Un consorzio di comuni in un’unica grande Comunità energetica rinnovabile (Cer), capace di aggregare partner pubblici e privati per rilanciare i tanti borghi che hanno enormi potenzialità di sviluppo inespresse che rischiano altrimenti di essere progressivamente abbandonati dalle nuove generazioni. È questa la formula adottata da un buon numero di comuni laziali dell’Alta Sabina per sfruttare tutti i vantaggi delle Comunità energetiche rinnovabili. Si parte in questi giorni dopo aver concluso tutto il processo costitutivo della Cer aggregando un buon numero di soci nel tentativo di rientrare nei tempi (in scadenza) dell’attuale regime di incentivi di mettersi in corsa per i nuovi benefici pubblici che verranno.
In base all’attuale disciplina incentivante trainata anche dal Pnrr chi fa parte della nuova Cer potrà installare il suo impianto fotovoltaico con il 40% di contributo a fondo perduto assicurandosi doppio vantaggio tariffario: lo sconto significativo sull’energia prelevata in rete e compensazioni in bolletta per l’energia prodotta è condivisa all’interno della comunità energetica. Ma anche di non è dotato di impianto di energia rinnovabile può aderire alla Cer godendo dei vantaggi tariffari garantiti dalla energia scambiata all’interno del territorio taglio significativo delle bollette.
Nata da una prima iniziativa dell’amministrazione e dei residenti di Rocca Sinibalda, un borgo a pochi passi da Rieti sovrastato da un castello medioevale monumento nazionale, la Comunità energetica rinnovabile dell’Alta Sabina ha già aggregato una decina di comuni coinvolgendo tra gli altri Colle di Tora, Longone, Poggio Moiano, Poggio San Lorenzo, Varco Sabino. Partner dell’iniziativa molte imprese locali ma anche colossi come Enel X Way (la diffusione delle colonnine di ricarica per i mezzi elettrici è uno dei principali interventi previsti) e Vodafone (un solido sistema di tlc è essenziale per le nuove prospettive di sviluppo del territorio).
“La presenza di una Comunità energetica rinnovabile rappresenta un’opportunità concreta per chi vive e lavora in un territorio, come il nostro, in aree montane” sottolinea Giulio Lo Re, coordinatore tecnico e referente della Cer Alta Sabina. “Una Cer – rimarca Lo Re – permette di trasformare il modo in cui consumiamo energia: non siamo più solo utenti passivi, ma protagonisti di una rete locale in cui l’energia viene prodotta vicino a chi la utilizza, con benefici economici e ambientali per famiglie, imprese e servizi pubblici”.
“La formula della nostra comunità energetica – afferma Stefano Micheli, sindaco di Rocca Sinibalda – può costituire un modello per l’evoluzione e la massimizzazione dei benefici delle Cer per molte realtà territoriali alla ricerca di un nuovo modello di sviluppo. E siamo naturalmente disposti a condividere il patrimonio di conoscenze e di esperienza finora accumulate con le altre realtà locali che volessero intraprendere lo stesso percorso”.