Trump potrebbe decidere un approccio graduale sui dazi, il petrolio rallenta la sua corsa e i prezzi alla produzione Usa salgono meno del previsto, così oggi i listini della zona euro scelgono il bicchiere mezzo pieno e chiudono una seduta in rialzo, anche se Londra (-0,29%) resta negativa e Wall Street procede incerta dopo un avvio intonato (DJ -0,05%%, S&P 500 -0,15%, Nasdaq -0,27%). A New York fallisce il rimbalzo Nvidia -1,78%.
Grazie alle banche Piazza Affari recupera lo 0,93%, dopo le perdite della vigilia e ritrova i 35mila punti base (35.124). Sono leggermente più caute Francoforte +0,69%, Parigi +0,2%, Madrid +0,52%.
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Salgono i prezzi alla produzione Usa, però meno delle attese
A corredo di un sentiment orientato positivamente nella regione dell’euro fin dai primi scambi, è arrivato nel primo pomeriggio il dato, inferiore alle attese, dei prezzi alla produzione negli Stati Uniti nel mese di dicembre: +0,2% mese e +3,3% annuo, contro scommesse di +0,4% e +3,,5%. Un antipasto leggero prima del piatto forte della settimana, rappresentato dai prezzi al consumo in uscita domani e che potrà offrire nuove indicazioni su quanto farà la Fed quest’anno.
Il clima appare lievemente più favorevole anche all’obbligazionario, mentre il dollaro allenta un po’ la sua morsa sulle altre valute.
Scendono poi i prezzi del petrolio, nella prospettiva di una tregua in Medio Oriente, con Hamas che avrebbe accettato un accordo.
Per i mercati, infine, si è accesa una fiammella di speranza anche sul piano tariffario di Donald Trump, poiché secondo Bloomberg lo staff del presidente eletto sta studiando aumenti graduali dei dazi sulle importazioni del 2%-5% al mese, con l’obiettivo di ottenere concessioni dai partner commerciali. Insomma, la botta non arriverà in una volta sola e a partire dalla prossima settimana, con immediate conseguenze sull’inflazione.
Euro-dollaro vicino a 1,03
Ecco allora che l’euro riprende quota contro dollaro, con un guadagno dello 0,5% circa, che avvicina il cambio tra moneta unica a biglietto verde a 1,03, dopo che ieri l’euro è sceso brevemente anche sotto 1,02.
Tra le materie prime i future di marzo di Brent e Wti cedono lo 0,8%, per prezzi 80,36 dollari al barile e 76,67 dollari al barile.
Risalgono infine i prezzi dei T-Bond e il Treasury decennale, in questo momento, vede un tasso un modesto calo al 4,791%.
Piazza Affari, brilla Intesa, sgomma Pirelli
Piazza Affari sale oggi guidata dalle banche, a partire da Intesa +2,78%.
Il titolo dell’istituto guidato da Carlo Messina ha siglato oggi un accordo con Confindustria da 200 miliardi per le imprese, estendendo un sodalizio che dura da 15 anni. Nell’occasione l’ad ha commentato anche la notizia che la banca ha avviato un investimento in bitcoin fino a un milione di euro. “Si tratta di un esperimento, un test” ha detto il manager.
Registra una chiusura in denaro Popolare di Sondrio +2,48%, promossa promossa a “neutral” da Mediobanca, dal precedente “underperform”. Bene Bper +2,28%, Banco Bpm +1,63%, Finecobank +1,76%. Tra i finanziari torna in evidenza Unipol +1,92%.
In tema con il suo business sgomma Pirelli, +2,16%, sostenuta da giudizi positivi di Goldman Sachs che ha migliorato il rating sulle azioni del gruppo a ‘buy’ da ‘neutral”.
Nel lusso brilla Cucinelli, +2,01%, che ha stupito positivamente presentando ieri, a borse chiuse, dati sul fatturato 2024 migliori delle attese e confermando l’outlook 2025-2026.
Restano accesi i riflettori su Leonardo, +1,72%. Reuters riferisce che il ministro della difesa tedesco, Boris Pistorius, ha detto che Germania, Polonia, Gran Bretagna, Francia e Italia implementeranno il più rapidamente possibile i nuovi obiettivi Nato in termini di armamenti e numero di truppe che l’alleanza sta per concordare.
Telecom, +0,55%, ridimensiona nel finale i guadagni innescati dalla decisione del Tribunale di Milano di rigettare il ricorso di Vivendi sulla cessione della rete, dichiarandolo “inammissibile”. Il gruppo francese, principale azionista di Tim, ricorrerà in appello.
Tra le utility la migliore è A2a +1,65%, che oggi è ‘buy’ per Equita, con prezzo obiettivo a 2,7 euro
Sul lato vendite la maglia nera stringe al collo Nexi -6,84%, che scende ai minimi storici dopo che Morgan Stanley ha ridotto la raccomandazione a ‘underweight’ da ‘equal weight’, evidenziando i maggiori rischi di crescita della società dei pagamenti italiana rispetto ai concorrenti. Anche Mediobanca ha rivisto al ribasso il giudizio su Nexi, portandolo da outperform a neutral, con un target price di 7,5 euro.
Male, inoltre, Campari -2,76%, Diasorin -1,03% e i petroliferi, Eni -0,92%, Tenaris -0,81%.
Fuori dal paniere principale è positiva Fincantieri, +0,92%, che ha concluso l’acquisizione degli asset subacquei di Leonardo (sistemi di siluri, sonar e contromisure) con un pagamento immediato di 287 milioni di euro.
Spread in calo, ma i tassi salgono
I titoli di Stato, anche nella zona euro, restano preda di un certo nervosismo di riflesso alla carta Usa e all’azione delle banche centrali.
Lo spread oggi cala per il Btp decennale nel confronto con il Bund di pari durata e in chiusura è indicato a 121 punti base, da 124 di ieri. I rendimenti però salgono, soprattutto ovviamente quelli dei titoli tedesco, che toccano il 2,62%, contro il 3,84 dei titoli italiani.