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Enel: si allontana il progetto nucleare in Slovenia. Eph acquista la sua quota in Slovak Power Holding per 150 milioni

Eph esercita così l’opzione call anticipata e si prende un altro 33% di Slovenske Elektrarne. L’impatto è negativo sull’utile netto. Titolo in calo a Piazza Affari

Enel: si allontana il progetto nucleare in Slovenia. Eph acquista la sua quota in Slovak Power Holding per 150 milioni

Enel si sgancerà dal progetto nucleare in Slovacchia, dove detiene il 33% di Slovenske Elektrarne. Il suo partner Eph ha deciso di acquistare la partecipazione detenuta da Enel, sulla base dell’early call option introdotta nel 2020, nell’ambito delle modifiche al contratto del 2015.

Secondo Milano Finanza, Enel avrebbe provato a cambiare le clausole per evitare di dover cedere la quota e lasciare un asset considerato strategico per la produzione di energia nucleare nell’attuale contesto di mercato, ma l’accordo siglato sotto la precedente gestione si è rivelato blindato.

Eph quindi acquisterà il 50% del capitale sociale attualmente detenuto da Enel Produzione in Slovak Power Holding, la holdco alla quale è stato attribuito il 66% del capitale sociale di Slovenské elektrárne, detenuto congiuntamente, dopo che la stessa Eph, nel 2016 aveva acquistato sempre da Enel una prima quota del 33% dell’utility slovacca, dice una nota. In base all’accordo, il corrispettivo complessivo per la vendita è pari a 150 milioni di euro, ovvero all’importo già versato da Eph a Enel Produzione in occasione del perfezionamento dell’acquisto della prima quota.

Il compratore, però, dovrà garantire che siano rimborsati, entro il closing, i finanziamenti erogati da Enel a favore di Slovenské Elektrárne per un importo complessivo di 970 milioni di euro, oltre agli interessi maturati e non ancora pagati alla data di effettivo rimborso, che alla data del 30 novembre 2024, ammontano a 158 milioni di euro, dice Enel. L’operazione genererà un effetto sostanzialmente neutro sull’indebitamento finanziario netto consolidato e un impatto negativo sull’utile netto reported pari a circa 585 milioni di euro (di cui circa 341 milioni di euro per rilascio di riserve di patrimonio netto), mentre non avrà alcuna conseguenza sui risultati economici ordinari del gruppo. Il closing dell’operazione è atteso nella prima metà del 2025.

Il titolo Enel a Piazza Affari, in un mercato complessivo comunque pesante, perde l’1,94% a 6,78 euro.

Al via bond ibridi fino a 2 miliardi

Inoltre il cda del gruppo ha autorizzato l’emissione, entro il 31 dicembre 2025, di uno o più prestiti obbligazionari non convertibili, sotto forma di titoli subordinati ibridi, anche di natura perpetua, per un importo massimo complessivo pari a 2 miliardi di euro, da collocare esclusivamente presso investitori istituzionali, europei ed extra-europei, anche attraverso piazzamenti privati.

I nuovi prestiti andranno a rifinanziare le obbligazioni ibride di Enel in circolazione e a rafforzare ulteriormente la struttura patrimoniale e finanziaria del gruppo. Intanto il titolo, dopo l’apertura di mercoledì 19 dicembre, perde l’1,2% a 6,83 euro.

Sarà l’amministratore delegato, Flavio Cattaneo, a decidere su emissioni e le rispettive caratteristiche di ciascuna, “ tenendo conto dell’evoluzione delle condizioni di mercato, i tempi, l’importo, la valuta, il tasso di interesse e gli ulteriori termini e condizioni, nonché le modalità di collocamento e l’eventuale quotazione presso mercati regolamentati o sistemi multilaterali di negoziazione”.


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