Illimity Bank conferma che l’offerta pubblica di acquisto e di scambio di Banca Ifis “non è stata sollecitata né preventivamente concordata”. Il cda ne prende atto e non esclude nessuna opzione strategica. È quanto si legge in uno scarno comunicato diffuso venerdì sera da Banca Ifis dopo una riunione straordinaria a due giorni dall’annuncio dell’operazione. Il consiglio si esprimerà sull’offerta “con le tempistiche e secondo le modalità previste dalla legge” e sottolinea che “proseguono le attività del gruppo secondo quanto pianificato o già comunicato, inclusa la predisposizione del nuovo piano industriale, non trascurando alcuna opzione strategica che possa contribuire all’obiettivo di creare valore per gli azionisti e per tutti gli stakeholders della banca”.
Una presa d’atto che consente a illimity di aspettare il deposito del prospetto informativo in Consob, atteso entro il prossimo 28 gennaio, prima di esprimere un parere, rinviando l’esame del dossier a poco prima del 10 febbraio, quando saranno approvati i conti preliminari.
Illimity e Banca Ifis: giù l’entusiasmo sui titoli a Piazza Affari
Nel frattempo si è spento l’entusiasmo sui titoli in Piazza Affari. Dopo un rialzo di oltre il 10,6% che mercoledì aveva portato il titolo a quota 3,75 euro, seguito dal nuovo balzo del 4,7% a 3,92 euro della vigilia, illimity Bank ha perso ieri l’1,9% a 3,81 euro, mantenendosi ben al di sopra dei 3,55 euro riconosciuti da Banca Ifis, in parte in contati (1,414 euro) e in parte in nuove azioni (1 ogni 10 consegnate). Lo stesso è accaduto all’offerente (-1,41% a 22,4 euro). La banca veneta era salita del 2,43% a 21,88 euro due giorni fa, per replicare il rialzo (+3,84% a 22,72 euro) l’indomani.
Illimity: l’offerta e la valutazione in Borsa
L’offerta di Banca Ifis è “amichevole” ma è innegabile, dopo due giorni di silenzio, la sorpresa con cui è stata accolta da illimity e da Corrado Passera, fondatore e amministratore delegato. La valutazione in Borsa ben al di sopra dell’offerta indica che il mercato si aspetta un rilancio, escluso invece dagli analisti in assenza di novità significative. Determinante sarà il parere degli azionisti rilevanti, che finora hanno mantenuto il riserbo sull’operazione. Oltre a Passera (4%), figurano tra i soci Banca Sella Holding (10%), la Fermion Investment di Andrea Pignataro (9,4%), la Fidim dei Rovatti (7,7%) e i fondi Tensile Capital (7,3%) e Atlas Merchant Capital (6,3%), che complessivamente formano un blocco di quasi il 45%.