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Giulio Napolitano con il libro “Il mondo sulle spalle” legge la storia dell’Italia repubblicana attraverso il padre Presidente

Un libro intenso di Giulio Napolitano che intreccia il ritratto intimo del padre Giorgio con mezzo secolo di storia italiana, tra politica, istituzioni e cultura

Giulio Napolitano con il libro “Il mondo sulle spalle” legge la storia dell’Italia repubblicana attraverso il padre Presidente

Nel nuovo libro di Giulio Napolitano “Il mondo sulle spalle. Una storia famigliare e politica”, edito da Mondadori, c’è tanta vita in un racconto famigliare: la stretta unione tra i genitori Giorgio e Clio, la tenerezza del rapporto tra padre e figlio scolpita in una quindicina di toccanti lettere scritte nei tornanti più delicati del percorso di entrambi, l’intimità delle vicende quotidiane nelle abitazioni private e in quelle di servizio, da Montecitorio al Quirinale.

La storia dell’Italia repubblicana attraverso Napolitano

E in parallelo scorre la storia dell’Italia repubblicana dell’ultimo cinquantennio dal compromesso storico tra Pci e Dc fino all’avvento di Giorgia Meloni, passando per la fine della prima Repubblica, l’alternanza tra Prodi e Berlusconi, il salvataggio del Paese dal default finanziario e il tentativo di avviare un programma di ampie riforme economiche e istituzionali.

Ne emerge uno straordinario “come eravamo”, il ritratto a tutto tondo di Giorgio Napolitano e insieme del modo antico di fare politica, come responsabilità collettiva di chi, da diverse posizioni, ha contribuito a costruire l’Italia del dopoguerra, a rafforzare le sue basi democratiche e a sviluppare il suo sistema produttivo e di welfare.

E insieme la difficoltà delle sfide del presente, affrontate da Giorgio Napolitano uomo delle istituzioni nei suoi nove anni al Quirinale, in un contesto mondiale e nazionale ormai completamente mutato: la spinta per un ulteriore avanzamento dell’integrazione europea e della cooperazione internazionale, l’assillo per l’ammodernamento delle istituzioni, l’appello al dialogo tra le forze politiche nei momenti di crisi per il bene del paese, la tutela dell’unità nazionale.

L’eredità politica e culturale di Giorgio Napolitano

Un’ultima nota. Giorgio Napolitano è stato anche un fine umanista, un intellettuale, un uomo di cultura, amante del teatro, della musica, del cinema e della letteratura. Ma ha sempre avuto una passione per i grandi temi dell’economia nella sua lunghissima attività parlamentare e poi al vertice dello Stato. Anche di questo il libro da sapientemente atto: l’attenzione alle condizioni degli operai in fabbrica e dei braccianti nei campi all’inizio del suo impegno di partito, le battaglie per lo sviluppo industriale e sociale del Mezzogiorno in Parlamento, la rivendicazione dei risultati della solidarietà nazionale nella lotta all’inflazione e nella difesa del potere di acquisto dei cittadini, l’ammirazione per l’opera di Keynes coltivata attraverso l’intensa frequentazione di Piero Sraffa a Cambridge e dei migliori economisti della sua generazione, a cominciare dal grande amico Luigi Spaventa, la relazione speciale con la Banca d’Italia e i suoi governatori, il rapporto strettissimo con Carlo Azeglio Ciampi nei suoi diversi ruoli fino a diventarne il successore, l’intervento in extremis per salvare l’Italia con lo spread alle stelle con la nascita del governo Monti e le misure di salvaguardia di Mario Draghi alla guida della Banca centrale europea.

Un libro da leggere dall’inizio alla fine, in cui in ogni riga si alternano aneddoti divertenti, episodi inediti, notazioni politiche (e giuridiche) originali in un racconto sempre caldo e avvolgente, non a casa pubblicato nella più importante collana di letteratura (Scrittori italiani e stranieri) di Mondadori.

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