L’effetto-pace in Ucraina, che sta entusiasmando i listini azionari europei e in particolare il settore della Difesa, ha un rovescio della medaglia: l’aumento dei rendimenti dei titoli di Stato nella zona euro. I colloqui in corso tra Usa e Russia sulla pace in Ucraina, il vertice d’emergenza ieri a Parigi voluto dal presidente francese Macron hanno portato come primo risultato a un’apertura dei Paesi Ue verso la crescita delle spese per la Difesa, anche aggirando le regole del patto di stabilità.
Ovviamente i titoli delle imprese che hanno in qualche modo a che fare con gli armamenti hanno iniziato a salire. Ma, i fondi per questi armamenti, seppur benedetti dalla clausola di salvaguardia che li lascia fuori dal patto di stabilità, sempre fondi da sborsare restano. E resta anche il fatto che il debito degli Stati europei aumenterà ancora.
Così l’attenzione ora va ai livelli di rendimento dei titoli di Stato e non tanto allo spread, cioè al differenziale con i rendimenti dei titoli tedeschi, che un tempo veniva più preso in considerazione, perché nella stessa situazione si trova anche la Germania.
Rendimenti in rialzo e spread in calo: i problemi di debito
Così il rendimento del Btp a 10 anni di riferimento oggi quota 3,55% in rialzo dello 0,23%, un massimo da giugno scorso quando aveva sfiorato il 4%, ma il suo spread con la Germania è addirittura in calo a 105 punti base, il minimo dal 2021, con alcuni analisti che non escludono anche una discesa sotto i 100 punti base. Il fatto è che stavolta è anche la Germania a mostrare rendimenti in rialzo: il decennale di riferimento quota stamane un 2,51% con un rialzo maggiore rispetto a quello del Btp a +0,91%, a un massimo da maggio 2024 quando aveva toccato un massimo a 2,66%.
L’Italia ha certamente problemi di debito, con il suo mastodontico livello di 3.000 miliardi. Ma la Germania non ha meno gatte da pelare con le elezioni alle porte (il porssimo weekend) e i leader che si dividono anche sulla gestione del debito: il freno al debito ha mantenuto il deficit pubblico tedesco al di sotto del 3% negli ultimi anni, tuttavia, la debolezza della crescita e della disoccupazione hanno riaperto il dibattito sulla possibilità di allentarlo per consentire uno stimolo fiscale. Così il leader della CDU Friedrich Merz è favorevole alla stabilità fiscale, mentre la SPD e i Verdi sono favorevoli ad allentare il freno al debito per incoraggiare gli investimenti. Intato l’indice azionario tedesco Dax è invece salito dell’87% dai minimi del 2022.
Che dire poi della Francia, le cui preoccupazioni per il debito pubblico hanno anche portato addirittutra alla riduzione del suo rating ultimamente. Il rendimento del suo Oat decennale è al 3,16% dopo aver toccato il 3,18% ieri e il 3,20% la scorsa settimana. Eppure anche il suo spread con la Germania è in calo, stamane a 67 pb (-1,77%). Il problema è a che il deficit di bilancio della Francia ha raggiunto il 5,5% del PIL nel 2023 e si prevede un ulteriore aumento al 6,1% nel 2024. Questo supera di gran lunga l’obiettivo governativo iniziale del 5,1%. Sebbene il governo abbia poi introdotto un piano di consolidamento fiscale di circa 60 miliardi di euro (pari al 2% del PIL) per il 2025, l’efficacia di tale piano è incerta . Inoltre la traiettoria del debito pubblico rimane una delle principali preoccupazioni: il rapporto debito/PIL era al 109,9% nel 2023 e si prevede raggiungerà il 119% entro il 2029. Eppure
Come trovare i fondi per la Difesa? L’ipotesi di un debito comune torna con Draghi
Da qualche parte i fondi devono essere trovati se si vuole sostenere il progetto pace in Ucraina. E torna il tema di un debito comune, così come si era fatto in occasione della Pandemia da Covid con il programma di emissioni denominate Next Generation You che ha raggiunto l’importante cifra di circa un milione di euro, ben apprezzato dagli investitori. Questo programma scadrà nel 2026 e molti osservatori vedono un”opportunità per l’Europa rinnovarlo, almeno per qualche settore come la difesa o la transizione digitale” ha detto Massimo Mocio, presidente di Assiom Forex lo scorso weekend.
Propri oggi torna sul tema anche Mario Draghi che, nel sollecitare l’Europa a muoversi come un unico Stato ha sottolineato che anche “il debito comune deve essere, per definizione, sovranazionale, perché alcuni Paesi non dispongono di spazio fiscale sufficiente nemmeno per i propri obiettivi, non hanno alcuno spazio fiscale”.