Un’ammissione in piena regola. L’Ucraina, ha sottolineato il presidente Volodymyr Zelensky, attualmente non ha forze sufficienti per riconquistare con le armi il Donbass e la Crimea, pertanto conta sulla diplomazia. Dunque, addio “reconquista”: le parole di Zelensky si incastonano nel rincorrersi continuo di ipotesi legate a tregue o intese di pace, sulla scia di quanto accadrà tra un mese a Washington con il ritorno effettivo di Donald Trump alla Casa Bianca.
Zelensky: ecco cosa ha detto su Crimea e Donbass
“Di fatto questi territori sono ora controllati dai russi”, ha dichiarato il leader ucraino nel corso di un’intervista a Le Parisien prima di volare a Bruxelles per una serie d’incontri con i leader europei. Nelle ultime settimane Zelensky aveva speso parole simili sulla sola Crimea, ora però nel discorso viene incluso anche il Donbass. “Possiamo contare solo sulla pressione diplomatica della comunità internazionale per costringere Vladimir Putin a sedersi al tavolo delle trattative”, ha spiegato il presidente.
Zelensky: il mini-vertice Nato e il ruolo di Putin
Ed è proprio in questo quadro che il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha organizzato un mini-vertice con gli azionisti di maggioranza della sicurezza europea e lo stesso Zelensky, che giovedì 19 dicembre prenderà parte al Consiglio Europeo.
Gli inviti diramati ai leader di Francia, Germania, Polonia, Regno Unito, Italia e Unione europea servono a Rutte per fare il punto sulla strada che potrà portare alla pace. In aggiunta sono state incluse la Danimarca – in rappresentanza dei Paesi baltici-nordici – e l’Olanda, che esprime il segretario generale dell’Alleanza oltre che essere in prima linea in termini di aiuti militari.
Rutte ha voluto precisare: “Io dico che l’Ucraina deve essere messa in una posizione di forza per poi decidere quando e come aprire i negoziati: se ora iniziamo a parlare fra di noi che forma prenderà la pace, rendiamo la vita molto facile ai russi, che potranno rilassarsi, fumarsi un sigaro e seguire il nostro dibattito in televisione”, ha detto dopo l’incontro con il presidente lituano Nauseda, sottolineando però che “un certo grado di dibattito è inevitabile” nelle democrazie. Una posizione condivisa dall’alto rappresentante Ue Kaja Kallas. “Vedo – ha dichiarato arrivando al vertice Ue-Balcani – che c’è il desiderio per soluzioni rapide in Ucraina ma siamo in una situazione in cui la Russia non vuole la pace e questo è un problema”. “Per avere una buona soluzione dobbiamo ancora sostenere Kiev”, ha chiosato.