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Tim, scambio di quote tra Cdp e Poste: si accelera la vendita di Sparkle. Il titolo sale

Il gruppo guidato da Matteo Del Fante rileverebbe il 9,8% del capitale di Tim in mano a Cdp, mentre a via Goito andrebbe il 3,8% di Nexi ora controllato da Poste. Oggi il Cda analizza i conti 2024 e il piano strategico al 2027

Tim, scambio di quote tra Cdp e Poste: si accelera  la vendita di Sparkle. Il titolo sale

Per Tim si fa più concreta l’ipotesi dell’ingresso di Poste al posto di Cdp, anticipata dal Corriere della Sera scambiando le posizioni nei capitali di Tim e Nexi. Il gruppo guidato da Matteo Del Fante rileverebbe il 9,8% del capitale di Tim in mano a Cdp, mentre a via Goito andrebbe il 3,8% di Nexi ora controllato da Poste. Alcune fonti parlano di una chiusura tra la fine di questa settimana e la prossima. Intanto si accelera sull’operazione Sparkle, proprio per chiudere il dossier prima dell’uscita dal capitale di Cdp.

Il titolo a Piazza Affari quota ai massimi di seduta di 0,31 euro, in rialzo di quasi l’1%.  

I vantaggi dello scambio di pacchetti azionari

La differenza di valori tra le quote di Tim in mano a Cdp (9,8%) vale circa 660 milioni dopo la corsa del titolo degli ultimi giorni, mentre la quota di Nexi capitalizza circa 200 milioni di euro. Il che avrà necessità di un conguaglio in denaro in favore di Cdp. Per Cassa depositi e Prestiti lo scambio con Poste significherebbe liberare capitali impegnati in una società che ora è meno strategica di prima, visto che è stata venduta la rete a Kkr e Mef. Inoltre in questo modo potrebbe anche aumentare il presidio diretto all’interno di Nexi (dove ora già controlla il 14,5% del capitale) in ottica di un’eventuale operazione con la francese Wordline. Invece per Poste si tratterebbe di un rafforzamento nel business della telefonia, consentendole magari di uscire dal contratto di operatore wholesale con Vodafone, grazie alla clausola del cambio di controllo.

Tutto ciò lascerebbe comunque aperta la strada per Illiad che punta a un consolidamento del settore delle telecomunicazioni e si è già mossa con il ministero del Tesoro italiano, mentre il fondo britannico Cvc stava esaminando l’unità servizi per le imprese di Tim, con l’idea di fonderla con il gruppo Ict Maticmind, che il gruppo di private equity controlla e in cui Cassa Depositi e Prestiti ha una partecipazione.

Intanto va avanti l’operazione di cessione di Sparkle

Tim ha reso noto di aver ricevuto una nuova proposta di acquisto vincolante per Sparkle, la società di cavi sottomarini da parte di un consorzio guidato dal Tesoro italiano, di cui fa parte Retelit, società controllata dal fondo spagnolo Asterion.

La nuova offerta prevede ancora un corrispettivo di 700 milioni di euro, ma supererebbe i problemi di finanziamento che avevano bloccato le trattative nelle scorse settimane. Infatti, al pool di banche finanziatrici – ING, Banco BPM e Banca Monte Paschi Siena – si sarebbe unita anche Intesa Sanpaolo, completando il consorzio in grado di garantire circa la metà del valore dell’operazione e permettere di chiudere la transazione.

La vendita della rete internazionale in capo a Sparkle completa il processo di ristrutturazione di Tim, così che l’azienda restarà concentrata sui tre segmenti core: Consumer, Enterprise e Brasile.

In attesa del Piano strategico 2025-2027

Oggi il consiglio di amministrazione di TIM TIT sarà chiamato ad analizzare e approvare i dati dell’ultimo trimestre dello scorso anno e il preconsuntivo del 2024 e ad analizzare il piano industriale 2025-27. Domani il CEO del gruppo, Pietro Labriola, sarà interverrà in una call con gli analisti e con la stampa.

Guardando al Piano 2025-2027, gli esperti si aspettano un periodo di passaggio di un anno, con la conferma di una crescita media annua dei ricavi del 3% e dell’EBITDA after lease dell’8% almeno per il 2025, mentre si guarda con attenzione anche alla politica dei dividendi e alla traiettoria del debito, che le operazioni di vendita della rete domestica ed internazionale hanno già abbattuto.

I risultati 2024, invece, dovrebbero rispettare la guidance ed evidenziare una crescita dei ricavi nell’ordine del 3% attorno ai 14,46 miliardi e dell’EBITDA di circa l’8% a 4,34 miliardi. Il Capex organico è atteso a 2,11 miliardi di euro, in crescita del 2,3%.

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