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Sudafrica, assedio a Stillfontein: il dramma dei minatori e la clamorosa fuga del “capo” della miniera

L’assedio nella miniera di Stillfontein ha portato a 240 sopravvissuti e 78 morti, con la fuga del presunto “capo” Tshoaeli grazie all’aiuto di ufficiali corrotti. La polizia è stata accusata per la gestione disastrosa del salvataggio

Sudafrica, assedio a Stillfontein: il dramma dei minatori e la clamorosa fuga del “capo” della miniera

L’assedio nella miniera Sudafricana di Stillfontein, di cui avevamo raccontato il 7 dicembre 2024, si è conclusa la settimana scorsa con l’emersione di 240 minatori vivi ma ridotti a scheletri ed il recupero di 78 cadaveri. La miniera era stata bloccata dalla polizia a partire da novembre, che aveva tagliato le scorte di cibo e acqua nel tentativo di costringere i minatori a uscire.

James Neo Tshoaeli: le accuse al “capo” della miniera di Stillfontein

I colleghi minatori hanno accusato un cittadino straniero, del Lesotho, il piccolo stato enclave nel Sud Africa, James Neo Tshoaeli detto “Tiger” di essere il “capo” che controllava le operazioni nella miniera d’oro abbandonata accusandolo di alcune morti sottoterra. Come si evince, ovunque nel mondo le colpe sono sempre degli “stranieri”.

La polizia ha affermato che alcuni ufficiali della polizia stessa avevano aiutato Tshoaeli, a fuggire dopo essere stato tirato fuori dalla miniera di Stilfontein, avviando una caccia all’uomo del presunto “capo”, accusato da alcuni minatori, di essere responsabile di “morti, aggressioni e torture” sottoterra, secondo una dichiarazione della polizia. Si sosteneva inoltre che il signor Tshoaeli abbia accumulato e tenuto il cibo lontano dagli altri minatori, molti dei quali apparivano emaciati e deboli quando sono emersi dal pozzo.

Salvataggio o negligenza? Le critiche alla polizia sudafricana

In ogni caso questa fuga ha “imbarazzato” notevolmente la polizia, che dopo mesi di un terribile assedio bloccando i pozzi minerari e stata costretta da un ordine del tribunale al governo di facilitare l’operazione di salvataggio della scorsa settimana. Mentre il salvataggio giungeva al termine, la polizia ha affermato che sarebbe stato un “compito titanico” identificare i 78 corpi recuperati, in parte perché molti di loro erano migranti clandestini. I minatori erano sottoterra da novembre dell’anno scorso, quando la polizia ha avviato operazioni a livello nazionale contro l’estrazione mineraria illegale.

Migliaia di minatori illegali, noti come “zama zamas” (“coloro che tentano la fortuna” in zulu), operano nel Sudafrica ricco di minerali. La miniera di Stilfontein, circa 145 km (90 miglia) a sud-ovest di Johannesburg, è stata ora sgomberata sia dai cadaveri sia dalle persone vive, ha affermato la polizia.

Un sindacato e attivisti per i diritti umani, hanno accusato le autorità di aver supervisionato un “massacro”, ma la polizia ha difeso le proprie azioni, affermando che si trattava di criminalità e che erano i boss responsabili dell’estrazione mineraria illegale a controllare il flusso delle forniture e a cercare di impedire alle persone di riemergere.

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