Ue e Usa

Oggi, 19 febbraio, è previsto un primo incontro tra Sefcovic e le controparti statunitensi per discutere una possibile intesa. L’Unione europea potrebbe proporre una riduzione della propria tariffa sui veicoli, attualmente fissata al 10%, abbassandola al 2,5% in cambio della rinuncia di Washington ai nuovi dazi. Il negoziato si prospetta complesso e nessuna proposta ufficiale è stata ancora avanzata.

L’iniziativa potrebbe rientrare in un pacchetto più ampio che comprende anche l’acquisto di gas naturale liquefatto (Gnl) e attrezzature militari statunitensi.

Il divario tariffario tra Ue e Usa

Attualmente, l’Unione europea applica dazi del 10% sulle auto importate, mentre gli Stati Uniti impongono solo il 2,5% sui veicoli provenienti dall’Europa. Per i pick-up, molto diffusi negli in America, Washington applica già una tariffa del 25%. Se la nuova misura voluta da Trump dovesse essere confermata, il divario commerciale tra le due economie si amplierebbe ulteriormente, con il rischio di provocare una reazione protezionistica da parte dell’Ue.

Bruxelles ha già adottato dazi del 35% sui veicoli elettrici provenienti dalla Cina per contrastare la concorrenza sleale, il che suggerisce che una riduzione delle tariffe sulle auto americane non comporterebbe un’ondata di importazioni cinesi.

Il precedente

Già durante il primo mandato di Trump, Bruxelles aveva cercato di attenuare le tensioni commerciali, riducendo i dazi su alcuni prodotti statunitensi, come le aragoste, e aumentando l’acquisto di gas naturale liquefatto e soia dagli Usa. La minaccia di tariffe sulle auto, invece, non si era mai concretizzata.

Oggi, con un’industria automobilistica europea in difficoltà, i dazi del 25% colpirebbero duramente principalmente i produttori tedeschi (già in forte crisi) come Bmw, Volkswagen e Mercedes, che esportano negli Stati Uniti circa il 13% della loro produzione.

Le conseguenze per il settore automobilistico europeo

Se i nuovi dazi venissero introdotti, le principali case automobilistiche europee dovrebbero rivedere la loro strategia produttiva. L’industria tedesca, in particolare, sarebbe esposta a un significativo aumento dei costi e a una perdita di competitività sul mercato americano.

Volker Treier, rappresentante della Camera di Commercio e Industria tedesca, ha avvertito che una spirale di tariffe tra Stati Uniti ed Europa potrebbe avere gravi ripercussioni economiche. “Il protezionismo non è la soluzione”, ha dichiarato Treier, “blocca la crescita economica su entrambe le sponde dell’Atlantico e penalizza i produttori”.

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