La legge di Conte. La vittoria sulla Juventus conferma il primato in classifica del Napoli, al termine di una rimonta ottenuta con un mix di superiorità tecnica e caratteriale tipica delle squadre di Antonio. La firma del tecnico è evidentissima, così come le difficoltà di una Signora partita bene, eppure incapace prima di gestire, poi di riprendere, un risultato importante. Il risultato del Maradona costringe l’Inter a rispondere allo stesso modo a Lecce (ore 18), tanto più che pure l’Atalanta si è presa i 3 punti (2-1 a Como, doppietta di Retegui dopo il gol iniziale di Nico Paz), agganciandola momentaneamente in classifica. Ma la sconfitta della Juve vale tanto anche in chiave quarto posto, con Lazio e Milan che potrebbero approfittarne nelle sfide casalinghe contro Fiorentina (20:45) e Parma (12:30).
Napoli – Juventus 2-1: Kolo Muani illude Motta, poi Anguissa e Lukaku la ribaltano
Il Napoli continua così la sua corsa verso lo scudetto, infliggendo alla Juventus la prima sconfitta in campionato e mandando un messaggio forte e chiaro all’Inter. Difficile immaginare Inzaghi e compagni tifare per la Signora, di certo però avrebbero sperato quantomeno in un pareggio, a maggior ragione dopo il risultato del primo tempo, che vedeva i bianconeri avanti di un gol. La zampata di Kolo Muani, lanciato titolare da Motta e subito a segno, lasciava presagire un passo falso della capolista, invece gli azzurri, evidentemente caricati da Conte, hanno disputato un secondo tempo di grande intensità, vincendo tutti i duelli e mettendo alla corde l’avversario sia dal punto di vista del gioco che del carattere. Thiago, come detto in precedenza, aveva impostato la gara sulle ripartenze veloci, nella speranza di strappare palla agli avversari e infilarli con la velocità dei suoi.
La prima occasionissima di Yildiz dopo appena 5’ (gran parata di Meret) confermava la bontà dell’intuizione, anche perché il Napoli, nonostante il predominio territoriale, si limitava a un colpo di testa di Anguissa alto. Al 43’ un intervento sfortunato dello stesso camerunese regalava palla a Kolo Muani, che scaraventava in rete la palla dello 0-1, facendo esplodere di gioia la panchina bianconera. Il gol subìto prima dell’intervallo poteva minare tutte le certezze azzurre, ma Conte, evidentemente, trovava il modo di resettare la testa dei suoi, finendo anzi per caricarli a mille.
Il Napoli del secondo tempo, infatti, era ben altra cosa rispetto a quello del primo, e dopo aver sfiorato il pari con Lukaku (miracolo di Di Gregorio), lo trovava con un colpo di testa di Anguissa, sui cui il portiere bianconero non poteva nulla (57’). Motta provava a raddrizzare la barca inserendo Mbangula e Savona al posto di Yildiz e Cambiaso, ma al 69’ crollava definitivamente: fallo di Locatelli (ci risiamo…) su McTominay e rigore per gli azzurri, che Lukaku trasformava con freddezza. Lì ci si sarebbe aspettata una reazione di cuore da parte della Juve, invece la squadra di Conte ha gestito il match senza particolari patemi, conducendo in porto una vittoria pesantissima, sia per la classifica che per il morale. Thiago Motta, invece, incassa la prima sconfitta del suo campionato e torna a casa con un’altra delusione, oltre che con un caso Vlahovic ormai acclarato. Il serbo, alla terza panchina consecutiva dopo quelle con Milan e Bruges, è entrato solo all’82’, per giunta come ultimo cambio, a dimostrazione di un rapporto ormai ai minimi termini.
Conte: “Una vittoria di gruppo, ricordiamoci dove eravamo l’anno scorso”
“È stata una bella prestazione contro una grande squadra – ha esultato Conte -. La Juve era imbattuta, ha un’ottima rosa e sta intervenendo ancora sul mercato per potenziarla. È la dimostrazione che il lavoro paga, questa squadra riesce sempre a sopperire alle difficoltà con la forza del gruppo e con quello che viene fatto quotidianamente in maniera importante. Ho dei ragazzi che credono ciecamente nel lavoro, in me e in quello che facciamo.Il messaggio che lanciamo è che le vittorie con Atalanta e Juve ci danno forza, autostima e fiducia, stanno arrivando risultati in un momento in cui ci sono capitate delle cose che potevano ammazzare chiunque. Cosa ci manca? Chi è leader di un gruppo deve pensare a quello che ha e noi stiamo facendo questo. Il primato dopo 23 giornate? Questi numeri fan venire mal di testa pensando a quello che è stato l’anno scorso… Abbiamo finito con un distacco siderale rispetto a tante squadre e oggi siamo noi ad aver preso un vantaggio importante nei confronti di avversari molto attrezzati: quandosei all’Inter, al Milan o alla Juve devi vincere, c’è poco da chiacchierare…”.
