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Ceramica italiana: sostenibilità e responsabilità al centro della nuova campagna Ceramics of Italy 2025

Durante la conferenza stampa di Confindustria Ceramica è stata presentata la nuova campagna Ceramics of Italy, che pone l’accento sulla sostenibilità e sulle persone, con l’intento di stimolare scelte consapevoli tra i consumatori e rafforzare l’identità del Made in Italy nel panorama globale

Ceramica italiana: sostenibilità e responsabilità al centro della nuova campagna Ceramics of Italy 2025

Il 2025 è appena iniziato e con esso la nuova campagna Ceramics of Italy, che punta i riflettori sulla sostenibilità ambientale e sulle persone. Questa campagna non si limita a promuovere un prodotto, ma vuole raccontare una storia di eccellenza, fatta di processi produttivi all’avanguardia e un forte legame con il territorio. Un connubio di tradizione e innovazione che affronta le sfide future con l’obiettivo di coniugare efficienza e innovazione, senza rinunciare alla qualità e alla bellezza tipiche del Made in Italy.

Ceramics of Italy 2025: il rilancio della ceramica Made in Italy

Il cuore della campagna è l’idea che le aziende ceramiche italiane non siano solo custodi di una tradizione secolare, ma anche pionieri di una trasformazione sostenibile. Le imprese del settore sono impegnate in una vera e propria rivoluzione verde, con investimenti mirati nel recupero degli scarti, nell’utilizzo di energie rinnovabili e nella riduzione delle emissioni. Grazie all’adozione di impianti con cogeneratori ad alta efficienza e pannelli fotovoltaici, una parte significativa del fabbisogno energetico viene soddisfatta da fonti rinnovabili. Questo non solo consente di ridurre le emissioni di CO2, ma migliora anche l’efficienza energetica e contribuisce a un’aria più salubre, senza compromettere la produttività. Oltre all’impegno verso l’ambiente, le aziende ceramiche italiane puntano a garantire anche la sicurezza e il benessere dei lavoratori, adottando processi che proteggono tanto la salute delle persone quanto l’ambiente. Ma non è solo questo: Ceramics of Italy invita i consumatori a fare scelte responsabili, puntando su un prodotto che, oltre alla bellezza, rispetta l’ambiente e sostiene le comunità locali, distinguendosi da chi non adotta gli stessi elevati standard.

Un settore ceramico in crescita ma con sfide da affrontare: il 2024 in sintesi

Il 2024 per l’industria ceramica italiana è stato un anno di piccoli successi, ma anche di qualche battuta d’arresto. Le vendite hanno visto un lieve incremento (+1,9%), con un volume complessivo che ha raggiunto i 376 milioni di metri quadrati, ma la produzione ha registrato una contrazione del 2%. Le esportazioni, che rappresentano la fetta principale delle vendite, sono aumentate del 2,4%, mentre sul mercato domestico si è vista una crescita modesta (+0,3%). La situazione sui mercati esteri è variegata: mentre l’Europa continua a mostrare segni di stagnazione, mercati come quello nordamericano e asiatico stanno facendo registrare un lieve recupero. Nonostante ciò, rispetto ai dati pre-Covid, i volumi di vendita sono ancora in calo del 7,5%, a conferma che la ripresa è ancora lenta e irregolare.

Ets, energia, dazi Usa e concorrenza sleale: le ombre che minacciano la ceramica Made in Italy

Le sfide per il futuro dell’industria ceramica italiana non sono poche e spaziano su diversi fronti. Una delle questioni più urgenti riguarda il sistema Ets (Emissions Trading System), che è stato al centro di molte discussioni negli ultimi anni. Nonostante gli investimenti già fatti dalle aziende per ridurre le proprie emissioni, il sistema attuale sta creando difficoltà. L’assenza di alternative tecnologiche sufficienti rende difficile rispettare gli obblighi, trasformando di fatto l’acquisto di quote di CO2 in una sorta di tassa sulla produzione. Le aziende chiedono una revisione del sistema Ets, con l’introduzione di misure che non penalizzino eccessivamente le industrie più virtuose.

Un altro tema caldo riguarda i costi energetici, che in Italia sono decisamente più alti rispetto agli altri paesi europei, per non parlare dei concorrenti internazionali. Le aziende italiane, già messe a dura prova, rischiano di veder aumentare ulteriormente il loro svantaggio competitivo se non si interviene con un completamento del mercato unico dell’energia che riduca le disparità tra i vari paesi. In questo scenario, le imprese chiedono un’armonizzazione delle regole e degli aiuti alle aziende a livello europeo.

Inoltre, la concorrenza sleale è sempre più un problema per il settore. Le importazioni di ceramiche a basso costo da paesi come l’India stanno crescendo, spesso provenienti da realtà produttive che non rispettano gli stessi standard ambientali e di sicurezza sul lavoro. La risposta dell’industria ceramica italiana è chiara: serve una difesa commerciale più forte, con l’introduzione di dazi antidumping più elevati per tutelare il “Made in Italy” e difendere la qualità dei prodotti. La regolamentazione del mercato internazionale, inoltre, non può ignorare il fenomeno del “Made in”, dove la mancanza di indicazione di origine dei prodotti alimenta pratiche scorrette.

Infine, i dazi commerciali negli Stati Uniti stanno preoccupando sempre di più il settore, uno dei campioni indiscussi dell’export italiano. Un possibile aumento delle tariffe sulle ceramiche italiane potrebbe ridurre l’accesso a uno dei mercati più importanti, aggravando ulteriormente una situazione già difficile. La paura è che, con il mercato statunitense più chiuso, i produttori di altri paesi possano dirottare la loro sovrapproduzione direttamente verso l’Europa, mettendo ulteriormente pressione sui produttori italiani.  

In generale, l’industria ceramica italiana sta cercando di navigare un contesto internazionale che rimane incerto, ma con la consapevolezza che una delle chiavi per rimanere competitivi è l’innovazione e la sostenibilità.

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