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DeepSeek, il Garante della privacy blocca l’IA cinese e apre un’istruttoria: “A tutela degli italiani”. Ecco perché

Il Garante della privacy ha disposto il blocco di DeepSeek “a tutela degli italiani”: ecco perché. L’IA cinese era appena scomparsa dai negozi digitali di Apple e Google nel nostro Paese

DeepSeek, il Garante della privacy blocca l’IA cinese e apre un’istruttoria: “A tutela degli italiani”. Ecco perché

Il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto, in via d’urgenza e con effetto immediato, la limitazione del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e di Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, le società cinesi che forniscono il servizio di chatbot DeepSeek. Il provvedimento di limitazione – adottato a tutela dei dati degli utenti italiani – fa seguito alla comunicazione delle società ricevuta oggi, il cui contenuto è stato ritenuto del tutto insufficiente.

DeepSeek, perché il Garante della privacy blocca l’IA cinese

“Contrariamente a quanto rilevato dall’Autorità, le società hanno dichiarato di non operare in Italia e che ad esse non è applicabile la normativa europea” riferisce il Garante che, oltre a disporre la limitazione del trattamento, ha contestualmente aperto un’istruttoria. DeepSeek, ricorda l’autorità italiana, è il software di intelligenza artificiale relazionale, progettato per comprendere ed elaborare le conversazioni umane, che introdotto di recente sul mercato mondiale in pochi giorni è stato scaricato da milioni di persone.

Proprio giovedì l’applicazione di DeepSeek è scomparsa dai negozi digitali di Apple e Google nel nostro Paese, una sparizione che aveva fatto seguito alla richiesta di informazione del Garante avvenuta il giorno precedente. Nel nostro paese l’accesso al sito DeepSeek era ancora possibile ma dopo l’intervento del Garante sarà inaccessibile anche quello.

DeepSeek, cos’è successo

Una vicenda che presenta analogia con il fermo del 2023 di ChatGpt per un mese. Nelle ore in cui la piattaforma cinese ha riacceso la corsa all’intelligenza artificiale, i ricercatori della società di sicurezza Wiz hanno scoperto un bug che ha esposto milioni di informazioni. È stato corretto dopo la segnalazione all’azienda cinese, ma non è noto se i dati sono finiti nelle mani dei cybercriminali. I ricercatori hanno individuato un database che si chiama ClickHouse, collegato a DeepSeek, accessibile da remoto senza autenticazione. Conteneva oltre un milione di informazioni sulla cronologia delle chat, informazioni sull’accesso e sulle Api, i programmi usati dagli sviluppatori.

La vulnerabilità potrebbe essere stata sfruttata per ottenere privilegi all’interno dell’ambiente di DeepSeek senza nessuna autenticazione o meccanismo di difesa. Attraverso l’interfaccia di ClickHouse era possibile anche esfiltrare password e file direttamente dal server.

Sam Altman, il papà di ChatGpt minimizza l’impatto di DeepSeek: “Hanno fatto un paio di cose buone, ma nel complesso è stata decisamente sopravvalutata. Questo è un modello che ha un livello di capacità che avevamo tempo fa”.

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