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Borsa, Testa: “In Italia più Ipo che delisting”

Dopo l’allarme delisting lanciato dalla Consob, l’Ad di Borsa Italiana, Fabrizio Testa, spiega: “Fenomeno ciclico e internazionale, in Italia più Ipo che addii”

Borsa, Testa: “In Italia più Ipo che delisting”

L’allarme sui delisting è stato lanciato pochi giorni fa dalla Consob. Sono stati 27 quest’anno, per un totale di 28 miliardi di capitalizzazione a fronte di 21 nuove quotazione. A rasserenare gli animi è però intervenuto il numero uno di Borsa Italiana, Fabrizio Testa, che ha parlato di fenomeno “ciclico” e “internazionale”, sottolineando come nel corso degli ultimi anni le ipo abbiano superato per numero i delisting.

Testa: “Delisting fenomeno ciclico, facilitare l’ingresso in Borsa

Sul mercato obbligazionario, “in questo periodo stiamo cercando di rimpatriare emittenti che avevano scelto altre piazze, soprattutto quella lussemburghese, per essere quotati qui a Milano”, ha spiegato Fabrizio Testa, amministratore delegato di Borsa Italiana, nel corso della Conferenza nazionale dell’export a Piazza Affari. Quello del delisting, ha poi aggiunto, “non è solo un fenomeno italiano, è un fenomeno internazionale. Sono fasi abbastanza cicliche. Noi comunque negli ultimi anni abbiamo portato in quotazione molte più società di quelle che si sono delistate‘” Il delisting ha “varie nature”  e “quello che noi cerchiamo di fare è facilitare l’ingresso in Borsa”.

“Il delisting fa parte della vita di un’azienda in Borsa, per cui ci sono momenti in cui la Borsa può supportare nel percorso di crescita, altri momenti in cui le aziende fanno altre scelte”, ha aggiunto Barbara Lunghi, responsabile dei mercati primari azionari di Borsa Italiana, a margine della seconda giornata della Conferenza nazionale dell’export a Piazza Affari, rispondendo a chi le chiedeva un commento sull’aumento delle operazioni di delisting nel mercato italiano registrato negli ultimi anni. Secondo Lunghi “il grosso del delisting è dovuto a operazioni di tipo industriale, quindi a operazioni di M&A”.

La manager ha quindi aggiunto come “negli ultimi dieci anni il saldo tra listing dei listing sia un saldo positivo, nell’ordine di grandezza di circa +40 per cento. Quindi c’è anche una sorta di ricambio generazionale borsistico, come è giusto che sia: magari in Borsa entrano settori alla ricerca di capitali e di società che ricercano capitali e che operano in settori che stanno crescendo in modo importante, magari escono società che in alcuni casi hanno esaurito la loro alleanza con il mercato borsistico”. Per Lunghi, quindi, “è un fenomeno che accade in tutto il mondo, Italia compresa, e fa parte della dinamica consueta di mercato”. 

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