Consumatori da una parte, agricoltori e allevatori dall’altra. A dividerli in Europa è l’accordo tra Ue e Mercosur. Già, proprio mentre in Europa si riaccendono le proteste al rombo di trattori accompagnati da mugghianti vacche e vitelli contro l’intesa di libero scambio con Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, ecco un sondaggio di Eurobarometro (che conduce indagini per la Commissione europea) dedicato alla politica agricola comune che mette in evidenza come in Europa praticamente sette persone su dieci (71%) vedono un bene per il consumatore, e quindi per il proprio carrello della spesa, avere intese con Paesi terzi per comprare prodotti agro-alimentari e cibo da mettere a tavola.
I consumatori italiani tra i più favorevoli agli accordi di libero scambio
Certo, il mondo agricolo ha le proprie ragioni a mostrarsi contrario al libero scambio sia col Mercosur che con il Ceta (intese con il Canada) e a dirsi preoccupato per le ricadute negative. Ed è per questo che in Francia, Belgio, Polonia si stanno rimobilitando dopo le proteste dei mesi scorsi.
Ma le preoccupazioni e i timori del mondo agricolo per un accordo che mira ad aprire il mercato europeo a prodotti come carne bovina, pollame e riso sono lontani dal sentire dei consumatori.
La parola ai numeri. Agli intervistati è stato chiesto se, in qualità di consumatori di generi alimentari, i trattati commerciali sono stati positivi o negativi: ebbene, tra chi li ritiene “molto positivi” (15%) e chi li considera “piuttosto positivi” (56%), si raggiunge quota 71%, cioè 7 persone su 10 che esprimono un giudizio favorevole. Non solo per il singolo consumatore, ma per la stessa Europa. Infatti, i due terzi dei cittadini dell’Ue (66%) ritengono che avere accordi faccia il bene dell’agricoltura europea, tra chi lo dichiara in modo molto convinto (13%) e chi in modo tutto sommato positivo (53%). Ma sono soprattutto i consumatori italiani i più convinti delle intese con Paesi terzi: ben l’80%.
Le voci critiche dell’agricoltura italiana: un conflitto di interessi
Uno scollamento col mondo produttivo. In Italia praticamente l’intero settore agricolo aveva fatto sentire la propria voce critica. Le preoccupazioni principali riguardano l’impatto derivante da una maggiore apertura alle importazioni di prodotti agroalimentari dal Mercosur, in particolare carni bovine, pollame, riso, mais e zucchero. Pur presentando potenziali vantaggi per alcuni settori, l’intesa veniva giudicata altamente penalizzante per le produzioni europee e italiane in termini di concorrenza e sicurezza alimentare. Per Confagricoltura l’intesa tra Ue e Mercosur “non garantisce equità e reciprocità nei rapporti, né protezione per il nostro modello agricolo”. Concetto ribadito anche dall’Ente nazionale risi, che sollecitava a “non far entrare nell’Unione europea prodotti agroalimentari ottenuti senza il rispetto degli standard ambientali e di sicurezza alimentare.” Faceva eco Coldiretti, puntando il dito ad esempio sulle “persistenti lacune” nei controlli del Brasile sull’uso di ormoni vietati in Ue, così pure sui pericoli per le seminative, con il 52% delle sostanze attive usate sul mais in Brasile e Argentina che sono vietate in Europa, come l’atrazina. E anche Cia-Agricoltori Italiani non nascondeva i timori per un accordo “molto squilibrato” che “colpisce alcuni settori sensibili, che potrebbero subire la prevedibile concorrenza che Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay sarebbero in grado di introdurre”. Per le cooperative agroalimentari Copa Cogeca l’accordo utilizza “l’agricoltura come merce di scambio per favorire altri settori”.
Ebbene, tutte queste considerazioni non hanno trovato sponda tra i nostri consumatori, che anzi sono risultati tra i più entusiasti per accordi di libero scambio. In totale l’80% delle persone ascoltate da Eurobarometro promuove intese come quella con Mercosur: “molto positive” per il 22% e “positive” per il 58% dei consumatori italiani.