Thiago Motta: “Dispiace per la sconfitta. Vlahovic? Non c’è nessun problema”
“Sono dispiaciuto per la sconfitta, avevamo fatto un buon primo tempo mettendo in grande difficoltà un avversario che è primo in classifica non per caso – ha sospirato Thiago Motta -. Inoltre ha tutta la settimana per preparare le partite e questo è sicuramente un piccolo vantaggio. Noi, invece, venivamo da tanti impegni e si è visto nel secondo tempo, dove abbiamo faticato a ripetere quanto di buono fatto nel primo. In tante partite siamo stati capaci di reagire e recuperare, questa volta no. Non vinciamo qui a Napoli dal 2019, è la sesta sconfitta consecutiva, significa che è un campo davvero difficile, ma ora dobbiamo reagire già nella prossima partita. Poca personalità? Quello no, l’abbiamo dimostrata nel primo tempo giocando bene a calcio e mettendo in difficoltà l’avversario. Nella ripresa volevamo rimanere compatti, provare a far bene la prima pressione e difendere uniti per poi ripartire in avanti, ma non ne siamo stati capaci perché abbiamo sbagliato tanto. Vlahovic? Nella nostra squadra non ci sono problemi, Dusan è un leader molto positivo e, fino a oggi, ha dato un grande contributo. Continuerà ad aiutarci perché abbiamo bisogno di tutti, non create problemi dove non esistono”.
Lecce – Inter (ore 18, Dazn e Sky)
Ora la palla passa all’Inter, costretta a sbancare Lecce per rispondere al Napoli ed evitare un distacco che inizierebbe a diventare preoccupante, a prescindere dal recupero di Firenze. Sulla carta non si tratta di un compito impossibile, anzi i nerazzurri sono evidentemente favoriti per tanti motivi. Le fatiche europee però nascondono sempre qualche insidia, tanto più in un momento delicato a livello di infortuni: Inzaghi, piano piano, sta recuperando tutti i pezzi, ma all’appello manca ancora gente come Calhanoglu e Acerbi. In altri periodi Inzaghi avrebbe sfruttato la gara di Lecce per far rifiatare qualche titolarissimo, questa volta invece dovrebbe puntare sul miglior undici possibile, consapevole che i punti in palio sono davvero pesanti. Il calendario non dà tregua e il confronto con il Napoli, in questo senso, è quasi impietoso, ma fermarsi non è un’opzione. Vincere a Lecce, peraltro, è obbligatorio anche in virtù dei prossimi impegni, che vedranno l’asticella alzarsi vertiginosamente: dopo il viaggio in Salento, infatti, Inzaghi dovrà vedersela con Monaco, Milan, Fiorentina (addirittura due volte, qualora il recupero venisse piazzato giovedì 6), Juventus, Genoa, Lazio (Coppa Italia) e Napoli. Vietato sbagliare insomma, anche se il Lecce ha bisogno di punti (è quartultimo a + 1 sul Verona) e farà di tutto per rovinare i piani nerazzurri.
Lecce – Inter, le probabili formazioni
Lecce (4-3-3): Falcone; Guilbert, Baschirotto, Jean, Dorgu; Coulibaly, Pierret, Helgason; Pierotti, Krstovic, Morente
In panchina: Fruchtl, Samooja, Borbei, Bonifazi, Gallo, McJannet, Ramadani, Kaba, Karlsson, Hasa, Burnete
Allenatore: Giampaolo
Indisponibili: Banda, Berisha, Gaspar, Rafia, Marchwinski
Squalificati: Rebic
Inter (3-5-2): Sommer; Pavard, De Vrij, Bastoni; Darmian, Frattesi, Zielinski, Mkhitaryan, Dimarco; Thuram, Lautaro
In panchina: Martinez, Calligaris, Bisseck, Dumfries, Buchanan, Barella, Asllani, Carlos Augusto, Taremi, Arnautovic
Allenatore: Inzaghi
Indisponibili: Di Gennaro, Correa, Calhanoglu, Acerbi
Squalificati: Nessuno
Milan – Parma (ore 12:30, Dazn)
La domenica calcistica aprirà i battenti a San Siro, teatro del lunch match tra Milan e Parma. Inutile dire che i rossoneri hanno un solo risultato a disposizione, tanto più dopo il risultato di Napoli, che consente di avvicinare la Juve in classifica. Il problema è che il Diavolo, ormai da svariati mesi, difetta in continuità e ha già sbagliato tante occasioni “infallibili”, sia con Fonseca che con Conceiçao. Il cambio di allenatore ha certamente portato qualcosa dal punto di vista caratteriale, ma il famoso filotto di vittorie, indispensabile per scalare la classifica e tornare a vedere l’Europa che conta, non si è ancora visto. Il match odierno contro il Parma, un solo successo nelle ultime sette giornate, offre l’occasione di mettere il primo tassello e migliorare il clima in vista di una settimana bollente, nella quale il Milan si giocherà gli ottavi di Champions a Zagabria e il derby contro l’Inter. Testa al campo insomma, anche se le voci di mercato si prendono le copertine. In primo piano c’è il nome di Santiago Gimenez, bomber del Feyenoord identificato come la panacea dei mali offensivi: prenderlo a gennaio darebbe una bella scossa alla stagione rossonera, ma realizzare il sogno non è facile sia per questioni economiche (servono 40 milioni cash, dunque una o più cessioni) che di tempistiche (gli olandesi sono restii a cederlo a stagione in corso). Vedremo quel che succederà, intanto Conceiçao deve necessariamente battere il Parma e iniziare sul serio la corsa verso il quarto posto.
