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L’antifurto perfetto? Tecnologia ma non solo. I nuovi trucchi per difendere casa dai ladri

Allarmi via app, webcam, serrature comandabili a distanza e intelligenza artificiale. Ma per alzare davvero la soglia di sicurezza serve attenzione, un po’ di fantasia e qualche trucco.

L’antifurto perfetto? Tecnologia ma non solo. I nuovi trucchi per difendere casa dai ladri

Guai a fidarsi solo della tecnologia, dell’impianto d’allarme presentato come mirabolante, magari collegato 24 ore su 24 con le forze dell’ordine. La sicurezza, quella vera o presunta, ha mille debolezze. I professionisti dei furti ne sanno più di noi. E noi troppo spesso rimaniamo ancorati ai rudimenti di un mondo che fu: la serratura europea “inviolabile” che già un paio di decenni fa cedeva alle cosiddette “chiavi bulgare” che si adattano a tutto, le grate “blindate” alle finestre che cedono miseramente in meno di due minuti sotto i colpi dei nuovi frullini portatili a batteria con lame diamantate che mordono tutto e fanno poco rumore, i “sicurissimi” sensori a cordino alle finestre neutralizzati con un filo di ferro inserito nella parte superiore della tapparella.

Come alzare le nostre difese senza mettere sotto attacco il nostro portafoglio, senza troppe complicazioni, magari ricorrendo al fai-da-te sia nelle attrezzature che nei nostri comportamenti? Già, i comportamenti. Decisivi da sempre, ancor più decisivi oggi con l’incalzare delle tecnologie. Quelle in mano nostra, ma anche – non dimentichiamolo mai – del ladro che ci attacca.

L’immenso mondo del Web e pieno di consigli, guide, tutorial, proposte. Molto ha un sapore commerciale. Qualcosa è utile. Ma impera il già detto, già sentito. Non faremo lo stesso errore.
Apprezziamo, naturalmente, ciò che consigliano caldamente le nostre forze dell’ordine: la Polizia, i Carabinieri. Vogliamo aggiungere qualcosa di nuovo. Qualche provvidenziale aggiunta a quel che già sappiamo e alle dotazioni antifurto che già abbiamo, per integrare e potenziare il nostro apparato di difesa. Vale per la nostra casa, ma anche per l’ufficio, il laboratorio, il negozio. Insomma, qualche trucco in più. E perfino qualche alternativa ad apparati antifurto “classici” e costosi.

Il telefono no. Meglio il cellulare e le app

Se abbiamo un vecchio impianto d’allarme di quelli che “parlano” con noi e ci avvisano attraverso la vecchia linea telefonica di casa è il momento di rottamarlo, sostituirlo. O magari integrarlo, salvando le componenti di base, con un sistema di ultima generazione. Bando al telefono fisso che può essere facilmente interrotto e isolato. I sistemi di allarme di ultima generazione funzionano con gli stessi principi, ma si affidano a due provvidenziali novità: i sensori più recenti (microonde, contatti, fasci laser per i terrazzi e le parti esterne) sono gestiti con algoritmi avanzati, parenti stretti dell’intelligenza artificiale, che riducono al minimo l’eventualità di falsi allarmi e riescono perfino a discriminare tra il passaggio ad esempio di un animale (vale soprattutto per i sensori esterni) e un autentico malintenzionato.

La seconda novità riguarda proprio il collegamento permanente con noi. Al posto della tradizionale linea telefonica ecco lo smartphone e la relativa App, con ben altri margini di sicurezza rispetto all’utilizzo della voce e della pulsantiera attraverso la linea fissa. La centralina dell’allarme è collegata con il nostro Wi-Fi di casa, ma ha una sua Sim che fa da backup automatico: spegniamo, accendiamo, escludiamo e inseriamo le zone. E magari con lo stesso impianto e la stessa app controlliamo anche le webcam che piazziamo in casa per vedere proprio tutto, quando vogliamo ed ogni luogo.

Webcam con sensore movimento. Ottima e costa poco

A proposito di webcam. Quelle di ultima generazione, da collegare con estrema semplicità a nostro Wi-Fi di casa, offrono ad un prezzo davvero lieve (meno di 50 euro a esemplare) una potente funzione aggiuntiva a nostro impianto di allarme, o possono perfino sostituirlo, magari in attesa di dotarci impianto “completo”. Parliamo del “motion detection”, ovvero della capacità della webcam di attivarsi, registrare e magari inviare automaticamente le immagini in tempo reale nel caso qualcosa si muova nel raggio d’azione dell’obiettivo. Una funzione che nei modelli migliori può essere attivata e disattivata in un istante, addirittura associando ad un unico comando più telecamere in uno “scenario” preimpostato.

Porte e finestre: modernizziamo anche quelle

La posta blindata con relativa serratura di sicurezza, le finestre con i soliti contatti antiintrusione o i sensori a cordino e rocchetto. Oggi c’è di meglio, molto meglio. I sensori meccanici e magnetici alle finestre hanno fatto il loro tempo: sono facilmente superabili da un ladro neanche troppo esperto. Affidiamoci invece anche qui a dei mini sensori a microonde o a raggi laser, infinitamente più sicuri anche nella loro versione senza fili.

