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Ferraris, le dimissioni dell’Ad di Fibercop sono un esempio: meglio la coerenza professionale che la poltrona. Facesse così la Santanchè

Le dimissioni di Luigi Ferrars dalla guida di Fibercop sono un raro esempio di coerenza e dignità professionale in Italia. Tutto il contrario di quanto sta facendo in politica la ministra del Turismo Daniela Santanché che resta aggrappata alla sua poltrona malgrado il rinvio a giudizio per falso in bilancio della sua società

Ferraris, le dimissioni dell’Ad di Fibercop sono un esempio: meglio la coerenza professionale che la poltrona. Facesse così la Santanchè

Le dimissioni dell’Ad di Fibercop, Luigi Ferraris, dopo solo sei mesi non sono esattamente un fulmine a ciel sereno perché i dissensi con gli azionisti e soprattutto con l’invadente fondo americano KKR covavano da tempo ma rappresentano una sconfitta e al tempo stesso un raro caso di dignità e coerenza professionale. In Italia non tutti rinunciano alla poltrona così facilmente. Ferraris è uno dei più collaudati manager in circolazione in Italia, ha lavorato con successo e con incarichi apicali in tutte le società di reti (da Enel a Poste Italiane, da Terna e alle Ferrovie dello Stato) prima di approdare in Fibercop, la società della rete tlc nata dalla scissione da Tim, ma stavolta il miracolo non c’è stato ed è un peccato che non si sia trovata l’intesa sul piano industriale e sui criteri di gestione fino ad arrivare al divorzio. Dai nomi che circolano Fibercop ha buone probabilità di trovare un successore all’altezza dei compiti che attendono la società ma Ferraris, questo va detto, esce a testa alta. Quanti top manager in Italia si sarebbero dimessi volontariamente e in tutta trasparenza da un incarico prestigioso dopo soli sei mesi rinunciando ad onori e ricche remunerazioni? Facesse così la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, che non vuole dimettersi malgrado sia stata rinviata a giudizio per falso in bilancio nella sua società: se lo facesse, darebbe più dignità al Governo. Qui non è questione di garantismo ma di dignità politica. Meno male che c’è ancora gente come Ferraris che alle poltrone preferisce l’onore e la coerenza personale.

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