Milan – Parma, le probabili formazioni
Milan (4-3-3): Maignan; Calabria, Gabbia, Tomori, Hernandez; Bennacer, Fofana, Reijnders; Pulisic, Morata, Leao
In panchina: Sportiello, Torriani, Pavlovic, Bartesaghi, Terracciano, Jimenez, Musah, Zeroli, Okafor, Chukwueze, Abraham, Camarda, Jovic
Allenatore: Conceiçao
Indisponibili: Florenzi, Loftus-Cheek, Thiaw, Emerson Royal
Squalificati: Nessuno
Parma (4-2-3-1): Suzuki; Delprato, Vogliacco, Valenti, Valeri; Keita, Sohm; Man, Hernani, Mihaila; Djuric
In panchina: Corvi, Marcone, Trabucchi, Hainaut, Leoni, Lovik, Cancellieri, Camara, Haj, Almqvist, Plicco, Benedyczak
Allenatore: Pecchia
Indisponibili: Charpentier, Kowalski, Circati, Bernabé, Osorio, Estevez, Balogh, Bonny
Squalificati: Nessuno
Lazio – Fiorentina (ore 20:45, Dazn)
Spettacolo assicurato anche nel posticipo serale tra Lazio e Fiorentina, in quella che fino a qualche settimana fa sarebbe stata addirittura una sfida scudetto. Poi le squadre di Baroni e Palladino hanno rallentato, ma se la crisi biancoceleste sembra ormai alle spalle, lo stesso non si può dire di quella viola. Sulla carta, insomma, i padroni di casa sono favoriti, anche perché lo stato di forma generale sembra essere tornato al top. Le vittorie su Verona e Real Sociedad hanno riportato entusiasmo e mostrato un ottimo livello di gioco, ragion per cui Baroni vuole confermarsi e sfruttare la sconfitta/il pareggio della Juve per allungare in chiave quarto posto / e rispondere alla Juventus, balzata al quarto posto dopo il successo di Napoli. Dall’altra parte c’è una Fiorentina in grande difficoltà, come dimostrano i soli 2 punti raccolti nelle ultime sei partite. Uno score che sta facendo addirittura traballare la panchina di Palladino, passato da eroe a primo imputato nel giro di due mesi: la società, per ora, gli ha confermato la fiducia, ma le voci su Tudor (qualcuno ha parlato anche di Sarri) non si placano e una sconfitta all’Olimpico non farebbe che aumentarle. Baroni dovrà rinunciare a Nuno Tavares, infortunatosi giovedì in Europa League, ma si affiderà al classico 4-2-3-1 con Dia a supporto di Castellanos; stesso sistema di gioco anche per Palladino, che proverà a scacciare la crisi con Gudmundsson, Sottil e Kean.
Udinese – Roma (ore 15, Dazn)
Partita delicata anche per la Roma, di scena a Udine dopo la brutta sconfitta di Alkmaar. Ranieri pensava di aver finalmente trovato la quadra, invece i giallorossi sono ricascati nel solito mal di trasferta. Il problema dura da inizio stagione e nemmeno l’esperienza di Sor Claudio, almeno sin qui, è stata sufficiente per risolverlo. Sembra incredibile, ma la Roma non ha mai vinto in stagione lontano dall’Olimpico: il viaggio a Udine, con queste premesse, fa paura, anche se la legge dei grandi numeri invita a un pallido ottimismo. Il Blue Energy Stadium, inoltre, è stato il teatro dell’ultimo successo giallorosso fuori casa, seppur in una partita decisamente particolare. La sfida del 14 aprile, infatti, fu sospesa al 71’ per il malore di N’Dicka, fortunatamente risoltosi nel giro di poco tempo: i restanti 19’ si disputarono dieci giorni dopo e la Roma di De Rossi ne venne a capo in pieno recupero, grazie a un colpo di testa di Cristante. Altri tempi e altre ambizioni, perché quella squadra si giocava il quarto posto mentre questa, classifica alla mano, è staccatissima dalle posizioni di vertice. Ranieri poi ha in testa soprattutto la sfida di giovedì prossimo, quando all’Olimpico arriveranno i tedeschi dell’Eintracht Francoforte. Quella sera la Roma si giocherà l’ultima chance per restare in Europa League, ma non per questo potrà permettersi di risparmiare energie a Udine: la risalita verso una classifica dignitosa passa anche da qui.