La serratura va scelta con cura. Meglio se smart

Sulla porta blindata c’è poco da dire. E’ irrinunciabile. Scegliamo se possibile quella con la certificazione di sicurezza con il codice più alto. Il punto critico è, e rimane, la serratura. Che ha due debolezze, una palese e una occulta. Quella palese e nella sua resistenza strutturale agli attacchi. Un cilindro europeo standard costa qualche decina di euro ma è facilmente attaccabile da un ladro professionista dotato di strumenti neanche troppo complicati. Il cilindro-serratura meno sofisticato cede dopo qualche colpo di martello assestato su una speciale lama inserita nel foro della chiave, o con l’uso di adattatori meccanici che in pochi secondi riescono a simulare la chiave originale. Quelli con un grado di sicurezza più elevato possono costare anche 200 euro e oltre. Ne vale comunque la pena. Ma ecco la debolezza occulta della nostra serratura, o meglio le sue debolezze plurime.

Esistono in giro molte copie delle chiavi? Al parente, al vicino, alla colf, al portiere. Bene, anzi male. Ognuno dei depositari è a sua volta è esposto come noi al furto della chiave, allo smarrimento, alla sottrazione. Ecco la soluzione: la serratura elettronica. Quella che consigliamo decisamente non prevede la sostituzione integrale del meccanismo con costose modifiche alla porta. Modifiche che oltretutto rischiano di far identificare al potenziale ladro il tipo e le eventuali debolezze della super-serratura che installiamo.

Meglio un dispositivo da montare internamente, con semplicità, anche da soli, che fa da attuatore della chiave inserita all’interno con un motore elettrico, comandato (questo è il tipo che consigliamo) sia da remoto via Wi-Fi sia quando siamo davanti alla porta o con il Wi-Fi o anche con un collegamento diretto Bluetooth. Possiamo trovare un buon esemplare che risponde a queste caratteristiche in un negozio specializzato o scandagliando i principali siti di commercio elettronico.

A quel punto basterà ricorrere ai codici che preimpostiamo, che possiamo cambiare in qualunque momento. per dare maniera temporanea o permanente la nostra chiave virtuale a chi vogliamo, usandola naturalmente noi stessi con la premura di avere a disposizione una chiave fisica per aprire la porta in caso di malfunzionamenti della serratura o della connessione.

La soluzione del tastierino elettronico a combinazione numerica da mettere fuori dalla porta? Da evitare. Troppi indizi e troppe informazioni al malintenzionato. Con lo smartphone facciamo davvero tutto. Una tastierina di emergenza mettiamola semmai dentro casa, nel caso di malfunzionamenti del nostro cellulare o dell’App.

Meglio un “filtro” per chiamare le Forze dell’ordine

Abbiamo esaminato i criteri e le alchimie del nostro impianto di allarme. Domanda: si conviene collegarlo direttamente alle Forze dell’ordine? Possiamo farne a meno. Meglio rimanere allerta, magari configurando il collegamento via app anche sullo smartphone di un parente, un amico, un condomino. Così da avere una buona copertura di emergenza. Saremo noi o chi per noi ad avvisare eventualmente la Polizia o i Carabinieri, evitando così possibili imbarazzi (nonché i problemi) di una mobilitazione automatica delle Forze dell’ordine nel caso (remoto, come abbiamo detto) di un falso allarme o nel caso (meno remoto) di un errore di manovra delle sequenze di inserimento o inserimento da parte nostra.

Allarme anche quando ci siamo. E un telefono salvavita

Inserire l’allarme quando usciamo a casa non c’è nessuno? Guai a fare solo questo. Le statistiche e il buon senso insegnano: la maggior parte dei furti che hanno conseguenze importanti avviene quando c’è qualcuno in casa, di notte (ma non solo). I ladri sanno bene che è proprio questa l’occasione più ghiotta: gente in casa che dorme, beni in casa, allarme magari spento, molto tempo per agire di nascosto. L’allarme inserito in configurazione “perimetrale” (sensori esterni, alle finestre e alle porte d’ingresso inseriti, sensori interni di movimento disattivati) è un obbligo assoluto quando andiamo a dormire: ricordiamocelo sempre e comunque.

Siamo attaccati quando siamo in casa? L’allarme attivo ci darà ben altri margini per neutralizzare la minaccia. Il malfattore non desiste (caso raro)? Un consiglio: teniamo a portata di mano il nostro telefono cellulare, nella stessa stanza ma magari non sul comodino accanto al letto (ogni rischio sulla dannosità delle onde elettromagnetiche diventa davvero irrilevante se manteniamo una distanza di almeno due metri) e preimpostiamo un tasto di chiamata rapida sul 112, il numero unico nazionale per le emergenze. In qualunque situazione di immediata necessità o, peggio, di panico avremo un provvidenziale canale diretto con le Forze dell’ordine.

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